di TOMMASO ESCA
La coda del 2020, annus orribilis per l’umanità, ci ha portato via il giornalista Gianfranco Bangone.
Era nato ad Orosei nel 1945 ed è deceduto, dopo una lunga malattia il 28 dicembre 2020, in ospedale a Roma, sua città adottiva.
Oltre che compaesani, con Gianfranco e la sua famiglia, eravamo buoni vicini di casa, nel rione di Santu Juanne de Susu. ad Orosei.
Sin da giovanissimo lasciò i genitori Tziu Pascale e Tzia Nennedda, e la sorella Maria, per andare a Roma, dove visse presso la famiglia della zia paterna e frequentò le scuole elementari, medie e superiori, con vari intervalli.
La zia aveva perso un figlio giovanissimo nella grande guerra e Gianfranco diventò il suo pupillo. Ripetutamente, rientrava ad Orosei, a Dorgali e Nuoro per motivi di studio.
Sin da ragazzino, quando rientrava per le vacanze, regolarmente, prendeva il pullman ad Orosei e raggiungeva la borgata di Sos Alinos, dove era solito visitare gli zii paterni, caprari, cacciatori e allevatori di api, che vivevano a s’avrile, sa cuilaria de S’Ape, luogo stupendo tra boschi di lecci e ginepri, graniti rosa ed il mare cristallino di Biderosa.
Entrambi gli zii erano grandi studiosi della storia dell’antica Roma e della sua civiltà, sin da quei primi solchi che i gemelli Romolo e Remo tracciarono per delimitarne la città eterna. Purtroppo però, quella città non l’avevano mai vista e quindi cercavano di carpire da Gianfranco notizie di prima mano.
Il suo nonno paterno era uscito indenne dalla grande guerra tra le montagne del Carso, ove conobbe Emilio Lussu, rimanendo affascinato dalle idee sardiste ed autonomiste. Sicuramente in quelle frequentazioni instillarono anche a Gianfranco quelle idee politiche. Era un ragazzo molto riservato, e con un carattere forte .
Per anni Gianfranco rincorse i propri studi e le proprie ambizioni, e i suoi familiari poterono vederlo sempre più raramente. A Roma, visse intensamente durante gli studi superiori e universitari, le grandi rivolte giovanili del ’68, forgiandone una forte impronta di sinistra.
Iniziò intanto una serie di collaborazioni con la Rai, lavorò presso la casa editrice dell’Enciclopedia “Treccani”, diventò capo redattore per la scienza e tecnologia del giornale quotidiano Il Manifesto, tra gli anni ’80 e ’90. Successivamente scrisse per il settimanale “Panorama” ed ultimamente per il domenicale de “Il Sole 24 Ore”.
Alla fine degli anni ’90 fondò la rivista scientifica Darwin insieme alla moglie Anna Meldolesi, giornalista di “Nature Biotecnology” e a Gilberto Corbellini.
Per oltre due anni è stato nominato Direttore della famosa Città della Scienza di Bagnoli- Napoli.
Gianfranco nonostante i suoi impegni di lavoro non dimenticò mai Orosei e la Sardegna.
Circa dieci anni fa l’Amministrazione comunale di Orosei, di centro-sinistra, guidata dal Sindaco Derosas e Assessore alla Cultura Camedda, promosse ed organizzò, sotto la sua guida, delle indimenticabili serate culturali estive, con studiosi ed autori di archeologia dedicata alla Sardegna e non solo.
Le serate si tennero nella stupenda cornice medioevale del complesso-Santuario di Sant’Antonio Abate,e nelle cortes del rione storico di Palathos Betzos di casa Cabras e Guiso, tanto caro agli oroseini e ai sempre numerosissimi turisti sardi e d’oltremare.
Gianfranco preparava minuziosamente, e con l’ausilio delle nuove tecnologie, gli argomenti da affrontare nelle serate culturali che furono un autentico successo.
I compaesani, in quelle occasioni, ebbero la possibilità di apprezzarlo nonostante pochi ne conoscessero il suo lusinghiero percorso professionale nel giornalismo nazionale.
Il quotidiano “Il Foglio” con una breve ma incisiva recensione di questi giorni, lo ricorda così:
-” E’ morto Gianfranco Bangone, una delle menti più raffinate de giornalismo scientifico [..] Se ne va un fine stratega ed un caratteraccio ruvido e tagliente quale solo quello di un sardo doc poteva essere.”
“Il Manifesto” del 29.12.2020 , lo ricorda così :
-”Gianfranco Bangone ci ha lasciato ieri, dopo un lungo ricovero in ospedale.
Non si poteva andare a trovarlo. Non abbiamo potuto farlo neppure per un ultimo saluto. Lui non è morto di Covid, ma quel virus lo ha fatto morire in solitudine.
E molti di noi hanno questo rammarico. [..] E’ stato redattore scientifico del Manifesto negli anni ’80 e ’90, prima di approdare ad altri lidi professionali. Puntiglioso, meticoloso, convinto delle sue posizioni quando le maturava. Era un giornalista che si documentava in modo ossessivo, nulla era lasciato al caso. Spaziava dalla medicina alla tecnologia industriale. Carattere difficile quello di Bangone, riservato, chiuso, non facile al sorriso come solo molti nativi della Sardegna sanno essere. Eppure, molto orgoglioso di essere sardo. Aveva proprio per questo una spiccata dote per l’amicizia, sincera e genuina. Ora è il momento degli addìì”.
Su Facebook, Paesaggio Gramsci, molto esaustivo l’articolo del giornalista Umberto Cocco che tra l’altro ricorda Gianfranco come grande divulgatore scientifico e autore di molte pubblicazioni, studi e ricerche [..]
Quando tornava in Sardegna, ad Orosei, era amorevolmente ospite gradito della nipote Gianna e del marito Giorgio Manca e famiglia, che gli sono stati vicini,anche se da lontano, negli ultimi tristi momenti della dipartita.
-“Grazie Gianfranco, per le tue doti umane e professionali, che hanno contribuito sicuramente a far crescere la nostra bella Italia.”
Dopo questa lunga sofferenza, “chi Deus ti vardet in chelu”.
Grazie di aver ospitato questo breve ricordo di Gianfranco, cervello in viaggio tra la Sardegna ed il mondo.