di BENEDETTA PIRAS
Gianfranco Pulina gestisce il suo locale nella penisola di Samanà con un occhio alla sua Sardegna e alla Jadas, la birra gallurese. Osare. Quando si pronuncia questa parola oggi il suo significato fa paura ai più, perché vuol dire tuffarsi nell’incertezza e scoprire a posteriori se sia stata la scelta giusta o quella sbagliata.
Così quando Gianfranco Pulina, chef da vent’anni e amante della Sardegna da sempre mi ha raccontato la sua ultima impresa, aprire un ristorante ai Caraibi, non ho potuto che rimanerne stupita e ispirata. Per raccontarla, tuttavia, è necessario fare un passo indietro. Pulina lavora da vent’anni come chef presso l’attività del suocero. Cucinare è la sua grande passione e il suo amato lavoro: attraverso il cibo racconta delle storie, quelle della Sardegna, dei suoi territori e dei suoi prodotti più antichi e amati. Ma questa passione per la cucina non è sempre esistita e anzi, è stato quasi per caso che lui e il mondo culinario si sono incontrati.
Sassarese di nascita, classe 1979, prima di diventare lo chef affermato che è oggi Pulina si arruola nel 152° Btg della Brigata Sassari. Proprio durante il servizio militare un giorno, all’età di circa vent’anni, una punizione lo costringe a lavorare nella mensa. Mi racconta che è rimasto nelle cucine per ben due settimane e che proprio in questa circostanza ha scoperto la sua passione per quel mondo così frenetico, creativo e affascinante.Da quel momento la decisione per lui è presa: la scelta di congedarsi non è semplice, ricorda Pulina, ma la voglia di saperne di più e di imparare lo porta a lasciare la Brigata Sassari per tuffarsi in un mondo a lui totalmente sconosciuto.
Mi spiega che è stato il suocero Gigi Sini, titolare del Golden Gate, a iniziarlo alla cucina mediterranea e sarda proprio in quelle cucine in cui Gianfranco ha continuato a lavorare con passione e dedizione per i successivi vent’anni. Ma questi sono anche gli anni in cui lo chef inizia ad attivarsi su tutto il territorio sardo per apprendere le tecniche più varie e affinare le sue competenze. Partecipa infatti a numerosi eventi tra cui il Food Festival a Poltu Quatu, e incontra numerosi professionisti del settore come Luigi Pomata, con il quale ha la possibilità di collaborare in diverse occasioni.
Parallelamente agli eventi e al lavoro presso il Golden Gate, Pulina si fa strada anche nel mondo televisivo. Risale al 2014 la sua comparsa su TG2 Eat Parade che lo introdurrà poi, tra le altre, a trasmissioni come Gustibus su La7, Buono a Sapersi su Rai1 e infine Geo&Geosu Rai3. Sarà proprio quest’ultima collaborazione la più duratura, portata avanti ancora oggi per raccontare la sua Sardegna attraverso documentari e dirette in studio alla scoperta dei prodotti culinari dell’isola.
Il passo successivo, quello che lo ha portato ai Caraibi, Pulina mi spiega essere stato premeditato e ponderato a lungo. Da viaggiatore doc appassionato delle culture altrui, queste isole così esotiche e lontane lui le conosce ormai da diversi anni. È proprio il loro fascino unito alla volontà di esportare la Sardegna, ciò che fa nascere il progetto del ristorante “Gianfranco Pulina” a Las Galeras, una località dalla bellezza unica nella penisola di Samanà. Alla domanda del perché proprio questa località, la risposta arriva immediata e decisa: nell’area dei Caraibi, il villaggio di Las Galeras è quello che lo ha colpito di più per via della tranquillità della zona, lontana dalla frenesia delle aree più turistiche. Sebbene il traffico meno intenso possa rappresentare una sfida a livello di notorietà e frequentazione, dall’altra è anche il suo punto di forza.
Il villaggio in cui si trova il ristorante inoltre – mi spiega lo chef – è una destinazione ecosostenibile voluta dall’imprenditore Sergio Boschetti. Boschetti fu tra i primi a fare dell’ospitalità italiana una filosofia, e a puntare tutto sull’accoglienza di qualità. Anche per questo motivo Las Galeras ha colpito Pulina, che a sua volta punta a mettere la buona ospitalità al primo posto.
Qui i visitatori potranno godere della serenità di un paesaggio marittimo di grande bellezza, gustando allo stesso tempo una cucina nata dall’unione di prodotti caraibici e sardi, senza tralasciare anche le ricette italiane.
Pulina ha grandi progetti per i suoi menù. Non solo un occhio di riguardo all’utilizzo di prodotti locali freschi e di qualità, ma una costante attenzione all’importazione di materie prime dall’Italia e dalla Sardegna in particolare. E a proposito dei cibi sardi mi spiega che il suo obiettivo è lasciare un ricordo indelebile della sua regione a chi mangerà e degusterà i cibi e i vini sardi nella Repubblica Dominicana. Poi continua: “Soprattutto, si tratterà di una promozione costante del mio territorio e della mia isola”.
E mentre guarda al futuro, nella sua mente sono sempre presenti anche i progetti già avviati come la Jadas, la birra nata in Gallura che oggi è possibile trovare in diversi locali della Costa Smeralda.
Quando domando come riuscirà a gestire il lavoro tra i Caraibi e la Sardegna, Pulina mi risponde con sicurezza. Non solo può contare sul sostegno di tutta la sua famiglia, ma non lascerà mai la sua isola. Piuttosto, continua, si prodigherà per viaggiare spesso e portare avanti la sua nuova attività grazie ad un team di collaboratori e magari in futuro, trasmettendo questa passione ai suoi figli.