Il traffico dei residenti non basterà: gli aeroporti sardi stanno attraversando una crisi senza precedenti, figlia della pandemia e di una concatenazione di eventi negativi che hanno pesato sui collegamenti aerei da e per la Sardegna. Nel mondo compagnie aeree e aeroporti pagano il prezzo con un crollo di fatturati, movimenti e traffico da fantascienza. Il colosso tedesco Lufthansa perde 500 milioni al mese. Alitalia, più modestamente, una cifra di poco inferiore ma in sei mesi.
Gli aeroporti isolani, dopo la piccola boccata d’ossigeno registrata in estate, si apprestano ad affrontare un autunno che si preannuncia nero. Il turismo ha trainato meno degli anni scorsi. La stagione estiva è stata salvata un po’ dagli italiani, ma l’assenza degli stranieri ha pesato. Ora che il flusso turistico diminuirà sin quasi ad azzerarsi, come potranno far fronte alla situazione gli scali di Olbia, Alghero e Cagliari?
Il problema è di dimensioni mondiali tanto che l’International air transport association (Iata), sta pensando di introdurre, sui voli internazionali, l’obbligo del tampone rapido per chi si imbarca. «L’aviazione commerciale non potrà riprendersi se non verranno abolite le quarantene. Il test antigenico rapido è l’unica alternativa possibile alle quarantene», ha detto Alexandre de Juniac, direttore generale della Iata.
Il traffico internazionale è di importanza capitale per gli scali sardi. Al di là dei flussi di turisti stranieri che arrivano nell’isola anche con voli domestici, c’è una consistente fetta di traffico che arriva direttamente dall’estero. E anche Olbia, Cagliari e Alghero potrebbero trarre giovamento da decisioni di valenza mondiale che sblocchino la situazione.
Ad agosto il segno negativo ha caratterizzato tutti e tre gli scali sardi. Il dato meno tragico è quello del traffico passeggeri nazionali sullo scalo di Olbia: il segno negativo si è attestato poco sotto il 3 per cento. A Cagliari (meno 25,7) e ad Alghero (meno 22,7) le cose sono andate decisamente peggio. Ma i veri dolori arrivano dal settore del traffico internazionale. Sempre ad agosto Alghero ha subito un calo del 59,6 per cento; Cagliari del 60,3; Olbia addirittura del 67,3. Lo scalo Gallurese, quello tradizionalmente più orientato, in estate, verso il mercato internazionale, ha pagato più di tutti la carenza di turisti dall’estero.
I dati del mese che ci porta nell’autunno non sono ancora disponibili, ma tutto lascia pensare che non saranno incoraggianti. La Sardegna ha pagato un ritorno d’immagine negativo per la ripresa dei contagi. Potranno arrivare in soccorso le strategie globali.