La Sardegna verso l’Unesco. È racchiuso nel titolo del progetto a cura del Comitato costituito dal primo nucleo promotore dell’iniziativa finalizzata a ottenere l’inclusione del Paesaggio Culturale Protosardo nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, il senso della rivendicazione che la Sardegna, unita, sta portando avanti. Una battaglia di civiltà che nasce dalla presa di coscienza dell’importanza della preistoria e protostoria della Sardegna quale simbolo di identità, al pari e al degli altri valori culturali e naturali che fanno della cultura sarda una cultura unica.
Oggi come ieri la Sardegna appare come un museo aperto, ma non per questo fino a oggi ne è stato riconosciuto il valore, né è stato tutelato o adeguatamente valorizzato. Eppure si tratta di una ricchezza inestimabile di cui l’Unesco riconosce solo un manufatto (contribuendo alla notorietà del sito), ovvero il complesso archeologico di Su Nuraxi di Barumini, finora l’unico bene culturale sardo incluso nel Patrimonio dell’Unesco. Oggi la Sardegna chiede che sia posta la giusta attenzione a quel paesaggio culturale che è patrimonio di tutto il mondo, fatto di circa 8.000 nuraghi; 3.500 domus de janas, interi campi e isolati Menhir, circa 190mila torri nuragiche, tombe dei Giganti, necropoli, pozzi sacri. Attorno a questo semplice concetto si sono mosse tante menti; sono nati movimenti spontanei di cittadini; è arrivato il sostegno della politica; è cresciuto l’interesse di media, gruppi, associazioni, pagine social.
La sterminata documentazione scientifica prodotta dalle Università, dalle Soprintendenze, dalle realtà museali centrali e periferiche, dagli uffici della Regione, dai singoli Comuni, dai centri di ricerca pubblici e privati, dalle fondazioni e dalle pubblicazioni divulgative e di letteratura archeologica e storica, dai Geoportali e dalle Mediateche ha ispirato un primo documento, che successivamente si è trasformato nella mozione, depositata nel Consiglio Regionale della Sardegna, finalizzata a impegnare la Presidenza e la Giunta della Regione Autonoma della Sardegna a perseguire ogni iniziativa necessaria all’ottenimento del riconoscimento da parte dell’UNESCO del Paesaggio Culturale della Sardegna quale Patrimonio dell’Umanità. La mozione è stata valutata positivamente e sottoscritta da quasi tutti i consiglieri regionali, sia della maggioranza sia della minoranza. Prima di loro, a muoversi compatti, sono stati i sindaci, a dimostrazione dell’importanza di una rivendicazione che affonda le proprie radici proprio nei territori di appartenenza dei Comuni, che a gran voce chiedono di valorizzare il “tesoro della nostra terra”. Oltre 200 sindaci sardi, senza distinzione di appartenenza politica, hanno aderito all’iniziativa, e molti consigli comunali hanno approvato o hanno in corso di approvazione mozioni di analogo contenuto.
Esiste la volontà di portare a compimento il progetto e perseguirne gli obiettivi, realizzando le strutture organizzative e dando vita alle azioni necessarie allo scopo, coinvolgendo liberamente, senza preclusioni di sorta, chiunque sia interessato a valorizzare il paesaggio culturale sardo. Una dichiarazione d’intenti che avrà necessità di un grande impegno, non solo dei promotori iniziali ma delle istituzioni e, in senso più ampio possibile, dell’intera comunità sarda e italiana. Sarà cura del Comitato Scientifico occuparsi invece dell’acquisizione dei dati necessari per il progetto con il coinvolgimento delle Università, Soprintendenze, Uffici della Regione Sarda, Comuni, Direzione e curatela dei Musei e aree archeologiche, Centri di ricerca pubblici e privati, Fondazioni, Associazioni e gli altri soggetti che possono dare un concreto apporto informativo e gestionale.