A convincere la giuria popolare nella drammatizzazione “Processo alla statua di Carlo Felice” di Gianluca Medas è stata la parte del no alla rimozione del monumento. Un risultato non scontato di un esperimento che ha visto contrapposti l’avvocato della difesa e quello dell’accusa, con al centro Carlo Felice in un abito di scena concesso dalla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari. Le personalità chiamate a prendere parte a questa scenografia naturale, andata in scena sabato al Palazzo Viceregio di Cagliari, provengono dal mondo della cultura, della scuola, dell’università. Son state selezionate dal regista Gianluca Medas per il loro interessante punto di vista sull’argomento, oggetto di dibattito da tempo: la rimozione della statua di Carlo Felice che da 160 svetta in Piazza Yenne a Cagliari. L’evento, patrocinato dalla Regione Sardegna e dalla Città Metropolitana di Cagliari, -in collaborazione con Associazione Figli d’Arte Medas, Circolo Rosselli, Officine Permanenti, Centro Studi Luigi Crespellani, Associazione Giulia Giornaliste – Giulia Giornaliste Sardegna, Comune di Villamassargia, Eja Tv- ha registrato il tutto esaurito. Una nuova rappresentazione è prevista per metà settembre.
La drammatizzazione si è svolta come un vero e proprio processo all’americana. Nel tribunale messo in piedi da Medas nella Sala Giunta si sono confrontati Francesco Casula, pubblico ministero, fervente sostenitore della rimozione della scultura, e Enrico Sanjust, avvocato della difesa. Hanno interrogato Carlo Felice, interpretato da Andrea Zucca, e cercato di convincere, ognuno con le sue diverse opinioni, la giuria popolare, presieduta da Gianni Loy, delle loro ragioni. La giuria popolare composta da Claudia Onnis e Antonella Loi, giornaliste dell’Associazione Giulia Giornaliste – Giulia Giornaliste Sardegna, Vito Biolchini e Carlo Crespellani Porcella ha poi riferito la propria decisione al giudice Giampaolo Manca, che nella sentenza finale ha decretato che non sussistono le ragioni per spostare la statua. A intervenire nel processo anche i periti di parte (Dandy Massa, Giuseppe Melis, Sebastiano Liori, Claudia Zuncheddu, Debora Porrà, Antonella Puddu) e Alessandra Addari per lo spazio Camera del Consiglio.
<Lo spettacolo è stato costruito in maniera performativa. Da regista ho solo costruito il mosaico e ho chiamato a partecipare quelle persone che possono dire il loro punto di vista. Il testo ha un perimetro, però poi l’esito finale è stato libero. La giuria popolare ha agito per conto suo, sorprendendo tantissimo anche me>, spiega il regista Gianluca Medas, non nuovo a questo tipo di format. <Alla fine ha vinto la parte per cui la statua non va spostata, almeno nella finzione sperimentale di questo processo, che ha come obiettivo generale quello di portare la città a scoprire la propria essenza. Le scenografie naturali, come questa, sono più belle di quelle ricostruite scenograficamente sul teatro. Indubbiamente più reali>.
Bella iniziativa per riscoprire la nostra #Storia