di LUCIA BECCHERE
A cura dell’associazione Siniscola ’90 e del Comitato San Giuseppe, nel trentennale della loro istituzione è stato pubblicato nel mese di marzo il libro “La chiesa di San Giuseppe di Siniscola – Storia e immagini” (Centro stampa Baronia). Dedicato alla comunità di Siniscola, il libro è per don Ciriaco Vedele «una preziosissima opera che risveglia ricordi antichi e recenti legati all’amata figura di San Giuseppe».
«La pubblicazione di questo libro – ha scritto nella presentazione al testo don Salvatore Orunesu, parroco di Siniscola – nasce dall’entusiasmo, dal contributo e dalla collaborazione di tante persone e vuole essere una testimonianza storica e fotografica dei luoghi, frutto di una esperienza comunitaria che hanno reso il sacro luogo un ambiente familiare, favorendo l’amicizia, l’aggregazione e la carità cristiana mettendo al centro di ogni cosa la dignità dell’uomo figlio di Dio».
«Ricca di notizie storiche riguardanti la chiesa ma anche del territorio che la circonda, – ha affermato nell’introduzione al testo Pietro Bellu, presidente dell’associazione culturale Siniscola ’90 – l’opera riporta alla memoria vicende del nostro passato remoto che altrimenti rischiavano di andare perdute». Mentre nella prefazione di Efisio Olla, presidente del Comitato San Giuseppe si legge: «Nel testo si è voluto raccogliere la storia e le conoscenze della chiesa, i riti e i luoghi che la circondano per ricordare il Trentennale del nostro Comitato».
Nell’opera non soltanto foto storiche e testimonianze di vita trascorsa che hanno lasciato un segno importante nella comunità siniscolese, ma anche studi approfonditi del territorio archeologico e dell’economia su cui un tempo si fondava il paese. Inoltre vengono riportate numerose ricerche documentate con cura e rigore che abbracciano tutta la Sardegna dove è diffuso il culto del Santo e le chiese oggetto di devozione.
All’attenzione del lettore la chiesa campestre di San Giuseppe situata all’ingresso dell’abitato con tutti i siti, reperti, cartine didattiche e testimonianze archeologiche, i mulini di grano del Rio Frunch’e oche e la sorgente su cui ruotava l’economia del paese, dove avevano sede alcune gualchiere (da cui deriva il nome della zona sa carchera) l’opificio dove si trasformava la lana in orbace, tessuto robusto e impermeabile, ma vengono riportati anche interventi più recenti come la realizzazione dell’acquedotto datato anni Sessanta.
Viene documentata con precisione storica tutta l’acquisizione dei luoghi, i vari interventi a partire dalla posa della prima pietra a quelli successivi realizzati nel tempo. La descrizione degli interni e degli arredi, le statue e gli affreschi. I riti religiosi, i festeggiamenti, la profonda devozione dei fedeli durante le celebrazioni in onore del Santo. I priorati e le varie funzioni ospitate nei locali di San Giuseppe generosamente messi a disposizione delle varie associazioni benefiche, cerimonie religiose e civili, matrimoni compresi.
Numerose le testimonianze di chi in quei luoghi ha prestato la propria opera: sindaci, sacerdoti, studiosi e gente comune.
La vita del Santo viene raccontata fin dalla sua genesi, dai messaggi ricevuti da Dio all’incontro con Maria, a San Giuseppe profeta così come vengono riportate le liriche di poeti che al santo hanno dedicato versi di profonda commozione: Santino Marteddu, Antonio Murru e Pietro Bellu. Nel testo sono state ricordate tutte le manifestazioni di devozione: gozos, preghiere, suppliche, invocazione dei devoti e testimonianze di fede che hanno avuto luogo durante i festeggiamenti in onore del santo così come viene trascritto lo statuto redatto dal comitato, l’elenco dei vari comitati che si sono succeduti e di tutti i priori che si sono avvicendati dal ’91 ad oggi.
per gentile concessione de https://www.ortobene.net/