di BARBARA REGINA
E’ luglio, è caldo, il mare chiama ma nonostante tutto sono state oltre quelle accettabili le richieste di partecipazione alla presentazione del libro “Dimmi tutto ciò che senti”, raccolta, pubblicata da L’Asino d’oro Edizioni, delle più belle lettere d’amore di Antonio Gramsci a Giulia. L’incontro si è svolto venerdì 17 luglio all’Antico Caffè di Ariccia (piccolo presidio di divulgazione della cultura sarda ai Castelli Romani), con l’intervento dei curatori, Giuseppe Benedetti, docente e scrittore, Donatella Coccoli, giornalista e scrittrice, entrambi collaboratori del settimanale Left. Il dehore era gremito (nei limiti delle restrizioni sanitarie attuali) da un pubblico attento e appassionato, grazie anche alla Professoressa Isabella Timpano che ha presentato e moderato la serata. Generosissimi i relatori nell’interagire e cedere ai presenti le loro sensazioni e consapevolezze acquisite nel tempo sulla figura di Gramsci, ancora così poco indagata come linguista, pedagogo, filosofo e femminista persino. Lo scopriamo scrittore, attento a non cadere in un linguaggio sentimentale ma comunque ricco di sentimento e passione, derivante forse anche da un retaggio tipicamente sardo della compostezza nelle passioni (ndr). Lo scopriamo pedagogo, convinto della necessità di avvicinare i bambini alla scuola, non come prassi ordinata di trasferimento del sapere ma come strumento di risveglio del pensiero, incipit del cambiamento, per lui la conoscenza è vita e progresso. Lo scopriamo moderno nel considerare la donna, necessitante di essere posta realmente al pari dell’uomo (siamo negli anni ’20!) e non un passo indietro dove persino la cultura comunista, professante la parità, la metteva, considerandola importante nella lotta, si, ma sempre come manovalanza, non come apporto intellettuale. E’ questo l’aspetto sconosciuto che forse ha colpito di più nella serata e su cui si è aperto il dibattito. Per il poco che sapeva fare in casa, Antonio Gramsci, fondatore del Partito Comunista Italiano, nelle comuni dove si svolgeva il dibattito politico, non disdegnava di lavare i piatti o fare attività domestiche al posto delle donne, per permettere loro di partecipare attivamente alle discussioni con gli altri, ascoltare i discorsi e avvicinarsi alla conoscenza dei principi e della politica che si andava sviluppando. Questo pensiero era rivoluzionario per il più degli uomini che erano con lui, la possibilità che la donna “capisse” di politica non era ancora pronta nella loro mentalità ma era invece pacifica, ovvia e necessaria per Antonio e, aggiungiamo noi, impossibilmente scevra delle influenze della cultura sarda matriarcale. Insomma, l’Antonio inaspettato, Antonio vicino alle persone, non l’ideologo triste e un po’ tormentato dell’immaginario collettivo, Antonio innamorato, della moglie, della donna, dei bambini, della vita è l’Antonio raccontato in questa serata, in questo libro e in altri, come “Gramsci per la scuola”, sempre da Benedetti e Coccoli. L’interesse dimostrato per questo evento all’Antico Caffè, patrocinato anche in questa occasione, dal Circolo Culturale Grazia Deledda APS, di Ciampino, dalla F.A.S.I e dalla Regione Sardegna, apre la strada ad altri incontri su questo personaggio storico, italiano e sardo, incontri già in progettazione, sempre con la preziosa collaborazione della Prof.ssa Timpano.
Brava Barbara, continua così, sono orgoglioso di te, di come ti poni, di quello che scrivi di quello che cerchi di mandare avanti sulla Sardegna e sulla tua attività culturale.