di MARCELLO COCCO
Due lauree in tasca (in Scienze naturali e in Medicina), quando è arrivata a Londra per un corso di aggiornamento, ha capito che il suo futuro non poteva che essere nella capitale britannica. Perché Rosa Santa Cruz, cagliaritana, 46 anni, sta costruendo, insieme a tanti ricercatori («Moltissimi italiani, sparsi per il mondo», puntualizza), il futuro della medicina. La definizione è sconosciuta ai più, “medicina rigenerativa”. Ma promette di essere rivoluzionaria. «Si parte», spiega, «dal presupposto che il corpo ha la capacità di guarire autonomamente». Come capita, per esempio, quando ripara una ferita o quando “cura” un raffreddore. «Partendo da quel presupposto, cerchiamo di capire, nelle malattie croniche, perché il corpo non le riconosce più come patologie». E, dunque, perché non attiva le sue capacità di autorigenerazione.
Dopo le due lauree ottenute entrambe all’Università di Cagliari, Santa Cruz, proveniente da una famiglia legata al mondo della sanità (è, in parte, ancora proprietaria della clinica di via Scano), ha ottenuto il dottorato in Scienze forensi alla Cattolica di Roma e, grazie a una serie di borse di studio ottenute per la qualità dei suoi lavori, ha seguito corsi di specializzazione in Spagna e negli Stati Uniti. Prima di fermarsi a Londra. «Ho sempre avuto grande interesse verso l’innovazione in medicina e la ricerca scientifica». Passando spesso dalla teoria alla pratica. «Sono stata la pioniera del palloncino intragastrico per consentire la perdita di peso agli obesi». La novità? «Il fatto che viene inserito non chirurgicamente ma, con una tecnica non invasiva, con la deglutizione». I “ferri” sembrano essere i suoi grandi nemici. «Ho lavorato anche su una procedura per trattare le emorroidi senza chirurgia».
Il passaggio alla medicina rigenerativa è stato quasi un passo obbligato. Perché, appunto, comporta interventi non invasivi. «E perché questo approccio punta a riattivare i normali processi di autoriparazione». Nonostante si sia nella fase sperimentale, arrivano risultati sorprendenti: funziona, per esempio, una terapia auricolare fatta con campi magnetici a bassa intensità. Una terapia lampo (dura appena 15 secondi) usata, tra gli altri, su una paziente affetta da sclerosi multipla. «Questa ragazza aveva il piede bloccato verso l’interno: dopo la terapia, è tornato nella sua posizione naturale». Il meccanismo è simile al reset che viene fatto quando un computer si blocca.
Tecniche non invasive. Ma anche minimamente invasive, come iniezioni localizzate o infusioni sistemiche di emoderivati e di derivati delle cellule staminali. «Soprattutto, in quest’ultimo caso, siamo lavorando su una tecnologia molto avanzata che viene testata a Oxford e a Los Angeles. Utilizziamo i derivati delle staminali e, quindi, riduciamo ulteriormente gli eventuali effetti collaterali».
La definizione, medicina rigenerativa, fa subito pensare alla medicina estetica. «In effetti, si può intervenire anche su questo, per bloccare, nella fase iniziale, la caduta dei capelli o ringiovanire la pelle. E viene utilizzata anche per curare le disfunzioni erettili». Ma, soprattutto, si occupa di patologie ben più gravi, come la malattie degenerative e croniche. In questa fase, per esempio, si interviene sull’Alzheimer. «Ma non è il caso di alimentare illusioni: per ora, non può considerata una terapia risolutiva ma viene affiancata alla medicina tradizionale».
Intanto, la medicina rigenerativa ha già un vantaggio: evita gli effetti collaterali. «Non a caso, le industrie farmaceutiche non mostrano grande interesse verso questo approccio». Il difetto? Per il momento, si tratta di terapie molto costose. «I nostri pazienti sono attori di Hollywood o calciatori». Persone che possono spendere 40 mila sterline a seduta. Ma, prima o poi, i prezzi scenderanno. E le terapie saranno alla portata di tutti. Anche in Sardegna con Rosa Santa Cruz? «Se potessi portare qualcosa di utile nella mia terra, sarei ben felice. Ma per ora non mi sembra che ci siano i presupposti».
Onore alla nostra dottoressa scienziata sarda