Una sassarese-algherese a Parigi conquista il palato dei francesi. Francesca Feniello ha portato il suo bistrot “Tempilenti” in Rue Gerbier 13, nell’XI arrondissement, a diventare una meta dei buongustai e a trovare posto nelle classifiche dei migliori ristoranti italiani nella città della Senna. Un successo che divide con Silvia Giorgione, sommelier torinese: insieme hanno preso la decisione di mettersi in proprio, dopo aver lavorato in altri restaurant parigini, e dando non casualmente il nome di Tempilenti a uno spazio intimo e accogliente che consente di dimenticare la vita frenetica della capitale francese e godere di cibo genuino e dei migliori vini.
Per Francesca, la passione per la cucina è nata dopo aver frequentato il Dams di Bologna, specializzandosi in musica. Prime esperienze in Piemonte, dove si è fatta le ossa come cuoca, ma sempre tenendo il legame con la sua isola, dove ad Alghero ha appreso, quando ancora era poco più che ventenne, anche da Andreini, mitico nome della ristorazione di qualità. Poi l’approdo a Parigi e il salto di qualità.
«Diciamo che la cucina me la sentivo nel sangue perché ho avuto la fortuna di poterla apprezzare in famiglia, dove ho imparato a conoscere ottimi piatti e preparazioni diverse. Sapori e profumi di cui ho goduto sin dall’infanzia, grazie ai nonni e ai miei genitori». Francesca è figlia di Maria Grazia Deliperi, maestra di danza e direttrice della scuola sassarese “Arabesque”, e di Giuseppe “Ciuffo” Feniello, algherese. Da questo mix ha tratto vantaggi nella sua professione, in cui valorizza tradizioni culinarie e sperimentazione, ma sempre secondo uno stile classico che privilegia soprattutto la qualità della materia prima e i prodotti, per quanto è possibile, sardi, e senza trascurare il riferimento con la cucina italiana. «Che non ha niente da invidiare a quella francese, decisamente più ricca di grassi», dice.
E infatti i parigini apprezzano, il ristorante è sempre affollato e si è fatto un nome anche tra personaggi famosi, artisti, cantanti. Ovviamente anche gli amici che arrivano da Sassari e Alghero non mancano mai di fare almeno una puntata nel bistrot vicino al Pere-Lachaise. Il super vitello tonnato e gli spaghetti burro, acciughe e pangrattato sono piatti che hanno gradimenti a cinque stelle. Della cucina di Francesca hanno parlato i maggiori quotidiani e giornali specializzati con recensioni entusiastiche e proprio di recente “Tempilenti” è stato giudicato tra i migliori ristoranti italiani di Parigi.
«Abbiamo una carta sempre diversa, perché privilegiamo la materia prima di stagione – racconta Francesca Feniello – e vogliamo che il cliente non si perda tra mille opzioni –. Facciamo arrivare prodotti dall’Italia, tutti di ottima qualità, e carne dalla Borgogna, allevata in maniera naturale. I vini, invece, sono tutti rigorosamente italiani». E quando ritorna in Sardegna, alla partenza Francesca non manca di mettere in valigia anche prelibatezze sarde, spesso sconosciute ai più. Un elenco dolce e salato che esalta sempre la clientela. E che comprende anche le olive in salamoia, dal profumato sapore di finocchietto e alloro che richiama la nostra macchia mediterranea.
Ma al di là delle esperienze sensoriali che la buona tavola di Francesca e Silvia consente, la clientela apprezza anche il clima di distensione e rilassatezza che si respira a “Tempilenti”. «Vogliamo che il nostro ristorante sia un luogo di piacere, che, per almeno un’ora o due, i clienti possano dimenticare lo stress e il caos che deriva dal vivere in una metropoli». Se a questo si aggiunge la simpatia della coppia di ormai collaudate imprenditrici, il pasto diventa perfetto.