di VIRGILIO MAZZEI
Diversamente da altri vini, Il Mandrolisai non prende il suo nome da un vitigno, ma da una mescolanza di uve selezionate provenienti da altri tipi di vitigni – coltivati in un territorio ben circoscritto – conosciuto con la denominazione Mandrolisai.
Parliamo quindi di un assemblaggio di uve empiricamente sperimentate da “artigiani del vino” locali, e successivamente studiate in maniera scientifica da esperti enologi.
Un particolare riconoscimento per la storia di questo vino va ai viticoltori di quel territorio che, a partire dal 1950 – vista la bontà del prodotto – decisero una fattiva collaborazione per migliorare la produzione, e la valorizzazione dell’immagine.
Risale a quel tempo, infatti, la decisione di creare un “gruppo” di lavoro in cui mettere insieme idee e risorse per dar vita alla Cantina del Mandrolisai che oggi conosciamo, e che rappresenta il fiore all’occhiello di quel territorio. Bravi!
Siamo quindi di fronte a un prodotto ormai affermato che, grazie alle sue caratteristiche organolettiche, è oggi in grado di soddisfare i palati più esigenti.
Dispiace constatare, però, che la sua fama e il suo consumo sia circoscritta ad un’area che si limita al mercato interno e non a quello internazionale, se non in minima parte. Peccato!
E’ doveroso ricordare che questo vino nasce da un ben sperimentato uvaggio composto da Bovale sardo detto anche Muristello (35%), Cannonau (20/35%) e Monica di Sardegna (20/35%).
Ma possono concorrere alla creazione di questo vino anche altre tipologie di uve coltivate nella Regione Sardegna, purché iscritte nel Registro Nazionale delle varietà di viti previste nella viticoltura sarda, fino ad un massimo del 10%.
Il territorio da cui prende il nome il vino in argomento, è una “regione” storica incastonata come una perla nella Sardegna centrale, meglio conosciuta – e indicata con orgoglio dai sardi – come “Barbagia ‘e Mandrolisai”.
Secondo quanto previsto dal Disciplinare per la produzione del vino Mandrolisai DOC, i territori di produzione riconosciuti per questa denominazione sono sette comuni situati nella provincia di Nuoro e di Oristano: Ortueri, Sorgono, Tonara, Desulo, Atzara, Samugheo e Meana Sardo.
Il disciplinare che regola la produzione del Mandrolisai DOC è stato approvato con DPR 6.6.1981 e successivamente modificato con D.M. 7.3.2014 attualmente in vigore.
Il regolamento stabilisce che i vigneti devono essere ben esposti; e il terreno vitato particolarmente idoneo – sotto il profilo geologico – alla tipologia dei tre vitigni impiegati per la produzione dell’uva, avendo gli stessi caratteristiche ampelografiche e organolettiche diverse.
Inoltre, viene prescritto che le vigne siano impiantate in terreni la cui altitudine non superi i 750 metri s.l.m.
E’ stabilito altresì che la resa massima di uva per ettaro non sia superiore a 12 tonnellate, e che la resa massima delle uve in vino non superiore al 70% per il tipo rosso, e al 65% per la tipologia rosato.
Il Mandrolisai DOC viene prodotto in tre tipologie:
– Rosso con una gradazione alcolica minima di 11,5
– Rosso superiore con una gradazione alcolica minima di 12,5. A condizione che abbia subìto un invecchiamento di almeno 24 mesi, 12 dei quali in botti di legno.
– Rosato con una gradazione alcolica minima 11,5.
Le principali caratteristiche organolettiche del vino Mandrolisai DOC sono:
Colore: rosso rubino tendente all’arancione con l’invecchiamento.
Odore: vinoso, caratteristico, con profumi compositi che riportano alle caratteristiche delle uve che lo compongono.
Sapore: asciutto, sapido con retrogusto amarognolo, armonico, vellutato, molto caratteristico anche per effetto del territorio di produzione, ma soprattutto per il particolare tipo di uvaggio utilizzato.
Sotto il profilo geologico, la zona vitata per la produzione di questo splendido vino presenta un suolo soprattutto roccioso, caratterizzato da impasti scistosi.
Il vino Mandrolisai DOC, grazie alle sue particolari caratteristiche organolettiche fornitegli da tre uve importanti come il Bovale sardo, il Monica di Sardegna e il Cannonau, si presta ad una vasta gamma di abbinamenti. Ma in maniera egregia si sposa con la selvaggina in genere, con tutte le tipologie delle carni rosse, grigliate di carni suine e con i formaggi stagionati prodotti nel territorio della cosiddetta “Montagnina” o “Barbagia”. Non disdegna accompagnare “sa cordula” alla brace, o il saporito e succulento “tatalliu” di agnello o capretto.
Questo importante vino che il nostro vigneto sardo ci offre, va servito ad una temperatura di 18/20 gradi, in calici a mezzo gambo, leggermente svasati. Si consiglia l’apertura della bottiglia almeno qualche ora prima di essere servito in tavola.
Le tre “storiche” uve – con caratteristiche diverse – che compongono il Mandrolisai, sapranno in quel momento sprigionare i loro differenti e caratteristici profumi unendoli in un bouquet che inebrierà i fortunati commensali.