di MAURO PILI
Non ci voleva uno scienziato per capire che quello di Onorato era un ricatto, bello e buono.
Un bluff, uno dei tanti. La decisione di fermare le navi della Tirrenia non era che l’ennesimo tentativo maldestro di passare da vittima, nonostante anche le pietre sapessero che da 8 anni doveva allo Stato ben 180 milioni di euro. Soldi pubblici, mai pagati, per l’acquisto mai saldato di Tirrenia.
I tribunali lo hanno condannato a pagare, subito, 115 milioni dei 180. Non ha ottemperato e, sempre i giudici, hanno colto l’istanza di sequestro dei liquidatori della prima Tirrenia, quella di Stato.
Una storia di denari sottratti alle casse di Tirrenia per spostarli nelle tasche private di Moby e non solo.
I commissari, se non avessero disposto il sequestro, sarebbero incorsi in una caterva di reati. E soprattutto non avrebbero rispettato i tempi per recuperare quei soldi che da 10 anni devono ai creditori della Tirrenia di Stato, dai lavoratori a centinaia di società coinvolte nel vortice della gestione fallimentare della compagnia statale. Dunque, un atto dovuto e obbligatorio: far sequestrare i conti, recuperare il maltolto!
Onorato vistosi spalle al muro, ma pur sempre con ampi gruzzoletti nelle casse private, ha ben visto di fermare le navi per mettere in scena un ricatto della peggior specie: fermare il cibo per la Sardegna.
Il messaggio era chiaro, la strategia da volpino di mare era evidente. Nei suoi calcoli Onorato, infatti, decide di fermare le sue navi per bloccare di fatto l’arrivo delle merci in Sardegna.
Ragionamento eloquente, se vogliamo osare nel definirlo tale: senza le navi di CIN – Tirrenia in convenzione le merci non arriveranno in Sardegna e saranno i sardi a spingere per rimuovere il blocco.
Gioco scoperto e bluff evaporato nel pomeriggio, intorno alle 16, quando il Ministro dei trasporti annuncia: ci sono altri armatori pronti a svolgere il servizio di collegamento con la Sardegna.
Il naufragio del ricatto scorre sulle agenzie: Onorato è spiazzato, il gioco è scoperto.
L’unico a stare al gioco di Mascalzone Latino è, manco farlo apposta, il presidente della regione Sardegna.
Ci casca, o ci fa, come niente e annuncia di aver avviato una mediazione con Onorato.
Anzichè difendere la Sardegna eccolo, prono al cospetto dell’ennesimo ricatto. Roba da non credere.
Eppure ci voleva poco per scoprire che i principali operatori della mobilità si erano già dichiarati pronti a sostituire il plurisovvenzionato Onorato. La nota ufficiale già in serata è in onda sulle agenzie, bastava leggerla anzichè buttarsi sulle braccia del ricatto di Onorato.
Scrive il direttore generale di Alis Marcello Di Caterina subito dopo la notizia del sequestro conservativo sui conti correnti di Tirrenia CIN da parte di Tirrenia in AS: “L’intero cluster ALIS e, in particolare, tutti gli armatori ed i trasportatori associati, continueranno ad operare in prima linea al fine di garantire la continuità territoriale con la Sicilia e la Sardegna e ad assicurare il costante e quotidiano approvvigionamento delle merci e dei beni di prima necessità, in primis prodotti alimentari e farmaceutici”.
“Specialmente in una fase emergenziale come quella attuale causata dalla pandemia da Coronavirus, il cluster ALIS intende agire ed operare al fianco del governo, delle Isole e dell’Italia intera, accogliendo favorevolmente quanto comunicato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha precisato in una nota ufficiale come attraverso l’operatività di altri armatori non ci saranno problemi di trasferimento delle merci, in particolare alimentari e farmaceutiche, e di collegamenti con la Sicilia, la Sardegna”, – aggiunge Di Caterina.
Gli operatori di Alis, che nelle scorse settimane aveva già registrato una quota di mercato pari al 70% delle merci in ingresso e in uscita dalla Sardegna, conclude la nota “si impegnano quindi a garantire immediatamente, con massima operatività e senso di responsabilità, un potenziamento delle linee già esistenti e dell’avvio nelle prossime ore di nuove linee in maniera tale da poter garantire il trasporto anche alla restante quota di mercato attraverso l’impiego di ulteriori navi da e per la Sicilia e la Sardegna”.
E il presidente della regione sarda cosa fa? Tenta di rimettere la Sardegna nelle mani di Onorato. Senza pudore e senza vergogna!
A davvero la regione Sardegna è responsabile”del fallimento della tirrenia??che colpa ha la regione,dovrebbe cambiare partner?ho lo stato centrale come sempre responsabile con più peso,che dovrebbe ripianare il debito che tirrenia ha con lo stesso stato? come si fá nel caso di fallimento di banche importanti”per tutelare i risparmiatori interviene lo stato senza condannare i buchi creati da incapaci!…la continuità territoriale e determinante!cosi come li sarebbe la zona franca i la defiscalizzazzione del isola con un taglio necessario sia del iva dal22%in tutta Italia e del cuneo fiscale 47%uguale per tutti,a un taglio di almeno 7-8punti %!!altrimenti è impossibile creare sviluppo!…