di MAURO PILI
Mia Nonna materna, donna forte e di carattere, amava ripetere con tono impositivo e deciso: quando vi lascerò ricordatevi di non mettere la mia data di nascita nella lapide.
A chi osava chiederle spiegazioni ripeteva: nessuno deve passare davanti alla mia tomba e mettersi a fare i compiti di matematica.
Il riferimento era a coloro che con disincanto sottraevano la data di morte con quella di nascita per ricavarne l’età e giudicare se la dipartita fosse stata giusta o sbagliata!
Il messaggio di mia nonna era forte e chiaro, non un vezzo: quando una nonna, un nonno, un genitore ci lascia non conta l’età. E’ sempre una parte indelebile della nostra vita. Carne della nostra carne, amore del nostro amore.
Sarà che la lezione di vita di mia nonna è rimasta impressa come fuoco vivo sulla mia pelle che quando sento chiedere quanti anni aveva l’ennesima vittima del coronavirus provo rabbia e vergogna per conto terzi.
L’amore per un proprio nonno o nonna, per un padre o una madre non ha età. Non ha età un anziano. E’ un giacimento di affetti, di ricordi, di cultura, di insegnamenti. E la sua vita va salvaguardata proprio perchè indifesa e fragile.
Certo, ogni vita deve fare il suo corso e non siamo noi che possiamo fermarlo. Di certo, però, entrati nel terzo millennio, è difficile pensare che si possa assistere inermi e alla fatua strage di nonni che in queste ore sta imperversando in lungo e in largo la Sardegna da Sassari a Sanluri, passando per Bitti e Samassi.
Morti, in silenzio. Nonni e Nonne chiusi senza scampo nelle case di riposo, trasformate da case serene in inferno di virus e abbandono.
Un silenzio quasi deliberato, con fatti gravi che hanno scavalcato la coscienza e sconfinato nel penale.
Non si possono fare spallucce dinanzi a quei tanti nonni che nel turbinio di queste settimane hanno lasciato la vita terrena senza il conforto di un estremo saluto.
E c’è chi si arrampica nei sofismi del “per” o “con” coronavirus.
Non c’è alcuna differenza: morti per abbandono, perchè niente è stato fatto per sottrarli a quel mostro.
Si è scelto senza dirlo di non far niente, per inadeguatezza della struttura sanitaria, per cinismo e per gravissima negligenza.
Non è pensabile altrimenti.
A Bitti, paese di cultura e tradizioni profonde, nel cuore della Sardegna, si sta morendo nel silenzio della casa di riposo. I contagiati sono 20! Solo tre si sono salvati. Non si conosce il numero esatto dei morti, quelli censiti parlano di due o tre. Il silenzio regna sovrano.
A Sanluri, casa di riposo di riferimento del campidano, su 40 ospiti trenta sono infettati. Tutti o quasi, con un numero di morti imprecisato nell’ultima settimana, certamente non dichiarati, per assenza di tamponi o per silenzio.
A Sassari la strage di
casa serena conta negli ultimi giorni due morti ogni 24 ore. E il dato di oggi
è drammaticamente un pugno letale allo stomaco: 73 contagiati, e mancano ancora
30 tamponi!
Nonni e nonne! Non scarto della società da far infettare senza alcun riguardo,
senza un pronto intervento per bloccare l’escalation del virus.
Le Procure facciano il loro corso. Presto, prima che sia troppo tardi. E’ impensabile che si sia consentito che 120 persone da nord a sud della Sardegna, nonne e nonni, si infettassero a vicenda senza che nessuno intervenisse per bloccare questa devastante avanzata del mostro!
Per quale stramaledetto motivo non si è intervenuti il primo giorno utile, alle prime avvisaglie del contagio?
Per quale invereconda ragione quel paziente “1” delle case di riposo di Bitti, di Sanluri e di Sassari non è stato immediatamente individuato, salvato, tutelando nel contempo la vita di tutti gli altri ospiti?
Sono state fatte le segnalazioni? Sono stati richiesti i tamponi sin dall’inizio?
Sì, le richieste sono state fatte, ne ho certezza assoluta. Sono stati chiesti i tamponi, ma quel grido di dolore è rimasto ignorato. Maledettamente inascoltato!
Si faccia in fretta, senza perdere altro tempo.
Nessuno può e deve considerare quei pazienti di serie B.
Sono Nonne e Nonni, Madri e Padri. Sono donne e uomini.
Mia nonna nella sua lapide non ha la data di nascita: era madre e nonna.
Se ci lasciano i nostri padri le nostre mamme e i nostri nonni ,si portano con se la nostra storia.Non so se qualcuno se ne rende conto.
Che tristezza 😢😢😢