di ROBERTO LODDO
La fabbrica di bombe RWM Italia Spa ha dichiarato di aver fermato la produzione di ordigni ed esplosivi per non gravare sul sistema sanitario in caso di incidente, ma non rinuncia ai lavori in corso per l’ampliamento dello stabilimento, nonostante l’attuale piano di sicurezza esterno sia scaduto da otto anni e probabilmente non è più adeguato agli attuali livelli di rischio.
Nessun nuovo percorso di rottura quindi ma solo l’ulteriore conferma di scelte del passato dannose per un territorio già devastato e compromesso. Scelte che vanno nella direzione opposta della riconversione di una inquinante economia di morte che possa restituire valore al patrimonio ambientale, storico e culturale del Sulcis – Iglesiente.
L’attenzione del Comune non è infatti concentrata sull’emergenza sanitaria in corso, un comunicato congiunto a firma di USB Sardegna e COBAS Cagliari definisce l’operazione dell’amministrazione in concerto con la fabbrica di bombe “Una grossa furbata e una mossa propagandistica. Uno stop provvisorio per prender fiato e lanciarsi nella produzione con rinnovato vigore l’emergenza coronavirus sarà superata”. Per i sindacalisti di base Salvatore Drago e Giorgio Canetto “È surreale dover assistere a questo attivismo degli uffici comunali di Iglesias, in favore dell’ampliamento RWM, in un momento di estrema emergenza come questo”.
Dal 9 al 16 marzo sono stati emessi ben otto provvedimenti in otto giorni, tutti relativi ad interventi di ampliamento della porzione di stabilimento che si trova in territorio di Iglesias. Per Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita, portavoce del comitato riconversione RWM “Continua senza sosta il lavoro di parcellizzazione delle autorizzazioni edilizie che ha caratterizzato fin dal principio il rapporto tra la RWM e il Comune, volto, a nostro parere, a eludere le norme relative alla Valutazione di Impatto Ambientale che, ricordiamo, la società è finora riuscita ad evitare”.
Il provvedimento che fa capire quanto questa fabbrica abbia intenzione di proseguire la sua politica di incremento della produzione di ordigni bellici riguarda la variante in corso d’opera del progetto per la realizzazione dei nuovi reparti R200 ed R210, che prevede il raddoppio della produzione degli esplosivi di tipo PBX, sul quale pende il giudizio del TAR, per un ricorso presentato a gennaio 2019. E per il comitato riconversione RWM “Appare inopportuno che si cerchi di far approvare varianti in corso d’opera mentre il giudizio sulla legittimità dell’opera è ancora pendente. Fa impressione l’incessante attività degli uffici comunali di Iglesias in favore dell’ampliamento, in un momento come quello che stiamo vivendo”.
La nota del comitato riconversione RWM conclude citando le parole preziose del segretario generale dell’ONU, António Guterres che di fronte al disastro mondiale causato dal coronavirus, chiede “un immediato cessate il fuoco globale in tutti gli angoli del mondo”. Per i portavoce del comitato “se non capiamo che produrre armi non equivale certo a produrre cioccolatini, come qualche politico locale continua a credere, non spezzeremo mai il legame vizioso tra quella che ipocritamente viene chiamata industria della difesa e il proliferare dei conflitti e continueremo a trovarci nell’assurda necessità di pagare con i soldi dei contribuenti la cassa integrazione dei suoi dipendenti, anche a prezzo dei continui tagli alla spesa sanitaria, di cui vediamo i risultati in questi giorni drammatici”.