Additata come untrice e costretta a lasciare la casa in cui viveva a Glasgow, in Scozia, perché tormentata da una collega anche sui social network. È la storia di Francesca S., 23 anni di Assemini, nell’hinterland di Cagliari, iscritta all’Università di Glasgow, vittima di quella che può essere definita una ‘xenofobia da coronavirus’. Una vicenda simile, da quanto si legge sui social, a molti italiani che attualmente vivono in Inghilterra, guardati appunto come i diffusori del coronavirus. “Inizialmente qui il comportamento degli inglesi era molto tranquillo, sembravano non preoccuparsi di quanto stava accadendo – racconta Francesca – io leggevo i giornali italiani e, per paura, ho iniziato da subito a indossare guanti e mascherina. Ma venivo derisa e presa in giro da tutti, mi vedevano come una marziana”.
Nel giro di pochi giorni le cose sono cambiate. “Io vivevo nella casa dello studente, l’atteggiamento di tutti si è trasformato – spiega – mi guardavano male e alcuni, appena scoprivano che ero italiana, si allontanavano. Una mia coinquilina ha iniziato a rimproverarmi e insultami. Mi diceva: ‘Incontri e frequenti italiani, devi sottoporti al tampone’. Frasi dette in pubblico davanti a tutti e anche ripetute sui social. Ho litigato con lei, le ho spiegato che non tornavo a casa da mesi, che non incontravo nessuno, non avevo sintomi, ma lei ha perseverato. Alla fine ho dovuto provvisoriamente lasciare la casa dello studente, che continuo comunque a pagare. Adesso mi sono trasferita a Edimburgo, almeno qui ci sono persone che mi vogliono bene. Ho vissuto un periodo molto difficile, a causa della paura e dello stress per questi insulti non riuscivo nemmeno a dormire”.
Il tutto mentre in Inghilterra non sono ancora state prese misure drastiche per arginare il Covid-19. “Abbiamo avuto tre casi confermati all’Università – svela Francesca – ma l’Ateneo non è stato chiuso. Solo questa settimana sono state avviate le lezioni on line, anche se la biblioteca, il bar e gli altri punti di ritrovo sono aperti”. La studentessa sarda è in Scozia da tre anni, studia Media e Comunicazione, da diversi mesi non torna in Sardegna. “Ho pensato di tornare a casa e mettermi in quarantena – dice – ma la situazione è precipitata e ho preferito rimanere qui. Mi dispiace solo di questo ostracismo nei confronti degli italiani”.
esattamente quello che è stato fatto qui, almeno agli inizi, con i cinesi