CHE DIFFERENZA C’E’ TRA EPIDEMIA E PANDEMIA? ECCO IL SIGNIFICATO

La Covid-19 è la seconda pandemia di questo secolo, comparsa a 11 anni dalla pandemia dell’influenza A/H1N1. Come allora, ogni Paese è tenuto a rispondere mettendo in atto dei piani pandemici per gestire l’organizzazione di ospedali e terapie, in linea con quanto previsto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Non è stabilito in modo chiaro il momento in cui un’epidemia diventa una pandemia e in generale si parla di pandemia quando in più Paesi avvengono epidemie con una trasmissione molto sostenuta, che non può più essere messa in relazione con il focolaio originario della nuova malattia. L’ultima dichiarazione di pandemia da parte dell’Oms risale al 2009, quando l’influenza H1N1 colpì circa un miliardo di persone nei primi sei mesi, causando 600.000 morti.

Quella del coronavirus SarsCoV2 è anche la seconda pandemia in un mondo globalizzato e nella quale il virus si è spostato rapidamente da un continente all’altro a bordo degli aerei, proprio come aveva fatto il virus dell’influenza H1N1. A renderla unica è stata la risposta del mondo scientifico, che ha ottenuto l’identikit genetico dell’agente responsabile con una rapidità mai vista finora. Profondamente diversa, invece, la situazione ai tempi della Spagnola del 1918, che aveva provocato circa 50 milioni di morti superando con il suo bilancio di vittime quello della Prima Guerra Mondiale. I virus attraversavano i continenti molto più lentamente anche ai tempi della pandemia dell’Asiatica del 1957, che uccise 1,1 milioni di persone, e della Hong Kong del 1968, che uccise un milione di persone.

Secondo la definizione dell’Oms, una pandemia è la diffusione in tutto il mondo di una nuova malattia e generalmente indica il coinvolgimento di almeno due continenti, con una sostenuta trasmissione da uomo a uomo. La gravità di una malattia non è il parametro decisivo perché venga dichiarata una pandemia, che riguarda invece l’efficacia con la quale una malattia si diffonde. Può infatti accadere che una pandemia inizi con una gravità moderata e che possa diventare più grave con l’arrivo di una seconda ondata. La dichiarazione di pandemia implica che ogni Paese metta a punto un Piano pandemico e che lo aggiorni costantemente sulla base delle linee guida dell’Oms. I piani pandemici possono prevedere misure per riorganizzare i posti letto negli ospedali, comprese le strutture di terapia intensiva, e percorsi per alleggerire le strutture di pronto soccorso; altri provvedimenti possono riguardare i numeri del personale sanitario; l’acquisto di farmaci e la messa a punto e la produzione su larga scala di un vaccino diventano prioritarie, così come l’organizzazione delle campagne di vaccinazione; in alcuni casi potrebbe anche diventare necessario fare delle scelte relative all’accesso alle terapie. Già dal 1999 l’Oms aveva pubblicato una guida sulla preparazione alla pandemia, aggiornata nel 2005. Da allora si è continuato a lavorare sulla messa a punto dei piani di risposta e l’Oms ha più volte rilevato come ci sia ora una maggiore consapevolezza del fatto che prepararsi a una pandemia richieda il coinvolgimento non solo del settore sanitario, ma della società nella sua interezza, con il coinvolgimento diretto delle persone. Un ruolo molto importante è affidato inoltre al coordinamento tra l’Oms e le altre organizzazioni internazionali. A livello nazionale infine, rileva l’Oms, è molto importante informare il pubblico regolarmente sulla malattia pandemica, incluse le modalità di trasmissione, la gravità clinica, la prevenzione e le terapie.

Ma che differenza c’è tra focolaio, epidemia e pandemia? Le risposte sembrano scontate, ma spesso non lo sono. Per questo, mentre sui social si moltiplicano gli esperti improvvisati di coronavirus, l’Istituto Superiore di Sanità (Iss) pubblica sul portale un glossario con le parole chiave del Covid-19. Per insegnare a utilizzare le parole nel modo corretto.

Focolaio epidemico: si verifica quando una malattia infettiva provoca un aumento nel numero di casi rispetto a quanto atteso all’interno di una comunità o di una regione ben circoscritta.

Epidemia: è la manifestazione frequente e localizzata – ma limitata nel tempo – di una malattia infettiva, con una trasmissione diffusa del virus. Si verifica quando un soggetto ammalato contagia più di una persona e il numero dei casi di malattia aumenta rapidamente in breve tempo. 

Pandemia: è la diffusione di una malattia in più continenti o comunque in vaste aree del mondo. E’ caratterizzata da una trasmissione alla maggior parte della popolazione.

Soggetto asintomatico: è una persona affetta da una malattia, ma che non presenta alcun sintomo apparente. Esiste un periodo chiamato “incubazione” in cui una malattia è già presente senza mostrare sintomi ma alcune malattie possono rimanere asintomatiche per sempre. Le persone con coronavirus sintomatiche sono la causa più frequente di diffusione del virus.

Quarantena: è un periodo di isolamento al quale vengono sottoposte persone che potrebbero portare con sé germi di malattie infettive. Per il coronavirus è stata fissata a 14 giorni, e si applica agli individui che abbiano avuto contatti stretti con casi confermati di COVID-19.

Contatto stretto: possono essere gli operatori sanitari o altre persone impiegate nell’assistenza di un caso sospetto o confermato; le persone che sono state faccia a faccia o nello stesso ambiente chiuso o che vivono nella stessa casa con un caso sospetto o confermato; così come quelle che vi hanno viaggiato in aereo nella stessa fila o nelle due file antecedenti o successive.

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