di GABRIELLA GRIMALDI
Quando da un lato della gigantesca Piazza Rossa si è sentito chiaramente avanzare il suono incalzante dei campanacci, e poi sono comparse le figure scure e imponenti dei Mamuthones con la loro danza grottesca e coinvolgente, i tantissimi russi e i turisti che ogni giorno affollano il “salotto” di Mosca sono rimasti davvero a bocca aperta. Uno spettacolo certamente inconsueto a quelle latitudini, che ha incantato il folto pubblico presente alle sfilate della Festa di Fine Inverno, una manifestazione che segna la fine della stagione fredda considerata molto importante in tutta la Russia.
Protagoniste sono le maschere tradizionali europee e quest’anno tra gli ospiti, unico gruppo proveniente dall’Italia, c’erano anche i Mamuthones e gli Issohadores della Pro Loco di Mamoiada. «La vita è fatta di belle giornate e di giornate storiche – dice il giovane presidente della Pro Loco Raffaele Bindinelli, ancora frastornato dall’esperienza, durante una conversazione interrotta spesso dalle migliaia di chilometri che separano quella parte del mondo dall’Italia –, poi succede che finito il Carnevale una delle massime espressioni mondiali di storia e cultura per millenni, la città e la gente di Mosca, incontra un gruppo come il nostro che rappresenta le tradizioni, la cultura e l’anima di una piccola comunità e della Sardegna intera. Abbiamo sfilato per due giorni, nel pomeriggio, in una piazza gremita di persone, e oggi sarà l’ultima uscita, con un successo enorme, e un’emozione indicibile».
L’invito è arrivato qualche tempo fa direttamente dagli organizzatori della manifestazione che avevano osservato, attraverso i social, le opere artigianali esposte nel Museo delle Maschere del Mediterraneo di Mamoiada, una struttura che accoglie ogni anno una gran mole di visitatori che possono osservare la foggia e i profondi e atavici significati delle maschere utilizzate soprattutto durante il Carnevale nei vari Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Non sono passati inosservati i visi ancestrali scolpiti nel legno nero dei Mamuthones, la loro bellezza “mostruosa”, il loro incedere in gregge con il peso dei campanacci sulle spalle, la lunga veste di animale a coprire quegli esseri remoti e misteriosi. E neppure gli Issohadores, con i loro cappi pronti a catturare gli animali e i malcapitati spettatori durante le sfilate. Hanno anche notato che questo gruppo tradizionale viene ormai invitato nelle manifestazioni più importanti del mondo dove esporta il senso di una comunità vivace come Mamoiada. È ancora fresco il ricordo dell’esperienza in Galizia, in Spagna, dove erano radunate le compagnie della penisola iberica e, unici ospiti “stranieri”, i Mamuthones mentre rimarranno per sempre scolpiti della memoria di tutti il viaggio dell’anno scorso a Singapore e la sfilata surreale ed esaltante nel caldo dell’Avana, a Cuba, quasi 25 anni fa.
Oggi dunque le maschere sarde si muoveranno ancora una volta fra i palazzi granata della capitale russa in mezzo a una folla di curiosi che, è sicuro, saranno catturati a sorpresa dalle corde lanciate con abilità dagli Issohadores. Poi il rientro a casa a godersi i complimenti dei compaesani. «Questo gruppo fantastico – dice ancora Bindinelli – ha portato con entusiasmo un pezzo della nostra storia e della nostra isola anche qui, a 3mila chilometri di distanza da casa. Quello che stiamo vivendo a Mosca è un sogno che siamo riusciti a realizzare credendoci con tutte le forze. E adesso siamo orgogliosi di aver scritto questo piccolo-grande pezzo di storia di Mamoiada».
Fantastici ambasciatori di Sardegna