di LUCIA BECCHERE
Il 20 novembre 1956, il Cardinale Alfredo Ottaviani giunse a Nuoro quale inviato dal Papa Pio XII per l’inaugurazione del nuovo Santuario della Madonna delle Grazie. Il sindaco di Nuoro, l’avvocato Pietro Mastino, dopo essergli andato incontro all’ingresso della città insieme alla giunta, l’aveva accolto con i dovuti onori nella sala Consiliare del Municipio dove si era tenuto un ricevimento in suo onore. Davanti a tutte le autorità civili e religiose il sindaco aveva pronunciato un solenne e commosso discorso che qui riproponiamo – un testo manoscritto su cui Mastino era tornato più volte come dimostrato dalle molteplici cancellature e ripensamenti – e che voleva essere non solo un omaggio di tutta la città all’alto prelato, ma anche espressione di intima religiosità da parte di un uomo illustre che da sempre si era professato ateo.
«Ad avercene tante persone come lui!», il commento del cardinale Ottaviani al discorso del sindaco, parole segnate da un sentimento intimo e sincero di chi, da laico, si faceva portavoce della devozione di una comunità che dal conforto della fede attingeva nutrimento spirituale per le proprie famiglie da sempre particolarmente devote alla Madonna delle Grazie, venerata prima nell’antica chiesa seicentesca e poi nel nuovo Santuario, oggetto di culto anche da parte di tutti i fedeli dei paesi limitrofi che numerosi giungevano in città per immergersi nella preghiera animati da un senso di devota riconoscenza per le grazie ricevute.
Nel suo intervento il sindaco di Nuoro si sofferma sulle due chiese specchio delle due Nuoro, vicine e diverse: Seuna, con le sue umili case di contadini, protetta dalla dolce melodia delle campane della vecchia chiesa e l’altra Nuoro, dove il cambiamento cominciava a muovere primi passi proiettandola verso la modernità e il benessere. La nuova chiesa delle Grazie, più bella e più grande, capace di accogliere tutti, assurge per Mastino a simbolo di speranza affinché l’intera comunità, come in quella circostanza, ritrovi sempre nella fede motivo di unione nella condivisione di tutti quei valori umani e religiosi su cui fondare un futuro sereno e fiducioso di un’intera comunità.
Mastino, dopo aver rivolto l’augurio a tutti i fedeli che con la generosità delle loro offerte hanno contribuito alla realizzazione del nuovo Santuario, mirabile monumento di fede, affinché la stessa sia foriera di pace e fratellanza, di amore e di speranza per una vita migliore, a nome di tutti i nuoresi saluta e ringrazia il cardinale che con la sua presenza ha reso più solenne lo storico avvenimento.
Nuoro di oggi si ricongiunge all’antica, perché la fede ininterrotta e continua è la stessa
innanzi all’Eminenza del Cardinale Ottaviani, la cui altezza di dignità fu conferita dal pontefice ed è consacrata da quel collegio che ha la potestà di eleggere e di esprimere, dal proprio seno, il sommo Reggitore della Chiesa, dinanzi all’Eccellenza di tanti vescovi e delle personalità tutte, qui convenute, vorrei trovare la parola adeguata ad esprimere quella del benvenuto, della gratitudine e del ringraziamento. L’importanza di questo avvenimento è resa più solenne dalla presenza di un Principe della Chiesa, di tanti suoi dignitari e dei maggiori rappresentanti della via civile. Questo è giorno di festa, festa dello spirito e la cittadinanza di Nuoro, sopita l’ansia delle difficoltà e dei dolori quotidiani, si raccoglie attorno al nuovo tempio, apre il cuore alla speranza e saluta, mentre qui porge il proprio omaggio devoto all’Ospite illustre, massimo dignitario di quella fede e di quella religione che fa sorgere la Chiesa a Maria.
Innumeri sentimenti animano ed esaltano, in questa ora, il nostro spirito, suscitati dall’inaugurazione della nuova chiesa: innanzi tutto l’immagine ed il ricordo della vecchia ed antica chiesa delle Grazie; questa immagine e questo ricordo s’allargano fino alla visione della Nuoro di ieri e della Nuoro di oggi.
L’antica ed umile chiesa si confonde col ricordo di una Nuoro diversa e minore ed ansia di ascesa, ha – oggi – le aspirazioni e le pretese di una città, anche, se non ancora, ne ha assunto la fisionomia e il volto. E così Nuoro di oggi si ricongiunge all’antica, perché la fede ininterrotta e continua è la stessa ed io non so oggi disgiungere nel ricordo e nell’immaginazione la nuova chiesa con l’antica, la Nuoro di oggi con quella di circa tre secoli.
La città, univa però, sempre alta ed inestinguibile la fede che animava quelli e che anima questi. Quella fede che ha fatto sorgere il tempio attuale non solo per il contributo e la volontà di Enti, ma – soprattutto – per le offerte generose del popolo, alimentate dalla fede.
Ma la nuova Basilica che, eretta su colonne e su archi molteplici, tende le braccia ad accogliere amorevole la folla dei fedeli, è ispirata alla stessa fede che animava quanti accorrevano alla piccola chiesa ed il suono grave e solenne delle campane della nuova basilica risveglia nel nostro animo quello vivace e squillante delle campane che dal campanile dell’antica diffondeva – animato ed illuminato dalla stessa fede – nel rione di Seuna e, direi, nei clivi e nelle campagne vicini – il richiamo alla religione ed al suo conforto, mentre accompagnava il sonno eterno dell’antico fondatore – Nicolao Ruiu – e dei padri che ivi sono sepolti.
La parola modesta del sindaco è espressione sincera del fervido e devoto omaggio di tutta la cittadinanza all’Ospite illustre. Così la mia parola si illumina della piccola Nuoro di un tempo, della nuova più ricca Nuoro di oggi, si riferisce all’avvenire di questa città che si augura sempre migliore e più alto e con questo augurio ed in questa unione corale è doveroso salutare il Principe della chiesa venuto ad inaugurare il nostro tempio in delegazione. Nel ricordo delle due chiese, con la visione dell’antica e la speranza della nuova Nuoro, animate dalla luce della stessa fede, io porgo all’ospite illustre e a quelli che qui fanno corona, l’espressione del nostro devoto omaggio e del nostro fervido ringraziamento. La parola del sindaco rappresenta ed esprime i sensi di tutta la cittadinanza, nella certezza che la nuova chiesa rappresenta per i fedeli che l’hanno innalzata nuovo vincolo d’amore fra loro e augurio di fortuna per la città.
per gentile concessione de https://www.ortobene.net/