di SERGIO PORTAS
“Parterre de rois” (platea di re) ieri pomeriggio al circolo sardo di Saronno: stracolmo il locale dell’hotel (tanta gente rimasta in piedi)“ La Rotonda” che i soci avevano adibito a sala-convegni, e mai decisione fu più azzeccata di quella di accostare la bandiera dei quattro mori al tricolore italiano e al blu-stellato dell’Unione Europea. I problemi che qui si volevano trattare richiedevano infatti una concertazione di volontà politiche che interessavano sia la dimensione regionale, sia quella nazionale ma anche, e non la meno importante, quella europea. “Continuità territoriale per la Sardegna”, l’impegno degli emigrati sardi in Italia , mai titolo fu più profetico visto che è di ieri la decisione dei soci di Air Italy ( l’ex Meridiana già Alisarda) di mandare un “tweet” ai suoi 1400 dipendenti per comunicare loro che, da oggi al domani, erano tutti licenziati. La barbarie del “turbo capitalismo” consente di queste vergogne. E che il traffico aereo da e per l’isola sia altrettanto fondamentale di quello marittimo per la “continuità” di cui sopra nessuno può negare.
Quindi partenza in salita. Di buono c’è che la FASI stavolta ha fatto “boom!”, sarà che è diventata un’associazione di interesse nazionale ( tipo ARCI), sarà che 70 circoli in Italia, ancora pieni di sardi ( seppure in là con gli anni) che in grazia di quella maledetta nostalgia che paiono proprio a non riuscire a controllare, nella “Sardegna nostra” ci vogliono ritornare sempre più spesso, non solo d’estate nella loro quasi sempre “seconda casa”, costituendo quindi un tipo di “turismo emozionale” che non muore praticamente mai, comunque sia alla chiamata della Fasi la “Politica con la P maiuscola” ha risposto eccome! Due senatori della Repubblica italiana, un onorevole rappresentante la Camera dei Deputati, il Presidente della Commissione Insularità del Consiglio Regionale sardo, la vice Presidentessa della Giunta Regionale Sardegna. Il sindaco di Saronno, Alessandro Fagioli, padrone di casa che dice parole mielate dei 350 sardi censiti nel suo comune (senza contare figli e nipoti che si sentono tutti “sardi” pure loro) e che ha la buona grazia (davvero unica per un politico) di seguirsi tutte le tre ore del convegno. Gliene dà atto Tonino Mulas che qui è in veste di “Responsabile trasposti Fasi”. Serafina Mascia, presidentessa in carica, fa una storia che vi risparmio visto che in gran parte l’avete vissuta in prima persona: l’aumento del turismo marittimo dal ’72, i sardi che bivaccavano nei porti in attesa di un posto, il contingentamento strappato per persone e auto al seguito. Le tariffe agevolate per i sardi. Fine ’90 la continuità aerea, impugnata a Bruxelles nel 2008 in quanto “aiuto di Stato”. Oggi siamo daccapo con l’Europa anche perché la nuova Giunta Solinas ha avuto la pessima idea (dico io) di rigettare l’accordo che il ministro Del Rio ( governo Gentiloni) aveva strappato alla Commissione Europea, per farne uno migliore, naturalmente, ma c’erano voluti quasi tre anni di trattative, e viste le scadenze che ora parlano drammaticamente di mesi la parola d’ordine di tutti è: proroga, per favore. La chiede per la Fasi anche Tonino Mulas, e poi continuità aerea per tutti (sardi e non), rinnovo della continuità marittima, una revisione virtuosa dei prezzi estivi. Il mantenimento di tutte le rotte. Degli esosi prezzi agostani parla anche Luciano Aru, presidente il circolo di Saronno, in modo accorato: una delle sue figliole che gli ha regalato due nipotini, l’anno scorso: “Papà, quest’anno per noi l’andare in Sardegna risulta davvero troppo caro”. Dei prezzi di ogni tratta, d’estate e d’inverno, facendo ampi confronti a livello europeo (i prezzi per la Sardegna sono ampiamente comparabili) si incarica di informare la platea il Prof. Gianfranco Fancello, docente di Sistema dei Trasporti della facoltà d’Ingegneria dell’Università di Cagliari. E della struttura dei costi di esercizio delle navi ( 56% dei totali) la metà dei quali sono carburante. Insomma le navi hanno dei costi fissi alti sia che viaggino d’inverno non piene, sia d’estate al completo. Ci vuole quindi per loro una forma di sostegno, come del resto fanno Francia e Spagna con le loro isole. Con modelli differenti ma in soldoni è lo Stato che provvede. Più problematico, nel caso sardo, è lo spostarsi nell’isola una volta arrivati in porto. Quando il sindaco di Saronno si vanta della possibilità che dalla sua città un treno ogni mezz’ora porti i viaggiatori a raggiungere piazza Cadorna a Milano in trentacinque minuti, ai politi sardi qui convenuti scappa da piangere. Ci vuole la “verve” di Paolo Manca, presidente Federalberghi della Sardegna a portare un po’ d’ottimismo, il turismo è una di quelle voci che è perennemente in salita negli ultimi dieci anni e, a sentire lui, il merito è degli operatori turistici che negli ultimi anni si sono sostituiti a tutto. Dire oggi che tra due mesi non si potrà prenotare un volo è come urlare: “Non venite in Sardegna”. E se uno abita a Siattle o San Francisco vuol sapere da oggi se può venire a Cagliari a fine aprile per le “Wold Series” della “Coppa America” di vela. Proroga subito! O centinaia di migliaia di disdette arriveranno domani. Gli risponde il Sen. Salvatore Margiotta, sottosegretario di Stato (vice-ministro per i non iniziati) al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Venendo da Potenza dei “trasporti disastrosi” dice di sapere tutto. Anche lui conviene che tutti in Italia si debba essere alla pari e così non è. Per quanto riguarda la continuità via mare, il 18 luglio ( la scadenza della convenzione) è nelle mani del Governo, che ha due paletti: la Commissione Europea e la Commissione Trasporti. I 72 milioni all’anno per 8 anni non si devono considerare aiuti di Stato. Ci dovrà essere una gara e una nuova convenzione. Sono già stati individuati due soggetti: la struttura tecnica per le infrastrutture: il MIT del prof. Giuseppe catalano e Invitalia (l’agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa). Non siamo allo stato zero. Si farà la proroga per un tempo più stretto possibile, ma il 18 luglio non finisce tutto. Non ci sarà cesura, parola di vice-ministro. Per gli aerei è ancora più complicato: la competenza è della Regione. E l’interlocuzione è europea. Ipotizzando un “modello Corsica” con tariffe agevolate solo per un certo numero di mesi. Per la crisi Air Italy, costringere i soci proprietari a un tavolo di trattative. La parola magica è: “Sussidiarietà”, istituzionale e orizzontale ( il popolo sardo), e questo nostro “strano paese” ce la farà ancora una volta. Del popolo sardo che con 300 sindaci, organizzazioni sindacali e imprenditoriali e 100.000 firme di cittadini chiede che in Costituzione venga decretata l’insularità della Sardegna parla poi l’on. Michele Cossa. In modo che tutte le leggi nazionali vengano modulate tenendone conto. E tocca all’on. Andrea Frailis (gruppo PD Camera dei Deputati) dare conto della sua proposta di legge ( co-firmatario il siciliano Fausto Raciti) che titola: “Disposizioni per la continuità territoriale delle isole e delle isole minori italiane”. Rimarca comunque che chi tratta con l’Unione Europea è il Governo, quindi lui per primo deve essere convinto della bontà e validità delle proposte. Da qui la buona pratica delle interpellanze che ogni deputato sardo, al di là degli schieramenti, ha fatto in Parlamento. Il senatore Gianni Marilotti a cui il movimento 5 Stelle ha offerto una candidatura “ che non si poteva proprio rifiutare” esordisce con una domanda: “La mobilità dei sardi è un diritto rispettato?” E seppure ci saranno 2 proroghe vuol dire che siamo a posto? Non sono d’accordo. L’Europa fa figli e figliastri. Alcuni territori si organizzano meglio di altri. Il principio di insularità è già scritto nei trattati ma non è applicato, non ci sono direttive. Grande risultato è l’averlo calendarizzato al Senato anche se l’iter sarà lungo, ci vogliono 4 letture. Dobbiamo comunque muoverci in modo unitario e con determinazione. E anche se va in Costituzione, poi ci vorranno politiche virtuose. Il Presidente della Sardegna non deve soggiacere a fare video-conferenze con l’Europa. Con la Brexit la Sardegna diventa l’isola più grande in Europa ( la Sicilia e una non-isola attaccata com’è al continente), dobbiamo pretendere che lo Stato Italiano vada in Europa e ottenga che si legifichi in tal senso. E finalmente il nostro Stato ratifichi il trattato di Strasburgo ( lo ha solo firmato) in modo che i sardi abbiano due rappresentati al parlamento europeo. In tal senso ho depositato una legge apposita. Dare fiducia al Qatar non è stato un gesto di acume politico. Prima che l’on. Alessandra Zedda, vicepresidentessa della Giunta Regione Sardegna, prenda la parola, Ermanno Sereni della “Sardinia Ferris” (ma ci sono e salutano anche quelli di “Grimaldi”, “Tirrenia” e “Navi veloci”) fa in tempo a dire che loro di sovvenzioni non ne hanno mai avute, ma dall’81 vanno avanti lo stesso, facendo tariffe speciali per i residenti. L’on. Zedda “ oggi si sente a casa”, una vera festa. La proroga che la Sardegna chiede all’Europa va fatta “mettendosi un’unica maglietta” (sarda). “ Cara Europa rispondici, facci sapere quali sono le modifiche che vuoi”. “Per Air Italy facciamo una richiesta di cassa integrazione come per il porto canale di Cagliari, e l’abbiamo ottenuta”. “Non dite che sono impazzita se penso alla formazione di una flotta sarda”. Per la Regione Lombardia chiude l’on. Roberto Mura ( rapporti con Istituzioni europee), figlio di sardi, il padre Candido grande sindaco di Sassari, si sente sardo e sassarese di cuore: “i sardi debbono fare lobby”. Più lobby di così?
Eppur (qualcosa) si muove.Bellissimo articolo Sergio Portas… Complimenti