di PAOLO PULINA
A Pavia, presso il Circolo culturale sardo “Logudoro”, si è conclusa con una festa “danzante” la seconda edizione del corso di ballo sardo, animato, come per la prima edizione, da due qualificati istruttori come Angelo Bianchini e Roberto Carrus e coordinato, come per la prima edizione, da Guido Onnis, componente del Consiglio Direttivo del Circolo: si veda al link
La presidente del Circolo, Paola Pisano, allieva anche lei del corso, ha espresso il ringraziamento
per l’impegno di tutti coloro (organizzatori, insegnanti, corsiste e corsisti, sardi e non sardi) che hanno dato il loro apporto per il miglior svolgimento dell’iniziativa, articolata in sei lezioni.
È il caso di ricordare che la pratica del ballo sardo non è solo il recupero di una abilità che consente di vivificare un preciso tratto della tradizione e dell’identità sarda ma anche, a detta degli scienziati,
un esercizio che dà effetti benefici «sull’equilibrio, la lunghezza del passo, la capacità di esercizio, la forza degli arti inferiori, insomma la qualità della vita nei pazienti affetti dalle più conosciute sintomatologie non-motorie».
L’esibizione dei ballerini (con la musica di Matteo Contu all’organetto diatonico e di Luciano Mereu alle launeddas) è avvenuta dopo un pranzo con pietanze sarde, allestito da un apposito gruppo di lavoro: Guido Onnis, Marilena Cuccu, Maria Pirastru, Maurizio Pistuddi e Gina Pisano.
Naturalmente è intendimento dell’equipe che si è costituita su questa attività di carattere ricreativo, ma anche, come si è detto, apportatrice di benefici terapeutici, realizzare una terza edizione del corso.