di LUCIA BECCHERE
«Nessun silenzio non è mai assoluto, c’è sempre almeno un velo di suoni ad avvolgerlo. Occorre andare oltre quel suono». Così Gianfranco Cambosu insegnante di lettere in un liceo di Provincia, autore del libro Il paese delle croci (Lit edizioni) e finalista del Premio Alberto Tedeschi. Lo scrittore nuorese, che ha già pubblicato quattro romanzi, in questa nuova fatica letteraria affronta i temi che affliggono il piccolo paese immaginario di Sas Ruches, in Barbagia, dove vari personaggi, fedeli a codici ancestrali difficili da sradicare perfino nella istituzione scolastica, luogo preposto a diffondere valori assoluti, si muovono in situazioni ambigue e pericolose. Nessuno si salva da pregiudizi cementati nell’ignoranza e tramandati da regole non scritte, omertà e sospetti tessono intrighi e mascherano sogni, timori e presentimenti fino a scontrarsi con una realtà i cui tempi sono ritmati dall’odio e dalla violenza e dove neppure la parola omicidio sembra scuotere le coscienze.
Ercole Cassandra, giovane insegnante arrivato dalla Sicilia per indagare sulla uccisione del padre, capitano dell’Arma dei carabinieri proprio a Sas Ruches, si ritrova a vivere situazioni più grandi di lui, dove tutti sanno e tutti tacciono, dove sguardi allusivi e gesti sospettosi lo inchiodano ad un senso di estraneità. In quella casa che lo ospita tutto sembra spegnersi, l’unico segnale di vita è il miagolio del gatto anche lui con i suoi segnali di diffidenza, mentre una immobilità allucinata avvolge tutti gli umori della casa.
Perfino in classe ha difficoltà a veicolare i messaggi educativi perché spesso i figli altro non sono che la fedele proiezione dei padri. «Ma che razza di insegnante sono?» si domanda Ercole Cassandra nel mettersi in discussione per aver fallito nel suo compito di educatore.
Il protagonista di questa storia, pur consapevole del rischio che corre per la sua stessa sopravvivenza, lotterà contro tutti senza alcun cedimento. Storie di omicidi e di scomparsi si mescolano a commerci illeciti di bronzetti e alla ricerca di quelli trafugati che hanno generato tante croci. Ma fra le pagine del testo, dove la faccia pulita della società è rappresentata da Lucia e Claudia, si leva alta la condanna per l’indifferenza di una intera società, scuola compresa, indifferenza che contrasta con la partecipazione emotiva di Gavina in cui si alternano vibrazioni di odio, fastidio e repulsione. Tutto trasuda in lei fuorché l’indifferenza.
Scomparse e omicidi si abbattono su quella realtà povera e martoriata incastonata in una natura selvaggia, insidiosa e complice, nella quale il giovane insegnante lotta per dipanare l’intricata matassa che imprigiona le persone che ruotano sinistre attorno a lui. Quando il sudario di dolore e di morte sembra avvolgere ogni cosa, una fiaccolata improvvisa e inaspettata illumina ogni angolo buio delle coscienze. Sono fiaccole innalzate da giovani che hanno avuto il coraggio di invertire la rotta per illuminare l’oscurità dei padri. Messaggio di speranza per un riscatto della società riposto nelle mani delle nuove generazioni.
per gentile concessione de https://www.ortobene.net/
Da leggere, assolutamente!