di BENEDETTA PIRAS
Sera. Diverse famiglie di uno (o di diversi) dei piccoli centri della Sardegna più rurale e tradizionale si sono riunite per festeggiare una ricorrenza importante. Un matrimonio, una festa religiosa, una rimpatriata. Non importa tanto l’avvenimento in sé, quanto l’importanza e il piacere di stare tutti insieme.
Proprio qua a fine serata, intorno al fuoco e sotto le stelle ad un certo punto tutti si radunano in attesa di qualcosa. Un uomo ha imbracciato una chitarra più grande di quelle che si usano solitamente, un suo amico si è avvicinato, sembra che si preparino a dare spettacolo.
Poi la chitarra inizia a suonare: una melodia bassa e costante smuove l’aria mentre l’altro uomo, che ora ha iniziato a intonare un canto, la accompagna con l’alta e possente voce tipica dei canti pastorali sardi.
Lo strumento e il cantore si alimentano a vicenda mentre l’aria si riempie di racconti e lamenti, melodie che dopo secoli continuano ancora oggi a venire tramandate in numerosi paesi. Sono le note del cantu a chiterra.
Ma il “canto a chitarra” sardo non è un semplice accompagnamento vocale alla musica di uno strumento. Questa pratica nasce durante la dominazione iberica della Sardegna, intorno al 1500 circa, quando gli spagnoli portano insieme a loro proprio la chitarra classica.
Arrivato nell’isola questo strumento
inizia ad essere associato al canto, spesso in situazioni di festa e
celebrazione come delle nozze, una festività religiosa oppure una riunione di
famiglie amiche.
In questi casi il canto è detto amatoriale, perché si
tratta di un momento in cui tutti possono unirsi e cantare con la propria
intonazione semplicemente per divertirsi.
Nel tempo poi, il canto a chitarra è diventato una parte sempre più importante della tradizione sarda, arrivando a creare delle vere e proprie tecniche specializzate. Solitamente portate in scena da veri professionisti, si svolgono spesso come vere e proprie gare in cui due o più cantori si sfidano l’uno contro l’altro, intonando canti sempre più possenti e originali.
La peculiarità del cantu a chiterra specializzato inoltre sta nel fatto che ogni cantore, pur basandosi su strofe già selezionate per la competizione, può aggiungere all’interpretazione il suo personale stile. Chi assiste a queste competizioni sa infatti che sono molto simili a gare di poesia che mirano ad esaltare sia l’abilità dei partecipanti che la loro finezza e interpretazione.
Gli stili di canto variano da una zona dell’isola all’altra e questo permette ai cantori più esperti di possedere un repertorio molto più ampio da sfoggiare durante la gara, fattore che spesso porta chi esegue queste variazioni alla vittoria.
Oggi in Sardegna sono diverse le associazioni e le manifestazioni tenute in onore di questo canto. Questi eventi infatti radunano ogni anno cantadores da tutti gli angoli dell’isola, una delle più importanti è quella che si tiene ad Ozieri da 52 edizioni, chiamata Usignolo della Sardegna.