La Sardegna è l’Isola del surf. Non è più un segreto per nessuno. O forse nessuno lo ha mai nascosto ma in tanti lo hanno scoperto in ritardo: la terra sarda è sempre di più e a tutti gli effetti una piccola grande capitale del surf. Certamente a livello italiano, ma non è azzardato allargare il campo, alzando l’asticella e arrivando a parlare di un livello internazionale. Le gare sarde catturano l’attenzione dei grandi artisti della tavola, a volte anche gli impavidi domatori degli splendidi “mostri” oceanici. Le onde isolane sono fra le più impegnative e stimolanti, a volte addirittura uniche come ad esempio quelle dello sport di Capo Mannu, luogo fresco di celebrazioni per l’assegnazione dei titoli italiani Fisw 2019. E sono particolarmente apprezzati anche gli “spot” dell’Isola Rossa e Porto Ferro al Nord, Buggerru a sud ovest e si può surfare anche nel Cagliaritano. Il valore aggiunto diventa quindi la Sardegna: isola in mezzo al mare e per questo location ancora più speciale, luminosa d’estate e fascinosa d’inverno ma soprattutto perfettamente funzionale all’accogliere chi, per passione, lavoro o semplice curiosità, si muove al seguito delle grandi manifestazioni sportive, collegate al surf nello specifico. Ora c’è la possibilità di aprire un centro federale in provincia di Oristano, per diffondere, promuovere e insegnare il surf e le discipline della tavola e dell’onda ai più giovani. Atleti che dopo aver cavalcato le onde sarde tornano più volte a sfidarle, sfidare sé stessi e gli eventuali avversari in occasione dei contest in calendario. Un patrimonio naturale con pochi eguali nel Mediterraneo, e oltre. Proprio gli Italiani di Capo Mannu, giunti alla terza edizione isolana consecutiva, sono stati la dimostrazione che sull’Isola si può fare, si può fare bene e si può fare meglio. Su questa lunghezza d’onda si esprime anche il direttore sportivo generale Fisw Alessandro Vanoi: «Dopo il turismo religioso in Italia il turismo che fattura di più è quello sportivo: una regione come la Sardegna e in particolare la zona di Capo Mannu dovrebbe quindi puntare maggiormente e con convinta decisione sui viaggiatori e sui turisti che cercano mete adatte a seguire le loro passioni. In questo caso mi riferisco agli sport acquatici come il surf, ma non solo – dice il dirigente federale –. Tutto ciò può quindi rappresentare anche un’occasione importante per promuovere l’Isola al di fuori dalla tradizionale stagione estiva, di destagionalizzare, anche in considerazione del fatto che le mareggiate sono prevalentemente e temporalmente localizzate in primavera, in inverno e in autunno. Come Federazione inoltre – continua Vanoi – stiamo pensando di creare un centro federale per i ragazzi e i giovanissimi sportivi con base all’Is Benas Surf Club, per sostenerli nella loro crescita e organizzare raduni di un certo livello». Ottime intenzioni, che fanno seguito al successo sportivo della manifestazione nelle acque del Mini Capo e organizzata anche grazie all’aiuto ed al supporto del sopra citato Is Benas Surf Club: «La nostra è stata la prima scuola di surf in Italia, la prima quindi a livello federale. Crediamo moltissimo nel valore dello sport, in primo luogo del surf, come motore di crescita personale. Siamo anche molto orgogliosi del fatto che alcuni tra i vincitori degli italiani facciano parte del nostro club». Si riferisce a Rubegni, Maiorca e Onofri Alessandro Staffa, dando ulteriore potenza al vulcano di potenzialità ed opportunità che, in stile hawaiano, può veramente proiettare la Sardegna all’altezza dei grandi sport continentali. Non il sogno d’una notte di mezza estate, non la nostalgica speranza d’una sera di fine autunno, ma una realtà possibile per 365 giorni l’anno. Anche in dicembre, ancora in Sardegna, a Buggerru, dove sono in programma i campionati italiani juniores.
UN PATRIMONIO NATURALE CON POCHI EGUALI NEL MEDITERRANEO: IL MARE DELLA SARDEGNA COME PARADISO DEL SURF
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