di ALESSANDRA ATZORI
Quando ho cominciato a studiare seriamente la musica al Conservatorio ho scoperto che uno dei mandolinisti più famosi al mondo era sardo. Si chiamava Giuseppe Anedda. Era considerato il più grande mandolinista del 900 e fu il primo ad avere la cattedra di mandolino in un conservatorio. Suonò sia come solista che in quartetto con Massimo Piredda (secondo mandolino), Giovanni “Tottoio” Scano e Flavio Cornacchia (mandola). Non avevo però mai sentito parlare di qualcuno che avesse intrapreso lo studio di questo raro strumento. Ci voleva facebook per mettermi in contatto con un mandolinista serio. Lui si chiama Sergio Sensi. Ho pensato che intervistarlo sarebbe stato interessante vista la rarità. Anche lui, come tanti altri musicisti ha dovuto però abbandonare la sua terra di Sardegna a malincuore, trasferendosi a Londra alla ricerca di una serenità economica. E’ ritornato a Cagliari l’estate scorsa perchè il Teatro lirico di Cagliari lo ha scritturato per l’opera di Nino Rota , Napoli Milionaria , in cui era previsto appunto l’intervento di un mandolinista .
Sergio,
raccontaci di te e di come hai cominciato a suonare il mandolino. Sono nato a Cagliari, nel quartiere storico di Villanova. Sesto di
dieci figli: padre ferroviere e madre casalinga. Nel 1973, ho cominciato lo
studio di teoria della musica col maestro, concertista di Mandolino, Flavio
Cornacchia (uno dei 4 mandolinisti del gruppo del grande Giuseppe Anedda). La
passione me l’ha trasmessa mio padre il quale mi seguiva in questo percorso in
quanto appassionato e musicista per diletto (suonava la fisarmonica il
mandolino e la chitarra)
Ricordi le tue prime esibizioni? Certamente. La prima volta suonai
nel teatro della Basilica di Bonaria e in seguito in una TV locale dove
incontrai anche il pianista Salvatore Spano. Seguirono poi tante altre
esibizioni in occasione di festival ed eventi in tutta la Sardegna. Son
arrivato a suonare quasi a livello professionistico.
Parallelamente facevi anche altri studi? Si, certamente. Mi sono
diplomato in Elettronica ed Elettrotecnica all’ I.P.S.I.A e poi mi sono
iscritto all’Università nella facoltà di lingue..
Quando è stata la tua prima volta come mandolinista in un opera? E’ stato per un Otello all’Auditorium del conservatorio.
Ti sei sempre
esibito da solo o hai fatto parte di qualche gruppo? Sono stato solista nell’orchestra di Giulio Libano ma in seguito ho formato
un quartetto con mio fratello e due amici con i quali abbiamo suonato in
tantissime serate culturali alternandoci alle letture di brani letterari e
poesie da parte di vari attori cagliaritani.
Ho inciso con Mauro Palmas per l’ Album “ Domus de Janas “, quasi interamente
composto da Albino Puddu de Is Cantores. Il vecchio ricordo de “ La mia Citta’
“.
Quale è il compositore al quale ti senti particolarmente legato? Indubbiamente Mozart.
Hai mai composto
ed eseguito brani composti da te? Si. Mi sono buttato
nella scrittura creativa, sia nell’ambito della composizione musicale che in
quella letteraria realizzando poi anche gli arrangiamenti.
Ma il Teatro lirico ogni tanto ti cerca. Si, ogni qual volta serve un
mandolinista. Ho suonato al Teatro di Sassari diretto da Elisabetta Maschio che
ha definito (e lo dico con orgoglio e soddisfazione) la mia esibizione
memorabile oltre all’esibizione al teatro di Cagliari di cui ho parlato
precedentemente. Nella mia vita artistica ho conosciuto e collaborato con
tantissimi artisti che hanno segnato la mia carriera sia del mondo della musica
classica che in quello della leggera e del cinema. Tanto per citarne alcuni
Bernadette Manca di Nissa, Salvatore Accardo, Giuseppe Anedda ma anche i
fratelli Medas, Giampaolo Loddo, Rossella Faa (la mia cantante preferita) e
tantissimi altri.
Cosa ti ha spinto a trasferirti a Londra? Purtroppo la musica non mi garantiva il necessario per la sopravvivenza e ho deciso quindi di emigrare alla ricerca di un lavoro. Grazie alla mia specializzazione tecnica ho lavorato per cinque anni presso una società di alta Ingegneria. Nel 2006 ho iniziato a lavorare per l’Autorita’ Sanitaria che fa capo al Department of Health del governo di Londra. Mi sono riiscitto all’Università in Scienza, Tecnologia ed Ingegneria specializzandomi in Controllo Ambientale e Salute Pubblica, e aggiungendo per mio diletto anche la Tecnologia della Musica.
Nella tua vasta e variegata carriera hai ricevuto dei riconoscimenti? Nel 2008, ho ricevuto un importante riconoscimento (assieme ai miei colleghi di reparto e d’ ufficio) dall’ Autorita’ Sanitaria del governo, un “Gold Award “ (comparato ad un Best of the best).
Chissà quanti personaggi avrai conosciuto in questo periodo londinese! Tanti e molti di essi mi avrebbero favorito nella mia passione musicale ma..
Cosa ti ha frenato? L’ambiente non era pulito ed ho preferito mettermi da parte piuttosto che farmi coinvolgere in situazioni poco chiare.
Chi ti ha riportato alla tua attività di musicista? E’ stato Eugenio Bennato che ho conosciuto appunto a Londra, e che non smetterò mai di ringraziare per questo. Ho ripreso quindi a frequentare teatri e centri culturali. Ho partecipato ad House Concerts,. Ho duettato con tanti altri musicisti. Ho un bel ricordo dell’incontro, a due chitarre, con l’ amico Gabe Cronnelly (attore, maestro arciere e stuntman di Sean Connery) e con i Mariachi londinesi.
Ma tu hai però sviluppato un altro tuo aspetto d’artista. Si ho cominciato a scrivere poesie e racconti.