di FRANCA GALEAZZI
Lo scrittore Salvatore Niffoi che, per sua stessa ammissione non ama dedicarsi alla presentazione delle proprie opere, è tornato per la seconda volta (la prima nel 2014) a Magenta, presso Casa Giacobbe, per parlare de ‘Il cieco di Ortakos’. Questione di feeling, sempre per sua ammissione. “Qui ho trovato un’accoglienza affettuosa che mi ha creato dipendenza”, ha detto sorridendo, autoinvitandosi, peraltro, per il prossimo anno, quando il Circolo Culturale Sardo, ora presieduto da Valter Argiolas, celebrerà i 50 anni di vita.
Tra la iniziale – graditissima – dichiarazione di affetto e l’arrivederci finale c’è stato un Salvatore Niffoi in modalità ‘fiume in piena’ (velocità dell’eloquio compresa), a stento trattenuto negli argini delle pagine, dei personaggi, delle storie del libro dalla conduttrice della serata , Luigina Fornaroli, socia del Circolo e rappresentante del gruppo di lettura ‘Rossomagenta’. Molto ha detto della sua Sardegna, lo scrittore, rammaricandosi per un oggi, “in cui i giovani si sono arresi … non leggono più … mentre il solo strumento di riscatto e di rinascita dell’isola è costituito dalla Cultura”. E ha detto della sua Sardegna “cui una mafia politica e delinquenziale toglie il respiro e dove, e ciò vale per l’intero Paese, è mancato il progetto di una società dove ci si parla, ci si vuole bene”.
Di forte impatto le riflessioni offerte alla platea sulla cecità di chi non vede paragonata a quella dei vedenti. Niffoi si è specializzato per insegnare ai ciechi. “Lavorando con loro ne ho scoperto il grande attaccamento alla vita, l’energia, la capacità di astrazione che a noi è venuta meno”. Scegliere di scrivere del cieco di Ortakos è stato per lui un mezzo per esplorare il lato oscuro della vita, “quel buio che fa paura come il morire”. Scrivere e leggere aiutano “a prepararsi a morire, ma – ha sottolineato – in senso positivo: se si ha un pensiero sulla morte, si carica di senso la vita”. Un contributo alla conoscenza di alcuni tratti della personalità dell’autore lo ha fornito Antonio Franchini, direttore editoriale di Giunti. Significativa la presenza in Casa Giacobbe di Dori Ghezzi, nota cantante, moglie di Fabrizio de Andrè e grande amica di Niffoi e della Sardegna, come ha dichiarato, salutando i numerosi intervenuti su invito del presidente onorario del Circolo Sardo, Antonello Argiolas. Alla fine pubblico diviso tra il farsi autografare con dedica il libro da Niffoi e farsi l’autoritratto fotografico con la Dori.
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