MARCO BUTTU ALL’ASSOCIAZIONE “GRAMSCI” DI TORINO IL 27 OTTOBRE PRESENTERA’ IL LIBRO “MARTE BIANCO”

di ENZO CUGUSI

L’ingegnere Marco Buttu è uno dei 13 prescelti per una missione estrema presso la stazione Concordia, nel continente di ghiaccio. Obiettivo: monitorare il comportamento umano in un ambiente quasi “extra-terrestre”, in vista di future missioni su Marte. Lui si racconta nel libro Marte Bianco – edizioni LSWR.

Ha lasciato Gavoi quando aveva 18 anni per andare a Cagliari all’Università, facoltà di Ingegneria elettronica. Non sapeva che, tempo dopo, sarebbe arrivato in Antartide – per un programma PNRA (Programma Nazionale di Ricerche in Antartide) finanziato dal MIUR (ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) e coordinato dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) per le attività scientifiche, e dall’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) per l’attuazione operativa delle spedizioni antartiche – e che lì avrebbe trascorso oltre un anno in condizioni decisamente estreme, con temperature esterne di circa 80 gradi sotto lo zero. Marco Buttu, 41 anni, sposato con una ragazza di Ollolai, ha vissuto una delle esperienze più difficili per l’uomo. Insieme a lui, nella base Concordia Station, c’erano anche per buona parte del tempo altre 12 persone (di nazionalità italiana, francese e austriaca e con età varie fra i 23 e i 55 anni) che sono rimaste in mezzo al nulla dal novembre 2017 al dicembre 2018. Su questa esperienza è nato un libro, “Marte Bianco: nel cuore dell’Antartide. Un anno ai confini della vita”, in cui l’ingegnere sardo racconta proprio le sue impressioni e quanto è stato complicato fare i conti con l’isolamento.

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