Tornare alla canapa per ridurre l’impatto della plastica in mare. “Ocean hemp”, è questo il progetto che ha vinto il Bluehack voluto dalla Fondazione MEDSEA e organizzato da Open Campus all’interno del Coast Day 2019. Sedici persone suddivise in quattro gruppi hanno lavorato per due giorni nello splendido scenario del Giardino del Museo civico di S. Vero Milis. Storie e competenze diverse si sono coagulate intorno a quattro idee, originate intorno ai due temi proposti dal concorso: eliminare la plastica presente nelle nostre coste e limitare l’inquinamento causato dalla mobilità per mare.
“È un riconoscimento della novità portata dalla nostra idea. Il passaggio successivo sarà quello trasformare la canapa in fibra. E sentire quanto prima i nuovi compagni d’avventura incontrati al bluehack, naturalmente”, dice Stefano Lutzu, coltivatore e membro del quartetto vincente. “Sono venuto qua senza idee. Il progetto proposto da Stefano mi è sembrato il più concreto e stimolante. Voglio diventare un ricercatore, per me la salvaguardia del pianeta viene prima di tutto”, aggiunge Stefano Casciu, giovane studente di chimica farmaceutica.
Il 95% dei rifiuti in mare sono costituiti dalla plastica, e oltre 700 specie si trovano minacciate da reti e microplastiche, ha spiegato Lutzu durante i cinque minuti concessi a ogni squadra per mostrare con una presentazione la bontà del progetto alla giuria, composta dalla Fondazione MEDSEA, dal sindaco di S. Vero Milis Luigi Tedeschi e da Francesca Figus e Carla Cubadda di Nieddittas, sponsor del bluehack con il premio di 1.500 euro garantito ai vincitori.
Secondo i dati raccolti dal gruppo di Ocean hemp il 20% della plastica rinvenuta in mare è composta da reti e cime. Fino agli anni ’60 gran parte delle flotte impiegate nel Mediterraneo utilizzava la canapa prodotta in Italia. Dal 2016, con la legge n° 242, è di nuovo possibile coltivarla nel nostro territorio. La canapa risponde alla perfezione ai criteri di sostenibilità, sia per le sue scarse esigenze idriche, sia per il basso, quasi inesistente impiego di prodotti fitosanitari come pesticidi e fertilizzanti. Al contrario, è capace di opporsi alla desertificazione rinvigorendo il terreno che la ospita. È biodegradabile, e gli scarti possono essere utilizzati in edilizia. Reti, nasse e cime di canapa per pescatori e naviganti del Mediterraneo.
“Non soltanto pesca, nautica e bioedilizia. La canapa ha importanti prospettive di sviluppo anche nell’agroalimentare. Dai suoi semi si possono ottenere farine e olii per un mercato già esistente. Ocean hemp può assolutamente essere realizzato. Dipenderà dalla nostra caparbietà, da quanto saremo capaci di superare gli ostacoli connaturati a qualsiasi nuova impresa” afferma Maurizio Maleddu, ambientalista e terzo componente del team. “Le mille proprietà della canapa affascinano da secoli gli studiosi. La Sardegna è uno scenario perfetto per la produzione. Sarebbe una filiera cortissima capace di salvaguardare il territorio, sia a livello lavorativo che ecologico” chiude Alessandro Lilliu, esperto di botanica e restaurazione biologica.
Non è stata una vittoria semplice, quella di Ocean hemp. A rendere complessa la decisione della giuria le altre tre squadre al lavoro, “Ammentos de Sardigna”, che vuole creare piccoli monili contenenti microplastiche, rovesciando la prassi della sottrazione di sabbia dalle nostre spiagge. “Natùa”, progetto preliminare di un campus didattico dedicato alla plastica e “Wasteroo”, app capace di offrire a tutti i naviganti una descrizione delle diverse dinamiche di smaltimento dei rifiuti esistenti nei porti dell’isola.
“Non potrebbe esistere modo migliore per chiudere i due giorni che abbiamo dedicato alla tutela delle nostre coste” dice Alessio Satta, presidente di MEDSEA, impegnata nel golfo di Oristano con il progetto Maristanis, che dal 2017 lavora alla tutela e allo sviluppo sostenibile delle zone umide. “Milioni di giovani in questi giorni conquistano le piazze per chiederci risposte, per invertire il processo che sta portando il nostro pianeta al collasso. Maristanis è un laboratorio di azioni concrete sul territorio. Le ‘terre d’acqua’, se tutelate, sono fondamentali nel mitigare i cambiamenti climatici. Ma il progetto si apre a tutti coloro che desiderano prendere parte alla sfida globale, le imprese come attente alla sostenibilità come Nieddittas, i piccoli ma coraggiosi comuni come S. Vero Milis, tutte le persone che hanno partecipato con entusiasmo al bluehack”, conclude Satta.