di PAOLO PULINA
Nel pomeriggio di sabato 5 ottobre 2019, nel Salone del Circolo, il “Logudoro” di Pavia ha organizzato una iniziativa in cui sono stati protagonisti tre novantenni che il mondo dell’emigrazione sarda organizzata conosce bene: Gesuino Piga e Filippo Soggiu (rispettivamente presidente onorario e presidente emerito del sodalizio pavese) e Virgilio Mazzei (già presidente del Circolo “Sarda Tellus” di Genova nonché componente del Comitato Esecutivo della F.A.S.I. – Federazione delle Associazioni Sarde in Italia).
UNO. Dopo i saluti della presidente Paola Pisano, Gesuino Piga, da sempre appassionato cultore della storia della Sardegna, ha tenuto una ampia relazione su “Vincenzo Bacallar Sanna, Marchese di S. Filippo”.
Sintetizziamo la biografia di Bacallar ricorrendo alla scheda pubblicata in Wikipedia.
«Nacque a Cagliari, il 6 febbraio 1669, in una famiglia aristocratica sarda originaria di Valencia quando il regno di Sardegna faceva ancora parte della corona spagnola. In Spagna, ricevette la formazione militare e politica. Venne nominato da Carlo II di Spagna governatore del Capo di Cagliari e di Gallura e governatore militare della Sardegna. Durante la guerra di successione spagnola (1701-1713), quando l’aristocrazia sarda si divise tra Filippo d’Angiò (della casa di Borbone) e Carlo VI d’Asburgo, Bacallar rimase fedele all’erede designato da Carlo II, Filippo d’Angiò, che divenne re come Filippo V. Per via della sua lealtà, il re lo premiò assegnandoli i titoli di Marchese di San Filippo (Marqués de San Felipe, in spagnolo, non un titolo feudale, ma dato in omaggio al santo patrono del re) e visconte di Fuentehermosa (Fuente Hermosa de Miranda, feudo del regno di Navarra).
Quando la Sardegna si arrese all’arciduca Carlo d’Austria, Bacallar dovette rifugiarsi in Spagna, senza rinunciare però alla speranza di riconquistare l’Isola. Fallì però il tentativo di riconquista della Sardegna condotto da lui e dal duca di Uzeda per conto di Filippo V. Durante le trattative che portarono al trattato di Utrecht (1714), che decise che la Sardegna dovesse entrare a far parte dei domini degli Asburgo d’Austria, fece parte della delegazione spagnola. Nel 1713 collaborò con Louis d’Albert, inviato a Madrid del principe elettore di Baviera Massimiliano II Emanuele, ad un piano per conquistare militarmente la Sardegna con l’obiettivo di incoronare re di Sardegna il principe elettore bavarese (Projet sur la Sardaigne), piano che tuttavia non verrà effettuato a causa della rinuncia di Luigi XIV ad appoggiare il principe elettore bavarese nel suo tentativo per il possesso della Sardegna. Successivamente venne nominato inviato plenipotenziario alla Repubblica di Genova, da dove sostenne il tentativo spagnolo guidato dal cardinale Giulio Alberoni di riconquistare la Sardegna. L’isola fu effettivamente riconquistata nel 1717, ma a causa della sconfitta della Spagna nella Guerra della Quadruplice Alleanza fu assegnata ai Savoia (trattato di Londra del 1718 e trattato dell’Aia del 1720). Pur nel mezzo di gravosi impegni Bacallar si era dedicato ad una incessante attività intellettuale: nel 1713 fondò, con altri intellettuali, la Real Academia Española; scrisse il poemetto “Las Tobias” (1709), il poema El Palacio de Momo (1714), e alcune opere storiografiche, come La Sardaigne Paranymphe de la Paix (1714)».
Il relatore Gesuino Piga si è soffermato in particolare proprio sul volume “La Sardaigne Paranymphe de la Paix” (La Sardegna Paraninfa della Pace), che fu pubblicato anonimo nel 1714. Successive edizioni (fino al 1725) furono date alle stampe con il titolo “Déscription géographique, historique et politique de la Sardaigne”.
La recente edizione italiana (nel 2011) del volume intitolata “La Sardegna paraninfa della pace e un piano segreto per la sovranità 1712-1714” (traduzioni a cura di Cesarina de Montis e Giuanne Masala, Stoccarda, edizioni Giuanne Masala, pp. 235, ill.) è introdotta da una dettagliata prefazione di Sabine Enders, che in base a nuove prove documentali e interpretative attribuisce “La Paraninfa” definitivamente a Vincenzo Bacallar Sanna. La scheda editoriale chiarisce che «l’argomento del volume è l’imminente e definitivo distacco della Sardegna dalla Spagna dopo la guerra di successione spagnola e la cessione ad un altro dominio. Nel trattato di pace di Utrecht dell’11 marzo 1713 Max Emanuel, duca e principe elettore di Baviera, fu designato nuovo re di Sardegna, e il libro “La Paraninfa” sostiene appassionatamente questo progetto da un punto di vista sardo. Ma contro Carlo d’Asburgo, dal 1711 imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, il sogno del principe elettore di Baviera nonostante l’attivo sostegno di Bacallar non si avverò. Il progetto di Max Emanuel avrebbe significato per la Sardegna la tanto desiderata sovranità sotto un proprio re, e lo stesso Giovanni Maria Angioy verso la fine del Settecento sottolineò la modernità di questo piano».
Per quanto riguarda Bacallar, dopo questi avvenimenti si dedicò più intensamente all’attività intellettuale: fu memorialista e linguista; scrisse nel 1719 il trattato “Monarchia Hebrea” (1719) e collaborò con la Real Academia Española alla compilazione del “Dizionario della lingua castigliana”, pubblicato a Madrid nel 1726. Fu nuovamente a Madrid e nel 1724 fu inviato in Olanda come ambasciatore e lì morì nel 1725 per un colpo apoplettico.
DUE. Dopo Gesuino Piga, la parola è passata a Filippo Soggiu che ha presentato ai soci pavesi Virgilio Mazzei, del quale ha ricordato la significativa presidenza del Circolo “Sarda Tellus” di Genova e la collaborazione che Mazzei ha assicurato a lui sia nella sua veste di presidente della F.A.S.I. sia come responsabile, sempre per la F.A.S.I., del Settore Trasporti.
Virgilio Mazzei, che già ben conosceva la sede del Circolo “Logudoro”, mai aveva avuto l’occasione di svolgervi, come esperto sommelier, una guida alla degustazione. Naturalmente la scelta non poteva non cadere su alcuni vini sardi (Cannonau “Antichi poderi” di Jerzu; Cannonau “Filieri” di Dorgali; “Nepente” di Oliena) dei quali il relatore ha dato una adeguata presentazione.
Aggiungo una notazione personale sull’attualità del personaggio Bacallar e del suo volume “La Sardegna paraninfa della pace”. Una scheda a Bacallar ha dedicato Omar Onnis nel volume “Illustres. Vita, morte e miracoli di quaranta personalità sarde” (con disegni di Manuelle Mureddu; edizioni Domus de Janas, 2019). Inoltre lo scrittore Mario Pusceddu, presso la casa editrice nuorese Il Maestrale (2019), ha pubblicato un romanzo intitolato “La paraninfa” in cui molti riferimenti sono contenuti al volume di Bacallar. Lo scrittore, tra gli ispiratori della sua opera, cita proprio il volume curato dalla Enders e tradotto e pubblicato da Giuanne Masala, che gliene diede copia dicendogli: «Magari ti viene un’idea per un libro». E Pusceddu confessa: «L’ho divorato perché è davvero un libro che si legge come un romanzo. Ho pensato che anzi era davvero un romanzo, una storia che meritava e merita di essere più nota. Avevo pensato di non poter aggiungere nulla a quella storia perfetta e per un po’ di tempo ho rinunciato all’idea di scriverci su, finché non ne ho colto la potenzialità ucronica: una Sardegna con un’altra Storia”.
Tre grandi uomini che hanno contribuito a costruire grandi storie dei circoli sardi. Tanti auguri e forza parisi sempre ❤
Ciao Maria. Grazie per quanto hai scritto.
Ciao Maria. Grazie per le belle parole. Salutissimi. Virgilio.
Mi fa piacere vederli tutti e tre un grande abbraccio da parte mia 💖
Ciao Lina. Sei molto gentile. Contraccambio saluti e abbracci. Virgilio.
Che Gioia rivederli!!! Persone adorabili, un bellissimo ricordo
Ciao Francesca. Ringrazio per l’affetto che dimostri. Un caro saluto. Virgilio.