di MARIA GIOVANNA FOSSATI
Mani esperte che intessono milioni di punti e con pazienza certosina penetrano nel tessuto con fili di seta preziosa e costruiscono con creatività geometrie e motivi floreali che esplodono sui capi in un tripudio di colori. Una storia di arte e passione che si tramanda da madre a figlia seguendo l’antica tradizione che dà vita al costume di Oliena, uno dei più preziosi nel panorama sardo. Le ricamatrici erano in ogni corte a Oliena, in occasione della tappa di Autunno in Barbagia, la manifestazione itinerante, conosciuta come Cortes Apertas, promossa dalla Camera di Commercio di Nuoro e dall’azienda speciale Aspen.
Un appuntamento attesissimo in Barbagia dove 32 paesi espongono in vetrina i valori identitari della Sardegna interna, custode di antiche tradizioni, di eccellenze enogastronomiche e pezzi di valore dell’artigianato sardo. Ed è proprio l’artigianato, e il ricamo in particolare, a regalare la carta migliore nel borgo adagiato ai piedi del Corrasi, nelle Cortes spalancate a migliaia di visitatori. Tra le più visitate le Cortes delle ricamatrici. Tra loro Carmina Tupponi, 72 anni, la decana delle artigiane di Oliena.
“Ho iniziato da ragazzina, quando si ricamava a tempo perso – racconta ai visitatori – All’epoca non c’era famiglia in cui le donne non praticassero il ricamo di cui ho imparato a fare di tutto: da Su Mucadore, il copricapo femminile, allo scialle in tibet con lunghe frange e fiori colorati a volte impreziositi con fili d’oro e d’argento, al ricamo delle vesti e degli arredi sacri. Pezzi preziosi che vendiamo in Sardegna ma anche nella Penisola e che possono arrivare a costare diverse migliaia di euro. Per me è un orgoglio poter continuare a fare questa attività quasi scomparsa con i ritmi veloci dell’era moderna e a formare nuove leve”.
E se Carmina è la decana sulla scia della tradizione, Susanna, 52 anni, è della nuova generazione: il suo è un percorso creativo grazie anche agli studi fatti all’istituto d’arte. “E’ la mia passione da sempre – confessa – Il punto di partenza credo sia stato l’incontro magico con zia Giovanna Lostia (la più grande ricamatrice di Oliena che ha realizzato un paramento sacro del vestiario per Papa Woytila, ndr). Ho sempre osato portare innovazione alla tradizione – spiega Susanna – i miei fiori e le mie geometrie le costruisco man mano decidendo l’abbinamento di colori e ho ricamato tessuti che prima non avevano ricami, come ‘su battile’, il sottosella che usano i cavalieri”.
Quarantaquattro Cortes sparse nel centro storico, botteghe artigiane ma anche cantine aperte: il vino infatti e un’altra eccellenza di Oliena, dove si produce il superbo Cannonau Nepente, reso celebre dall’elogio di Gabriele D’annunzio nei primi anni del ‘900. Filo conduttore di questa tappa, curata dalla società Galaveras, l’ospitalità: un concetto raccontato da una mostra in una casa antica del paese, che ha proposto il rito antico del caffè.
“Sono rimasta incantata dagli artigiani, soprattutto dalle ricamatrici e da un signore che lavora la pelle – dice una delle visitatrice, Maria Paola Farci, casalinga di Cagliari – costruiscono pezzi unici e di altissima qualità. L’ospitalità e l’eccellenza del cibo è un altro punto di forza: abbiamo mangiato gli gnocchi fatti a mano, carne di cinghiale e le casadinas per dolce, bontà uniche e a prezzi accessibili. Autunno in Barbagia ci fa conoscere ogni anno le tradizioni e i grandi valori della nostra terra”.
(ANSA)
Buonasera. Vorrei sapere sé ,le ricamatrici di Oliena apponevano la firma 0 le iniziali sulle creazioni in modo particolare ai primi anni del novecento