di ALESSIA ANDREON
L’opera racconta tre storie in parallelo, quella introduttiva è un dialogo tra un filosofo e un matematico sul grande mistero che si nasconde dietro ogni cosa e che svela la chiave di lettura filosofica dell’intero lavoro e anche il nesso tra tutte le storie. La seconda storia è quella di Maria, anziana donna sarda che non parla più a causa di una grave malattia ma ricorda perfettamente due filastrocche antiche che cantava fin da bambina e infine la tormentata storia d’amore tra i poeti Elizabeth Barrett e Robert Browining, connessa spiritualmente e filosoficamente alle altre due.
La tua opera prende vita dal cd uscito nel 2012 e dall’omonimo libro, pubblicato nel 2016. Si capisce chiaramente un tuo interesse per la matematica e la fisica, nonché per filosofia… Attraverso lo studio della fisica e della matematica mi sono accorto che le mie due passioni erano due facce della stessa medaglia. Ho scoperto che ogni cosa che esiste in natura nasce dall’armonia, infatti le molecole si possono geometrizzare attraverso le armoniche sferiche che sono tridimensionali, così come le corde degli strumenti musicali; ho scoperto che ogni particella è generata dall’armonia e, allargando questa visione alla matematica, mi sono accorto che coincide con la musica. Inconsapevolmente quindi il musicista utilizza i modi musicali , fra i più profondi per sintetizzare questo nuovo mondo. Quando ho iniziato a progettare questo lavoro ho fortemente voluto che ad occuparsi della messa in scena dell’opera fosse David Zard, impresario e produttore discografico, che purtroppo è venuto a mancare lo scorso anno. Lui aveva una concezione molto intimistica dell’opera e io ho cercato di mantenere la sua visione.
Come hai scelto le tre storie come esempi di Eterno Divenire? Il filo conduttore delle storie è la ricerca e la perdita dell’amore e la chiave di lettura è data dalla musica e la poesia che sono state l’unico rifugio per le anime straziate dei protagonisti. La storia della signora Maria è nata da un incontro fortuito e dall’impatto emotivo che mi ha suscitato conoscere una donna anziana e inferma che si è chiusa in se stessa dopo aver perso l’amore della sua vita; l’unico contatto con il mondo esterno è il canto sporadico di due filastrocche imparate da bambina. Il libro sull’amore tra i due poeti Barrett e Browining l’avevo letto da ragazzo e mi aveva fortemente colpito perché il marito, dopo la morte dell’amata, ha vissuto nel suo ricordo aggrappandosi alle sue poesie. A distanza di 200 anni, sia Browning che Maria erano arrivati alla stessa conclusione: l’amore è qualcosa di eterno. Anche la matematica vive nel mondo dell’eternità.
Cosa si deve aspettare lo spettatore da questo concerto che è in realtà una vera e propria opera? È un’ora e mezzo di evoluzione continua, un viaggio introspettivo ed intimo ma allo stesso tempo dinamico, perché si spazia in vari generi musicali. Lo definirei un concept album, in cui tutte le canzoni nel loro insieme contribuiscono a dare un significato alle storie, ruotando attorno a un unico tema.
per gentile concessione de https://www.arborense.it/