di GIAN PIERO PINNA
Nei giorni scorsi, la nota giornalista del Corriere della Sera, nell’ambito delle manifestazioni di “Leggendo ancora insieme”, ha presentato il suo ultimo romanzo in un incontro organizzato dalla Libreria Mondadori di Piazza Mannu ad Oristano. La presentazione è stata preceduta da un reading musicale di Marta Loddo. Ha dialogato con l’autrice Isabella Tore. La giornalista, che normalmente si occupa di cronaca e costume e nella sua intensa carriera, nonostante la sua giovane età, ha già intervistato molti grandi personaggi e scritto altri due romanzi, L’Altra, edito dalla Mondadori nel 2014 e Il vento non lo puoi fermare, nel 2016 per i tipi della Rizzoli.
“In questo mio ultimo lavoro – ha spiegato, Elvira Serra nel corso della presentazione di Le Stelle di Capo Gelsomino – mescolando realtà e finzione, ho indagato sull’esistenza di tre generazioni di donne e dove ogni donna si lega alla madre, alla ricerca delle proprie radici. I miei libri sono come miei figli e nella storia che narro, cerco di indagare i conflitti che nascono tra madri e figli. La storia è anche un omaggio a mia madre che faceva l’ostetrica. Alcuni luoghi sono veri, altri sono inventati e Capo Gelsomino, pur essendo un nome di finzione, se dovessi collocarlo in un punto della carta geografica della Sardegna, sarebbe esattamente sopra Capo Comino, il paradiso delle estati della mia infanzia”.
Il libro, oltre che raccontare i conflitti e le recriminazioni tra la madre e la nonna della protagonista, ci offre un altro spunto di riflessione, quando per ricucire quello strappo generazionale, Chiara, la protagonista, decide di raccontare la storia della sua famiglia e scoprirà un segreto capace di deflagrare di vita in vita, cambiando ogni cosa e ci conduce nella più intima delle esplorazioni e nella più ardita delle avventure alla ricerca delle proprie radici e a capire quanto conta l’amore di chi ci insegna a diventare adulto.
Sia a Sassari, dove c’è stata la prima presentazione e successivamente in quelle tenutesi ad Oristano e nella biblioteca di San Giovanni di Sinis, il libro ha avuto un’accoglienza veramente strepitosa.