di MANOLA BACCHIS
Ci troviamo in Toscana, a Pisa. Una chiesa, quella di San Francesco, monumento architettonico di straordinaria bellezza del XIII secolo, e l’omonima piazza aprono lo scenario. Basta varcare il cancello e all’interno dell’oratorio ad attenderci c’è una famiglia, chiamata Associazione Culturale Sarda Grazia Deledda.
La sua nascita risale al 1998, sardi e non sardi si uniscono e trasformano uno Statuto in ricche attività culturali, ricreative e solidali. I soci sono giovani, soprattutto studenti universitari che scelgono il prestigioso Ateneo pisano, e meno giovani che, a Pisa, sono rimasti proprio dopo gli studi o sono emigrati negli anni ‘60/’70 alla ricerca di un lavoro, e da allora la città è la loro seconda culla dopo la Madre Terra Sarda.
Un giorno, proprio pensando alla Sardegna e alle tradizionali feste paesane, come le Sagre, in particolare l’Ardia, e quelle in onore ai diversi santi, tre amici -Costantino Manca, Nicolino Corongiu e Giovanni Deias, nonché soci fondatori dell’Associazione – propongono al direttivo (presieduto dal presidente Giancarlo Ortu) un’idea con un retrogusto dolce che facesse sentire vivo il cuore della propria Isola,pur se lontani da essa.
Così, nel 1999, nel caldo mese di Giugno, quando le campagne si colorano di giallo, e Van Gogh sbircia tra i girasoli, soci e volontari dannoil via alla prima edizione della Festa della Sardegna a Pisa.
Un grande pannello in masonite (6m x 3m), dipinto a mano, realizzato e ideato dal fumettista di Sinnai Giorgio Salidu, in arte Joe Look (oggi Magic Joe), verrà posizionato all’ingresso di Asciano Pisano, il luogo che, per dieci giorni, vedrà protagonisti artisti musicali, gruppi folcloristici, artigiani, e migliaia di ospiti – con una media di 400/500 presenze al giorno – tutti accorsi per respirare l’aria di festa.
Sono trascorsi vent’anni, e dal 2007 è mutato il luogo e nel 2015 la durata dell’evento. Infatti, attualmente la Festa si svolge a Uliveto Terme, nel comune di Vicopisano, e i giorni sono stati ridotti a sei anziché dieci. Tuttavia, impegno, costanza, divertimento e calore, permangono; e chi partecipa percepisce accoglienza, in compagnia di ottimi pasti e buon vino (prevalgono le pietanze tipiche della cucina sarda, ma non mancano accostamenti con altre Regioni, come la Calabria).
In questi vent’anni una nota melodica è lo scambio generazionale.
Il presidente Giovanni Deias, con orgoglio e con un pizzico di emozione, ne va fiero!, e, mentre rievoca fatti, persone e ricordi, sorride nel raccontare la grande forza che giovani e anziani, insieme, danno alla Festa della Sardegna. Entrambi hanno da imparare e da insegnare, l’uno dall’altro; così, come nei paesi, e nelle grandi famiglie sarde, si confrontano e ciascuno offrirà il proprio sapere, a volte colorato di quel pizzico di energia tipico dei giovani che, unito alla pacatezza ed esperienza degli anziani, donerà nuovi entusiasmi e idee.
I ruoli si intersecano e si scambiano, in cucina, nella grande sala allestita all’aperto, il palco si adorna di colori, luci e suoni, e, al calar del sole, la musica dà avvio alla danza, nuovi e vecchi amici si incontrano.
La Festa è un momento conviviale di grande rilevanza. Un’organizzazione attenta e precisa, che comincia settimane e settimane prima, consente armonia e piacevolezza, e la solidarietà a chi è in difficoltà arricchisce lo spirito della stessa. Infatti, ogni anno è occasione per raccogliere fondi dal ricavato della Festa per aiutare, con buoni per i beni di prima necessità, sia famiglie locali sia associazioni umanitarie no profit.
Ebbene, l’arciere nuragico, simbolo dell’Associazione Culturale Grazia Deledda, ha teso il suo arco e con la sua freccia ha fatto centro!, proprio come il cavaliere durante la giostra equestre della Sartiglia, ad Oristano,con la stella. Quest’ultima è una delle immagini comparse in una delle locandine realizzate per la Festa della Sardegna a Pisa, alternata da paesaggi incantevoli di un’Isola di una ‘demoniaca bellezza’ che cattura e rapisce il cuore a chi si affaccia lungo i sentieri misteriosi, tra Arte, Natura e Cultura.
Così, la Festa è festa a tutto tondo, e prende forma divenendo ponte e anello d’unione tra popoli, generazioni e tradizioni: conoscenze, cultura, enogastronomia e arte muoveranno turismo e economiae, con sapienza, le tavole di numerose famiglie in Toscana riproporranno nel tempo vini e pietanze tutto l’anno.
Mentre lo sguardo di Giovanni Deias si proietta sull’edizione in pieno svolgimento, in attesa di spegnere le venti candeline nell’atto conclusivo, esordisce con:“Sorriso con gusto! Ecco cos’è la Festa della Sardegna”.
per gentile concessione della rivista LACANAS