di DARIO DESSI'
E’ fuori da ogni dubbio, ché l’idroscalo di Porto Conte (Alghero) ebbe un ruolo importante nei collegamenti tra la Sardegna e la penisola. Dopo che i sardi ebbero preso confidenza con il volo aereo, la linea Roma Cagliari divenne sempre più frequentata, al punto che nel 1937 si registrarono ben 9.748 passeggeri, arrivando, così, a superare il numero di coloro che volavano nella linea Milano Roma. Fino allo scoppio della guerra, sulla Cagliari – Ostia, avevano volato, in media, 10.000 passeggeri all’anno.
L’idrovolante SIAI S55, progettato sia come bombardiere, che come velivolo per il traffico commerciale, oltre ai due membri dell’equipaggio, poteva trasportare dai dieci ai dodici passeggeri con 15 Kg. di bagaglio ciascuno.
Assieme al’S.M.79, il più famoso aereo da guerra italiano della seconda guerra mondiale, fu uno degli aerei più significativi realizzati dall’ingegnere Alessandro Marchetti, capo progettista della Ditta Idrovolanti Savoia Marchetti.
Trascorsero cinque anni, quando i pur ottimi S55 lasciarono il posto ai più veloci e capienti trimotori S66, velivoli che però non sarebbero mai stati altrettanto robusti, sicuri e affidabili.
L’ S66 dell’ ALA LITTORIA assicurava i collegamenti tra Roma (Ostia), Alghero (Porto Conte) e Barcellona.
Progettato come un aereo di linea civile, da utilizzare anche per il soccorso aereo, aveva un equipaggio di tre membri, e trasportava 14 passeggeri. Con un autonomia di 1.290 Km riusciva, inoltre, ad assicurare un servizio regolare quotidiano di Posta Aerea tra la Sardegna e il continente.
Era un monoplano ad ala bassa con doppia fusoliera a mo di catamarano e una struttura rivestita di legno.
Le due fusoliere ospitavano le cabine passeggeri ed erano in comunicazione tra loro tramite due scalette che permettevano l’accesso alla cabina di pilotaggio, nella parte centrale dell’ala.