di MANOLA BACCHIS
Antropologo, scrittore ed ex insegnante di Lettere: è questo il profilo di Bachisio Bandinu che, a distanza di oltre vent’anni, dopo “Lettera a un giovane sardo”(ed. della Torre), prosegue il dialogo interrotto nel 1996 e pubblica, nel 2017,“Lettera a un giovane sardo sempre connesso”.
La differenza tra le due pubblicazioni è palpabile già dal titolo che presenta l’integrazione dell’avverbio “sempre”,e del verbo “connesso”. Quest’ultimo indica unione. Ma, unione con chi? E perché il giovane è sempre connesso?
Così il lettore nell’immediatezza viene catapultato nella nuova dimensione della comunicazione iniziata negli anni Novanta del secolo scorso.Oggi, dopo quasi trent’anni dall’avvento di Internet, l’uomo di tutto il pianeta ne percepisce gli effetti e i nuovi modi di intendere di questo mondo in perenne evoluzione. Il linguaggio è cambiato, come è cambiata la società. Ma come?
“Lettera a un giovane sardo sempre connesso” merita particolare attenzione proprio per questo filo conduttore tra l’uomo e la comunicazione. Un’importante riflessione antropologica e sociale che Bandinu dedica a tutti, e per farlo parte dai giovani, li ascolta, dialoga con loro, e anche con gli adulti.
Il libro è rivolto ad un pubblico variegato: il web non è affare solo del ‘giovane’, è un pianeta che ingloba tutti, e oggi si può affermare che si è sempre e ovunque connessi.
Bachisio Bandinu per entrare nella ‘galassia’ del web decide di sottoporre alle nuove generazioni delle domande attente e precise, e lo fa attraverso un questionario. Sceglie la scuola, luogo per eccellenza dell’educazione e della comunicazione.
Il campione rappresentativo della popolazione scolastica è composto da quasi seimila studenti iscritti in ventuno Istituti Superiori di II grado della Sardegna, dal Nord al Sud: Sassari, Arzachena, Olbia, Nuoro, Dorgali, Bitti,Oristano, Cagliari e Quartu S. Elena.
Il libro è diviso in due parti: la prima riporta l’analisi e la lettura dei dati estrapolati dai questionari, e la seconda invece è un dialogo riflessivo.
La specificità dell’opera è proprio questo dialogo, le risposte dei ragazzi vanno oltre i numeri statistici,e la loro voce si udirà chiara e netta, e trapeleranno reazioni ed emozioni.
Tra le pagine vedremo ‘l’uomo della parola’ che incontra ‘l’uomo dell’immagine’, e poi ancora entrambi si confrontano con ‘l’uomo del linguaggio ipertestuale’ non più e non solo parole e immagini, ma anche video, audio… un universo complesso offerto da un click su una tastiera o sul touch screen. E’ il nuovo spazio, è quello di internet!
Il device, che sia un cellulare un computer o altro, è per Bandinu il ‘prolungamento della mano’ delle nuove generazioni nell’età contemporanea: è davvero una finestra e, in quanto tale, offre infinite occasioni di conoscere, di viaggiare in diverse realtà, di avere informazioni alla velocità della luce, di costruire identità virali, insomma di creare legami e unioni, connettendosi attraverso la rete digitale.
Eppure, a volte, non si ha cognizione dello strumento che sia tra le mani, e neppure delle sue elevate e infinite opportunità; e, talvolta, non si ha neppure cognizione dei rischi legati all’uso improprio e ignaro del web. Ecco che allora Bachisio Bandinu decide di scrivere una lettera a un giovane sardo sempre connesso per conversare con le nuove generazioni, senza demonizzare né esaltare l’uso di internet: con moderazione, insieme, ragiona e riflette, e non porge risposte ma offre tanti spunti per farsi delle domande.
Bachisio Bandinu, Lettera a un giovane sardo sempre connesso, Domus de Janas, 2017, pp. 154: ill. (14 euro)
articolo precedentemente pubblicato dalla rivista LACANAS (da noi rilanciato per gentile concessione)