di IRENE BOSU
C’è un luogo magico dove la pietra è come la dolce carezza di un’onda e il suono è come la melodia della profondità degli abissi. È il Giardino Sonoro di Pinuccio Sciola, nel cuore di San Sperate, il paese-museo a due passi da Cagliari.
Il Museo all’aperto di Pinuccio Sciola “Giardino Sonoro” è un mare di pietre megalitiche, capaci di vibrare e di emettere suoni. Qui si può ascoltare il suono liquido del calcare, le corde da pizzicare sono invisibili ma la sensazione è che, invece, siano proprio lì, tese sulla pietra. E poi c’è il basalto di origine vulcanica, scuro. Quando si accarezza, sembra quasi di sentire le viscere della terra, il timbro di un oboe, il canto lontano di una sirena. Il Giardino Sonoro ha centinaia di monoliti, posizionati intorno all’agrumeto, circondato dai fiori di campo. Si cammina tra figure antropomorfe, omaggi letterari, divani di basalto, segni ancestrali. Le pietre sonore comunicano ai visitatori il potere della natura e la forza della terra. Durante le visite notturne Pinuccio Sciola accendeva dei falò nel suo giardino, per mostrare al pubblico le sue pietre con i cambiamenti e i movimenti delle fiamme. Era importante per l’artista considerare il rapporto tra i cinque sensi nel modo più intenso possibile. Probabilmente Pinuccio Sciola voleva dirci che dentro ognuno di noi, dentro ogni materia, c’è un suono imprigionato. Dobbiamo solo liberarlo.
Sciola sfregiava le pietre di basalto realizzando quadrettature di ogni dimensione e spessore, come si può notare nella foto sopra. Nel suo giardino si è invitati a partecipare, a vivere emozioni nuove suscitate dai suoni e dal contatto con le sue sculture. I suoni diventano più o meno intensi in base all’incisione della pietra, suoni che ricordano il vetro o il metallo, strumenti di legno e perfino voce umana.
Dopo la visita guidata ci si può fermare a fare due passi nel giardino e – nel rispetto e nei limiti del concesso – si possono accarezzare le pietre, sfiorarle delicatamente, si possono sentire le armonie e persino i profumi.
La scultura”I semi della pace” dalla quale emerge l’anima della materia. Nel 2008 Sciola ha ricoperto con i “Semi della Pace” il sagrato della Basilica di San Francesco ad Assisi.
Vibrante di un fermento artistico e culturale a cui ha dedicato un’intera vita, Pinuccio Sciola, nato nella piccola realtà di San Sperate, un paese in Sardegna, ha saputo trasformare i limiti e l’ostilità della propria terra in una risorsa senza precedenti. Il suo percorso artistico nasce con la vincita di una borsa di studio nel 1959 che gli permetterà di frequentare il liceo Artistico di Cagliari, l’Istituto d’Arte di Firenze a cui farà seguito l’Accademia Internazionale di Salisburgo dove segue i corsi di Minguzzi, Kokoschka, Vedova e Marcuse. La sua incessante curiosità e la voglia di conoscere e confrontarsi in un contesto dal respiro internazionale, lo portano a viaggiare spesso in giro per il mondo dove conosce artisti del calibro di Giacomo Manzù, Fritz Wotruba, Aligi Sassu e Henry Moore. Dopo l’esperienza in Spagna, all’Università della Moncloa a Madrid, rientra nel suo paese natio con la voglia di mostrare ai suoi compaesani quello che aveva scoperto, iniziando la rivoluzione dei “muri bianchi”. Nel 1973, grazie ad un riconoscimento dell’UNESCO, lavora con il maestro David Alfaro Siqueiros a Città del Messico. Forte dell’esperienza artistica e sociale nell’ambito del muralismo trasforma il suo paese d’origine in quello che oggi è conosciuto in tutto il mondo come il “Paese Museo”, in cui vivono a cielo aperto centinaia di opere d’arte.
Centinaia di variopinti murales decorano le case di San Sperate facendone un museo a cielo aperto, un vero e proprio paese – installazione. Tutto ebbe inizio nel 1968, anno di grandi fermenti politici e culturali, quando Pinuccio Sciola rientrò a casa dopo una serie di stimolanti viaggi in giro per l’Europa. Carico dell’esperienza internazionale, contagiò presto la sua comunità con una vulcanica voglia di cambiamento fondato sui valori dell’arte e della partecipazione attiva della gente alla riscrittura consapevole del proprio futuro.
San Sperate divenne ben presto un laboratorio di creazione e confronto e, complice l’attenzione della stampa nazionale ed estera, arrivarono numerosi artisti, molti dei quali stranieri, che diedero il loro entusiastico contributo dipingendo nuove opere dai soggetti più disparati.
I primi a sposare l’idea furono protagonisti dell’arte sarda come Foiso Fois, Liliana Cano, Gaetano Brundu, Giovanni Thermes, Giorgio Princivalle, Nando Pintus e Franco Putzolu. Tra gli altri giunsero poi Rainer Pfnürr ed ElkeReuter dalla Germania, Meiner Jansen dall’Olanda, Otto Melcher dalla Svizzera e José Zuniga e Conrado Dominguez dal Messico.
La Fondazione nasce dall’idea dello Scultore sardo di fama internazionale Pinuccio Sciola di portare avanti in maniera istituzionale le attività più complesse e progettuali del suo lavoro coinvolgendo i propri figli per dare continuità e futuro alla sua opera e alla sua filosofia di vita. Il 22 luglio 2016, a due mesi dalla scomparsa di Pinuccio, nasce, per volontà dei figli Chiara, Tomaso e Maria, la Fondazione Pinuccio Sciola. La Fondazione incarna i progetti e lo spirito di apertura, ospitalità, condivisione e rispetto della natura e delle persone che sono stati i valori fondanti di tutta la vita “millenaria” di Pinuccio.
Il patrimonio della Fondazione, inizialmente, comprende la casa dello scultore e alcune delle opere più importanti di cui i figli hanno voluto privarsi a beneficio dell’Istituzione. Per portare avanti gli ambiziosi progetti sarà sicuramente necessario il contributo di persone, società, Enti e Istituzioni che vorranno sostenere i tanti progetti presenti e futuri.