di GILDA CEFARIELLO GROSSO
La mattina del 28 aprile scorso, un consistente gruppo di soci dell’Associazione Culturale Sarda “Grazia Deledda” di Pisa, ha visitato la mostra “Orizzonti d’acqua. Tra Pittura e Arti Decorative. Galileo Chini e altri protagonisti del primo Novecento”, allestita al Palazzo Pretorio di Pontedera (Pi). La mostra, centrata sull’opera di Galileo Chini (1873-1956), ha messo in evidenza l’alta qualità di questo artista fiorentino che, tra Ottocento e Novecento, è stato artefice nel nostro paese di un profondo cambiamento culturale. Il suo apporto è avvenuto soprattutto nel campo della ceramica. Infatti nel 1896 assieme a dei soci fondò a Firenze una manifattura denominata L’Arte della Ceramica. Proprio da questa fabbrica uscirono esemplari di grande modernità ispirati ai dettami del modernismo internazionale, che ottennero numerosi consensi in manifestazioni non solo nazionali, in opposizione alle dilaganti produzioni di copie di modelli del passato. Nel vasto repertorio presentato in mostra si potevano ammirare raffinati decori floreali, splendidi esemplari con superfici rese iridescenti dalla copertura a lustri metallici e vari esemplari in grès. Quest’ultimo tipo ceramico, venne introdotto, grazie a Galileo Chini, per la prima volta in Italia, in occasione dell’Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Torino del 1902. La visita alla mostra, sotto la guida di Gilda Cefariello Grosso, consigliere dell’Associazione e anche membro del comitato scientifico della manifestazione, ha suscitato molto entusiasmo per il bellissimo allestimento e per la qualità delle opere presentate. Infatti oltre alle ceramiche, sono stati proposti anche dipinti, bozzetti e manifesti di altissima qualità, alcuni dei quali presentati al pubblico per la prima volta. Ha suscitato grande entusiasmo un magnifico paravento raffigurante un volo di trampolieri su mare in tempesta del 1910-15 ed anche il grande bozzetto preparatorio (1919) per gli affreschi dello scalone dello stabilimento termale Lorenzo Berzieri di Salsomaggiore. Di notevole impatto visivo sono state le opere del periodo siamese. Nel 1911 Galileo Chini, su invito del re del Siam, si era recato a Bangkok e vi era rimasto fino al 1913, per affrescare il Palazzo del Trono: a questo periodo sono legate alcune tele di grande fascino, dove con tecnica divisionista sono rappresentati paesaggi orientali. Sempre sotto l’influenza di questo momento siamese sono da ricordare anche alcune splendide figure di danzatrici. Nel percorso della mostra le opere di Galileo Chini sono state affiancate da importanti lavori di altri artisti coevi come Lorenzo Viani, Moses Levy, Plinio Nomellini, Salvino Tofanari e August Rodin.