di ALDO ALEDDA
REGIONE LOMBARDIA SALA GONFALONE I PIANO PALAZZO PIRELLI.
VIA FABIO FILZI 22, MILANO
ORE 11:00 – 19:00
Ore 11. Apertura e presentazione dei lavori
Saluti del Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana,
dei Vice Presidenti del Consiglio Regionale della Lombardia, Carlo Borghetti e Francesca Brianza
I SESSIONE:
Per un’Italia globale. Prospettive e problemi (presenta e modera Aldo Aledda, coordinamento Comitato 11 ottobre)
Ore11.30
Piero Bassetti: Gli italici. Una risorsa per l’Italia.
Riccardo Giumelli, Univ. di Verona: Post-made in Italy:
Stefano Traldi, Avvocato: I discendenti degli italiani emigrati all’estero. Il problema della cittadinanza.
Luca Faccin, Avvocato: Gli strumenti legali per l’ottenimento della cittadinanza italiana.
Beniamino Coccia (Univ. Pio V): Europa dei talenti. Presentazione del libro edito da Idos.
Giovanni M. De Vita, Ministero Affari Esteri: Il sostegno agli italiani nel mondo del MAECI attraverso l’associazionismo degli italiani all’estero
Conclusioni di Fabio Porta, già presidente del Comitato parlamentare degli italiani nel mondo, Coordinamento Comitato 11 ottobre.
Ore 13:00 -14 pausa lavori
Ore 14. II SESSIONE di DIBATTITO E APPROFONDIMENTO: Le esperienze e il ruolo dell’associazionismo (presenta e modera Daniele Marconcini, Presidente Associazione Mantovani nel Mondo.)
Interventi previsti: Nino Stivala, presidente Gente Camuna; Carlo Personemi e Mauro Rota, rispettivamente Presidente e Direttore di Ente Bergamaschi nel Mondo; Maurizio Tomasi
Associazione Trentini nel Mondo Onlus; Lucilla Urbina, Presidente Associazione Venezuelani in Lombardia; Mario Ridolfo, Presidente Federazione Associazione Siciliani in Lombardia (FASL) e Serafina Mascia, Presidente Federazione Associazioni dei Sardi in Italia (FASI); Giuseppe Sommario, Storico dell’Emigrazione, Calabria.
Testimonianze di giovani e professionalità italiane all’estero: Ciriaco Acampa, La cucina italiana nel mondo, Giordano Locatelli (Partner Sinergie e Ceo Sita srl), Antonella Orefice (artista), PaolaAlessandra Troili; testimonianze straniere di Emerson Goya (San Paolo – Brasile), Nacha Piattin(Cordoba – Argentina), Matteo Cazzulani (Cracovia – Polonia), Sofia Muccio (Giovani expat),Stefano Elena, direttore di Nord Est, quotidiano per la promozione all’estero del Triveneto; LauraBrianza, Giovani Rotary all’estero, Giovanni Serrino (Italo- brasiliani in Italia).
ORE17:00 DIBATTITO E CONCLUSIONE LAVORI
L’evento verrà trasmesso sul sito del Consiglio regionale della Lombardia. Il link per poterlo seguire da altre connessioni internet è: http://mediaportal.regione.lombardia.it/#/live/3924
OBIETTIVI E TRACCIA DEI LAVORI
Da tempo obiettivo dell’iniziativa del Comitato 11 ottobre è sottoporre all’attenzione delle istituzioni e delle forze politiche, ma soprattutto del paese, il tema del rientro in patria di tanti italiani che si sono trasferiti aldilà dei confini nazionali. Siano essi recenti expat o discendenti di italiani a suo tempo emigrati all’estero, ma più in generale includiamo tutti coloro che, per origini od orientamenti culturali o interessi, si ritrovino nei valori dell’italianità, o come anche si preferisce dire oggi, dell’italicità.
Il tema presenta certamente un nodo politico che non abbiamo cercato di evitare. Ossia l’aspetto della chiusura delle frontiere che riguarda oggi un po’ tutto il mondo. Non solo l’Europa in cui, a prescindere alle posizioni più radicali dei governi cosiddetti sovranisti, in sostanza da parte di tutti paesi aderenti all’Unione si registra la volontà di non aprire i propri confini ad apporti generalizzati di popolazione. Per contro si segnala che nel resto del mondo si accentua la competizione ad accettare e invogliare soggetti dotati di capitali e professionalità a stabilirsi nel proprio paese, un fenomeno che conosce il culmine nella vendita di visti, passaporti e cittadinanza che, per esempio in USA, nel solo 2017, para avrebbero comportato per lo stato un’entrata di due miliardi di dollari. Contestualmente si segnala analogo interesse per i connazionali all’estero da parte di alcuni stati in fase di crescita economica, come il Cile. In buona sostanza ci troviamo davanti a tendenze internazionali, con le quali sicuramente occorre a fare i conti a prescindere dalle distinzioni politiche.
A fronte di ciò paesi come l’Italia, e in generale anche gli omologhi europei, che si trovano a fronteggiare problemi di spopolamento di aree e d’invecchiamento della popolazione con ripercussioni sul sistema economico e la tenuta di quello pensionistico e dello welfare, non rinunciano a mettere in atto politiche più aggressive di attrazione di stranieri, inclusi i pensionati. Tutto ciò è stato oggetto di analisi nei precedenti seminari, in cui sono emerse tre aspetti fondamentali:
a) stimolare il rientro dei giovani italiani o discendenti anche a prescindere dal requisito della cittadinanza;
b) non ostacolare la circolazione dei giovani italiani, in uscita e in rientro, perché il fenomeno – ben gestito – alla lunga si può rivelare un investimento e tradursi in vantaggio per il paese;
c) favorire e migliorare gli elementi di attrattività del paese, non solo in termini di opportunità lavorative, ma anche del sistema d’istruzione, della pubblica amministrazione e del sistema fiscale (ci siamo soffermati sul caso di scuola dei “cervelli” rientrati e poi immessi in un girone dantesco dal fisco, dalla pubblica amministrazione e, in prospettiva, destinati a confrontarsi col sistema giudiziario.)
Ora si tratta di andare avanti. Il rientro, dopo il necessario passaggio attraverso le frontiere, avviene sul territorio con nuovi interlocutori costituiti da regioni, enti locali e associazioni di volontariato impegnate in questo campo. In questo incontro, peraltro, dovremo discutere su come uscire dagli interventi generici, come la promozione generica della cultura e della lingua italiana e del cosiddetto made in Italy, svolta spesso più a vantaggio dei soggetti che la pongono in essere che dei veri destinatari. Queste andrebbero forse sostituite con interventi mirati alla finalità del rientro. In concreto, se formazione linguistica e culturale ci deve essere che sia rivolta soprattutto a chi intende rientrare.
Il secondo aspetto riguarda l’accoglienza. Verosimilmente i soggetti cui ci si rivolge non si trovano nelle condizioni degli attuali migranti e richiedenti asilo dei paesi africani e mediorientali, ma si tratta di persone che in gran parte hanno già legami col territorio oppure dispongono a monte delle risorse necessarie per sostenersi autonomamente nella fase d’inserimento. In questo quadro sarà importante il supporto degli enti locali e delle associazioni per favorirne la sistemazione. Il terzo aspetto riguarda il problema che incontra chi cerca di entrare in Italia, ossia la burocrazia. E’ noto che nel paese uffici delle agenzie delle entrate, delle questure e delle anagrafi comunali rappresentano altrettanti scogli su cui si è incagliata la buona volontà di chi intendeva rientrare e chi voleva ospitare. Problemi di questo tipo sono già stati segnalati nei seminari precedenti in cui non si sono esclusi neanche fatti di boicottaggio e di corruzione di uffici pubblici