di MARCELLO ZASSO
“Mi piace pensare di aver aperto una strada per il futuro: da domani in poi un’altra donna potrà ricoprire questo incarico e sarà una cosa normale”. Raffaella Lostia è l’Altera nos di Sant’Efisio dopo che per 362 edizioni un uomo ha sempre rappresentato il Comune nella festa del primo maggio dedicata al martire cristiano. Originaria di Orotelli, 56 anni, è stata scelta dal sindaco Massimo Zedda prima delle sue dimissioni perché, diversamente, non ci sarebbero stati amministratori in carica per Sant’Efisio. Da lì la decisione a sorpresa di nominare una Altera nos. Per di più una dipendente del Comune, altra decisione senza precedenti. Lostia è una funzionaria amministrativa.
Che emozione ha provato quando lo ha saputo? Un fulmine a ciel sereno, la sera prima avevamo parlato col sindaco a proposito dell’organizzazione generale di Sant’Efisio, ma non avevo fiutato niente. Poi mi ha avvisato poco prima di fare l’annuncio in Consiglio comunale e non ho avuto neanche il tempo di metabolizzare o suggerire qualche altro nome.
Per anni è stata appunto dietro le quinte a occuparsi della macchina organizzativa della festa, ora si ritrova con la fascia tricolore a rappresentare il Comune. Nei sette anni di Massimo Zedda ho seguito con l’ufficio di Gabinetto tutta la preparazione nel palazzo, dall’investitura dell’Alter nos all’acquisto del frac e ai preparativi per la cerimonia. Davo consigli a chi ricopriva quel ruolo, ma trovarsi dall’altra parte è ben diverso. Sto vivendo un periodo molto intenso, con preparativi impegnativi che si sono sovrapposti ai riti della Settimana santa: un periodo meraviglioso e carico di partecipazione.
A proposito del frac, con la sua nomina è arrivata un’altra novità per questa edizione 363 di Sant’Efisio: l’attenzione si è spostata anche sull’abbigliamento dell’Altera nos. Non è un frac da uomo, ma un abito pensato appositamente per questa occasione. Lo studio per crearne uno adatto è stato affidato all’Isre, l’Istituto superiore regionale etnografico di Nuoro, un vestito in grado di salvaguardare la femminilità, senza essere troppo pomposo e rigoroso. L’ottimo lavoro che vedrete domani (oggi, ndr) è stato realizzato dalla sartoria del Teatro lirico e credo che il risultato sia eccellente. Mi piace parlarne, ma la festa di Sant’Efisio è ben altro e non solo taglia e cuci.
È naturale, però, che una presenza femminile in un ruolo così importante non passi inosservata. C’è molta attenzione, come per tutte le prime volte. È capitato così anche per le prime donne sindaco, se n’è parlato quando sono state elette poi per fortuna è diventato normale. Dopo che abbiamo raggiunto questo traguardo mi auguro che in futuro ci sia la possibilità per tutti di fare l’Alter nos, uomini e donne.
Dopo il tabù infranto con la sua nomina ad Altera nos, crede che Cagliari potrà anche essere amministrata da una donna? Perché no? Mi piacerebbe però che i cittadini potessero riconoscere le capacità di chi si candida. Ci sono donne che si stanno proponendo, se portano un bel programma potrà essere accolto, ma l’importante è che sia data la possibilità alle persone di affermarsi. Anche il mio incarico, c’è chi lo declina al femminile, ma credo che vada chiamato Alter nos perché la parità di genere è data da altri segnali, non solo dal nome. La parità è fatta di rispetto, è il permettere che chiunque abbia la possibilità di poter raggiungere traguardi importanti e riconoscimenti in base al merito.
La peste è stata sconfitta, cosa chiedono ora i cagliaritani a Sant’Efisio? In questi giorni ho visto la forte fede che c’è intorno al santo, tra richieste di grazia e grazie ricevute. Mi piacerebbe che facesse per i cagliaritani quello che gli chiedono con grande devozione: lavoro e cura per le malattie, sono queste le richieste più forti che arrivano dai fedeli.
Lei lo avrà vicino: al martire guerriero cosa chiederà come dono? Maggiore rispetto per le donne, così si eviterebbero le troppe tristi notizie che si leggono sulla stampa.