di LUCIA BECCHERE
Voluto dall’Istasac e dalla Lute è stato presentato nella sala consiliare della Camera di commercio di Nuoro il libro di Claudia Sarritzu Parole avanti. Femminismo del 3° millennio edito da Palabanda.
Maria Boi, assessore del comune di Nuoro e coordinatrice dei lavori, ha presentato l’autrice. Claudia Sarritzu, scrittrice-giornalista a Radio Press e a Globalist, 32 anni, è nata a Cagliari dove attualmente vive, ha collaborato col mensile Sardinews, ha lavorato per l’Espresso e per Sardegna24, è autrice e conduttrice dei programmi radiofonici: Tutti giù per terra e
Punto e a capo. Nel 2013 ha pubblicato il suo primo libro La Sardegna è un’altra cosa e nel 2018 ha vinto il Premio letterario città di Cagliari con un romanzo inedito.
«Nel voler veicolare il significato intrinseco della parola femminismo, oltre che delle mie esperienze, vorrei esprimere le mie riflessioni su quanto mi ha lasciato la lettura del testo – ha esordito Daniela Falconi, sindaca di Fonni nel suo intervento quale relatrice. Il libro – ha proseguito – affronta in maniera consapevole e chiara il tema del linguaggio e l’importanza del significato delle parole che sono fondamentali nella comunicazione. Ho trovato bellissima la parola femminismo, carica di significato e molto evocativa e trovo unica la parola equità, che ricorre spesso nel testo e che non significa uguaglianza ma diritto di essere trattate alla pari senza alcun pregiudizio e senza che le donne debbano battere i pugni sul tavolo nel momento in cui si vogliono rappresentare.
Sono stata invitata più volte a parlare del rapporto fra donna e parola – ha detto ancora la Falconi – e siccome io faccio politica e per farlo occorre una buona dose di determinazione, per me, che con l’autrice condivido temi politici, ambientali e sociali, è un orgoglio essere qui con voi». Ha parlato della sua esperienza da sindaca, della sua giunta formata in prevalenza da donne (tre su cinque componenti), affermando che proprio grazie a questa forte presenza femminile è stato possibile portare avanti certe iniziative ed ottenere determinati risultati in campo economico e sociale. «Risultati – ha tenuto a precisare – non migliori ma diversi».
Nel suo appassionato intervento, Daniela Falconi ha anche sottolineato quanto il linguaggio sia un fattore determinante sulla violenza non solo sessuale che ogni giorno le donne si trovano ad affrontare, ma anche nell’ambito domestico, lavorativo e sociale. «Una su tre è vittima di reati odiosi anche sui social che non possono essere liquidati tout court come dispetti perché trattasi di veri e propri reati ».
«Noi donne dobbiamo essere unite e per non essere sole occorre fare rete senza vergogna e senza paura – ha proseguito ancora la Falconi – ma soprattutto dobbiamo indignarci quando certe cose succedono e tutti, famiglie e istituzioni comprese, dobbiamo impegnarci affinché i giovani vengano educati al valore di equità. Questi temi – ha concluso la relatrice – sono denunciati e affrontati in maniera egregia nel libro che al lettore offre anche messaggi di speranza e di rinascita».
La parola è poi passata all’autrice che ha spiegato come il libro sia nato dall’esigenza, in quanto giornalista, di trattare il tema della violenza di genere dal punto di vista del linguaggio, da qui il titolo. Nel tentativo di spiegare la necessità di concepire in maniera diversa il femminismo, rivoluzione culturale che nessun maschilismo potrà mai fermare. Il suo sguardo si allarga dalla Sardegna a tutto il mondo, dalla Turchia, alla Siria, dall’Iran al Brasile perché, pur cambiando soggetti e strategie, la violenza è uguale a qualsiasi latitudine. Sarritzu ha parlato di Francesca Sanna Sulis, imprenditrice di Muravera «prima donna femminista sarda del ’700, che ha compreso molto bene l’importanza dell’autonomia economica nell’emancipazione femminile» per ricordare le tante battaglie fatte per la conquista dei diritti civili delle donne, ma anche per affermare che non dobbiamo mai abbassare la guardia e mai dare nulla per scontato. Il libro dedicato “Ai miei amici femministi, uomini veri” è «un libro per tutti, forse addirittura è stato pensato più per gli uomini.
«Oggi si è abbassato il livello di tolleranza della violenza» ha dichiarato nel suo intervento Luisanna Porcu responsabile del centro antiviolenza Onda Rosa, ma si è anche abbassata l’età delle donne che la subiscono. Esiste il patriarcato sulle donne che occorre respingere perché ledere la loro libertà è il primo passo per minare la libertà di tutti. Nessuno stato inoltre deve decidere sulla vita e sul futuro della donna che ha il diritto all’autodeterminazione.
«Come si potrebbe fermare questa ondata di violenza? – ha domandato Luisanna Porcu –. Stando unite e avendo dalla nostra parte anche gli uomini che, insieme a noi devono combattere fascismi, nazismi e sovranismi che cominciano con le donne per poi aggredire la libertà di ogni individuo. Noi dobbiamo insegnare ai maschi a rinunciare ai loro privilegi ancestrali e interagire con le donne se si vuole porre fine ad una violenza sempre più allarmante, oggi assistiamo anche ad una forma di violenza istituzionale che si sta celebrando in certi processi. Le donne non subiscono la violenza – ha concluso – ma interagiscono con essa perché spesso senza alternative o perché la sottovalutano oppure perché psicologicamente ed economicamente fragili e indifese. Non dimentichiamo mai che la prima aggressione ai nostri corpi si compie proprio con il linguaggio».
per gentile concessione de https://www.ortobene.net/