GLI SPARVIERI DELL’8°STORMO IN SARDEGNA

Un S79  in fase di avvicinamento all’aeroporto di Alghero
di DARIO DESSI'

IL SIAI  S79 SPARVIERO era un valido aereo multiruolo, tale da poter essere  impiegato sia nell’aeronautica civile che in quella militare. Fu, infatti, progettato in una prima versione civile da trasporto, per essere  trasformato in seguito in un aereo militare, il SIAI Marchetti S 79. A partire dalla data del suo primo volo, nel mese di ottobre del 1934, rimase  operativo per una ventina d’anni, subendo  ripetute trasformazioni, in modo da poter essere adattato a tutte le esigenze nei vari teatri di guerra dalle O.M.S. (Operazioni Militari in Spagna), al Fronte Occidentale e al Mar Mediterraneo,  alle Operazioni in Albania, Grecia e Jugoslavia, fino all’Africa settentrionale e allo scacchiere dell’Egeo. E’ stato, indubbiamente, il più rappresentativo e  il più fotografato aereo della Regia Aereonautica a partire dalla guerra di Spagna fino alla fine della II Guerra Mondiale. Comunemente noto agli italiani come lo  Sparviero, agli inglesi  riusciva, invece, spontaneo identificarlo  con il sopranome di Damned Hunchback (Gobbo maledetto). La mitragliatrice Breda SAFAT, montata sulla gobba dorsale, era  micidiale quando sparava, all’indietro, contro i velivoli nemici che attaccavano dalla parte della coda.

Tra il 1935 e il 1936, l’8° Stormo  partecipò alla guerra in Africa Orientale con i velivoli Caproni CA 111. Rimpatriato nel mese di luglio del 1937, dopo essere stato dotato dei nuovi SIAI S 79, fu l’unico reparto organico della Regia Aeronautica  ad aver partecipato alle O. M. S,  in territorio spagnolo, sotto il nome  di Aviazione Legionaria delle Baleari. Dopo essere stato sciolto nel  maggio del 1939, alla fine delle operazioni militari in Spagna, il 1 luglio 1939  fu ricostituito una terza volta, sempre con in dotazione i velivoli S79  nell’aeroporto di Alghero.

La fusoliera di quel velivolo, ideato e prodotto  in epoca autarchica, quando, bisognava tenere  in considerazione la carenza di materie prime, era costruita, in modo molto semplice,  in tela, legno e tubi d’acciaio.  Monoplano, con ala bassa, disponeva di  tre motori Alfa Romeo di potenza omologata pari a 750 cavalli. e di un carrello d’atterraggio retrattile, che favoriva  il decollo su piste erbose o in terra battuta,  richiedendo una corsa alquanto breve, pari a circa 300 metri, mentre in fase d’atterraggio all’aereo bastavano appena 200 metri prima del suo completo arresto.

Era armato con  tre mitragliatrici Breda SAFAT calibro 12,7. Una, montata sopra la cabina di pilotaggio, era fissa e sparava sopra l’elica del motore centrale, le altre due, brandeggiabili, erano  installate una in posizione ventrale e l’altra, quella che sparava all’indietro, in posizione dorsale. Una quarta arma, una Lewis 7,7 sparava attraverso due appositi sportelli situati lungo le fiancate laterali della fusoliera. Nel corso di qualche particolare missione si poteva ricorrere a una quinta mitragliatrice, in modo da assicurare la difesa di entrambi i lati della fusoli Un S. 79,  in versione da bombardamento, poteva trasportare un carico massimo di 1.250 kg. di bombe di  vario calibro. La capienza della stiva del bombardiere non permetteva, però, l’impiego di bombe con un calibro superiore ai 250 Kg.

Nel mese di gennaio del 1937, al 28° gruppo metropolitano, in previsione degli impegni che stava per assumere, nel corso delle future operazioni militari  in Spagna, furono assegnati i nuovissimi aeroplani da bombardamento veloce gli SM 79. Il 30 novembre 1937, dopo una sosta di dodici giorni per la cancellazione dei colori di nazionalità, delle matricole militari dei velivoli e delle armi di bordo, dodici S79 del 28° gruppo (10° e 19° Squadriglia) si trasferivano in volo a Palma di Maiorca, dove, il 12 gennaio del 1938, furono raggiunti dalla 18° squadriglia del 27° Gruppo dell’8° Stormo. Quegli aerei furono  denominati “Falchi delle Baleari”. L’8° Stormo fu,  in pratica, l’unico reparto della Regia Aeronautica, che prese parte, in modo organico, alle O.M.S. (Operazioni Militari in Spagna).

La velocità dei velivoli S79 era talmente alta, da rendere  inutile l’impiego  dei caccia di scorta, durante le missioni di guerra, che erano rivolte, per lo più, contro il traffico marittimo e le installazioni costiere della Spagna repubblicana.

Una volta sciolto lo Stormo in Spagna, dove furono lasciati in dotazione all’Aviazione Franchista Spagnola  tutti gli aerei e tutto il materiale di supporto tecnico e logistico, a partire dal 31 maggio 1939 e durante tutto il mese di giugno successivo,  rientrarono in Italia i 24 equipaggi, che avevano partecipato alla campagna, assieme a tutto il personale dei servizi di terra. Un mese dopo,  tutto quel personale veniva assegnato all’8° Stormo, che si  ricostituiva a Bologna. Quel reparto, sempre dotato di velivoli S 79,  si trasferiva ad Alghero, dapprima con  il 27 Gruppo (18° e 52° Squadriglia)  in data 1° Luglio 1939,  e in seguito, il 26 luglio, con il   28° gruppo, sempre formato dalla 10° e dalla 19° squadriglia. Era quello stormo un reparto di volo dotato di un velivolo da guerra  eccezionale per quegli anni, che stava per iniziare un importante attività operativa in Sardegna, isola considerata un immenso aeroporto, ubicato in una posizione  strategica nel Mar Mediterraneo.

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