MONTEMAGGIO SEMPRE NEL CUORE: GLI EVENTI DI 75 ANNI FA RICORDATI A SIENA DAL CIRCOLO “PEPPINO MEREU”

di ELIO TURIS

Il 28 marzo 2019 è stato una lunga giornata di memoria dedicata ai 19 giovani partigiani trucidati a Montemaggio dai fascisti 75 anni fa. Quei 19 giovani sono ancora con noi, nelle nostre coscienze, e nella volontà di trasmetterne le memoria. Li abbiamo ricordati nella Chiesa romanica di Badia a Isola, davanti a tanti ragazzi della scuola media, attenti e pieni di domande, accanto al luogo dove i loro corpi – 75 anni fa- furono sepolti in una fossa comune e quindi riesumati, ricomposti (portati a casa da padri e madri segnati per sempre), non lontano dalla casa contadina che diede loro ospitalità e che è diventata un centro di formazione alla pace e alla consapevolezza storica per i giovani. Ci hanno aiutati a ricordare tre straordinari testimoni del tempo: Guido Lisi della stessa formazione partigiana Lavagnini che conosceva tutti quei ragazzi ammazzati e li ha ricordati da compagno. Enrico Pieri presidente dell’Associazione dei Martiri di Sant’Anna di Stazzema, e con lui anche una donna di Sant’Anna, erano entrambi bambini nel 44 e hanno raccontato la storia della loro sopravvivenza orfana di genitori e di comunità, distrutte dai nazisti. La forza e la semplicità di messaggio di questi protagonisti del tempo – che oggi hanno dagli 85 ai 95 anni – ha emozionato tutti. Si può avere il passato ancora nel cuore se viene trasmesso con umanità e vivezza, se si decide di portarselo appresso in modi diversi e nuovi, come i giovani vorranno, per imparare sempre.  Al pomeriggio i giovani morti di Montemaggio hanno dialogato con tanti altri giovani partigiani d’Italia, soprattutto i sardi militari o emigrati che fecero parte della resistenza. Nel 75° del terribile 1944 si volevano far dialogare storie d’amore e di dolore, di giovinezza spezzata, ma anche di scelte fatte con coraggio e responsabilità, rivendicate con orgoglio.  In particolare abbiamo seguito le tracce nel cuore della storia familiare e poi pubblica di Gavino Cherchi, professore di liceo a Parma, militante della resistenza ucciso e buttato nel fiume dai nazisti, disperso, mai ritrovato, lo stesso 28 marzo dell’anno dopo. La forza di una memoria senza corpo ci è stata raccontata da Gavina Cherchi, destinata già dal nome a ‘portare’ la memoria del fratello di suo padre. Da questo impegno è nato a Ittireddu in Sardegna un centro di raccolta e studio delle storie delle persone. Si chiama: Ammentos. Archivio memorialistico della Sardegna.

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