di LORENZO SANNA
Sabato 6 aprile alle 18, nell’aula consiliare di Baradili, Marcello Atzeni presenterà il suo libro ” Il miglio deve ancora venire”.
Con lui Lino Zedda, sindaco del paese più piccolo della Sardegna, i giornalisti Maria Paola Masala e Sergio Naitza.
Le letture saranno affidate a Lia Careddu.
Marcello, perché Baradili?
” Io sono nato e vissuto a Baradili sino a quindici anni. Sono venuto alla luce nella casa in via Santa Margherita 15, che confina con la piazza di chiesa. Non è che ci sono rimasto per un fine settimana. Le mie radici sono lì, anche se abito a Sanluri, paese di mio nonno paterno, dal 1981.”
I suoi ricordi saranno tantissimi.
” Oserei dire quasi infiniti. Legati non solo a Baradili, il paese più piccolo della Sardegna, ma anche ai centri vicini: Baressa, Ussaramanna, Sini, Gonnosnò, Lunamatrona, Barumini e via dicendo. Per non parlare della Giara e del Monte Arci”.
Insomma campagnolo e montanaro.
” Campagnolo sì, montanaro no. Sia la Giara che il Monte Arci hanno altezze contenute. In quest’ultimo periodo sto riscoprendo il mare. Finisco quasi sempre per andare a S’ Archittu , ma anche Is Arutas, San Giovanni, Torre Grande ecc, mi evocano piacevoli ricordi.”
A proposito di ricordi. Si era parlato di un libro di racconti.
” Sì, sto procedendo, spero, come detto alla fine del 2018, di poterlo pubblicare entro maggio. Non ci saranno solo i miei ricordi e i ricordi delle persone a me care, ma anche racconti inventati di sana pianta. Ne ho scritti tanti, forse troppi. Devo selezionare quelli che ritengo possano essere i migliori. Non solo novelle bucoliche, ma anche tanto altro”
Soddisfatto de ” Il miglio deve ancora venire” ?
” Sì. So bene che si tratta di un libro particolare, ma alla fine dei conti, io sono particolare. Molto. Intanto proseguo con le presentazioni. Il nove sarò a Nùoro al Caffè Tettamanzi: ci andava Salvatore Satta. Mi viene da riflettere parecchio. Poi tornerò a Cagliari, dove sono partito il 5 novembre: la prima fu alla Fondazione di Sardegna, con Giacomo Mameli, Celestino Tabasso e Lia Careddu. Prima, però, toccherò altri paesi.”
A tutti coloro che non si arrendono, è la dedica del primo libro. Il secondo a chi lo dedicherà?
” Non ci ho ancora pensato. Ho già deciso titolo e copertina, ma non la dedica. Sarà l’ultima cosa.”