di GIANNA ZAZZARA
L’unico cruccio di Sergio Massidda, neo campione del mondo di sollevamento pesi under 17, è che lui i casinò di Las Vegas ha potuto vederli solo da fuori: «Purtroppo i minorenni non li fanno entrare». Per il resto la trasferta a Las Vegas per il campionato di pesistica “Youth 2019” è stata un incredibile successo. Sergio ha vinto tre titoli mondiali in tre diverse specialità, nella categoria fino a 55 kg: nello strappo con 103 chili, nello slancio con 125 chili e nel totale con 228 chili. L’ennesima gioia di una carriera sportiva che in soli tre anni gli ha regalato trionfi, in Italia e in Europa.
Ora Sergio, di Ghilarza, è il ragazzo più forte del mondo. Col bilanciere è capace di sollevare pesi fino a 228 chilogrammi. Il precedente record apparteneva a un georgiano, tra i più forti al mondo in questa specialità, insieme ai cinesi. «Come faccio a sollevare 228 chili? È tutta questione di testa, oltre che di muscoli, ovviamente».
Eppure fa quasi impressione vedere Sergio, appena 55 chili per un metro e 62 centimetri di altezza, sollevare tutto quel peso. «Più che la forza conta la tecnica e la differenza la fa un bravo allenatore, il segreto sta tutto lì». Sergio il suo bravo allenatore l’ha trovato da subito: è Sebastiano Crobu, della Federazione nazionale pesistica. «È grazie a lui se ho iniziato a dedicarmi a questa disciplina». Tutto è cominciato per caso. «Quattro anni fa mi sono iscritto a un corso di crossfit in una palestra di Norbello: allenamenti con Kettlebell, bilanciere, piccoli pesi. Ho scoperto che mi piaceva, e molto. Così dopo qualche mese mi sono iscritto a una gara di crossfit a Uri». Lì, l’incontro con Sebastiano Crobu, che fiuta il campione. «Quando mi ha visto sollevare i pesi si è presentato e mi ha detto “Bravo, continua ad allenarti”».
Neanche un anno e Crobu lo convoca a Roma, nella nazionale. Il resto è stato una conseguenza. Sergio si trasferisce nella Capitale e va a vivere al Centro olimpico dove si allena e continua a studiare (frequenta il terzo anno di ragioneria). Iniziano le prime gare e le prime vittorie. Il primo posto nello strappo e il secondo nello slancio al Campionato europeo juniores 2017, poi gli ulteriori progressi che lo hanno portato a vincere le tre medaglie d’oro al Campionato Youth 2019 di Las Vegas.
«La reazione dei miei genitori quando ho detto loro che mi sarei trasferito a Roma per diventare un atleta? Felicissimi, a patto di continuare a studiare». E Sergio sta mantenendo la promessa. Si allena tutti i giorni, «anche la domenica», per 4-5 ore al giorno, «solo pesi, nessun esercizio aerobico». E nelle pause fa i compiti. «Nulla di speciale, lo fanno anche tutti gli altri atleti che vivono qui con me al Centro sportivo Acqua ACetosa». Tra i suoi compagni altri due sardi: Davide Ruiu, sassarese, campione europeo 2018, e Andrea Corbu.
Una vita dura quella del sollevatore di pesi? «Solo coi sacrifici puoi ottenere ciò che sogni. Mi ritengo fortunato ad aver trovato la mia passione». Nessuno sgarro neanche a tavola? «No, sono seguito da un nutrizionista, perché non è semplice rispettare il peso, soprattutto alla vigilia di un campionato». E poi c’è il coach mentale. «Mi segue sempre, anche a distanza. La concentrazione è fondamentale nel sollevamento pesi: quando sali sulla pedana hai solo un minuto per fare l’esercizio e dimostrare quanto vali».
Il futuro? «Oltre ai pesi, vorrei continuare a studiare, ma non ho ancora le idee chiare». In ogni caso conciliare studio e sport, per uno così, non sarà certo un peso.