di ALBERTO MEDDA COSTELLA
L’ultima volta che sono passato nei pressi dello stadio di Udine è stato per una partita del Cagliari, persa 2 a 0 e ricordata soprattutto per l’esordio con la squadra locale di Al-Saadi Gheddafi, il figlio del colonello Mu’ammar spodestato dalla Libia nel 2011.
Era il maggio del 2006 e il “calciatore” africano rischiò perfino di fare gol a un Cagliari scarico, in trasferta solo per dovere. Parafrasando Enrico IV, un brocco in campo val bene un lauto compenso. Lo stadio si chiamava Friuli, ma allora come oggi a prevalere erano già gli interessi economici. Del vecchio impianto, recentemente restaurato, rimane solo il grande arco. Il Friuli ha fatto spazio alla più altisonante e moderna Dacia Arena.
Tutto questo per dire che il circolo sardo intitolato al poeta desulese Montanaru, all’anagrafe Antioco Casula, è a pochi passi dallo stadio, dietro la chiesa di Sant’Antonio da Padova, immerso in un piccolo borgo che fa da sfondo agli impianti sportivi cittadini. Ci arrivo un sabato pomeriggio. Alla porta d’ingresso trovo ad accogliermi Alessandro Masala, origini ogliastrine-cagliaritane, che collabora come barista.
Capisco di essere capitato in uno dei momenti più trafficati della settimana, perché le persone che mi vengono presentate sono tante. Ci sono Mario Piredda di Palau, Carmelo Spiga di Nuraminis, Giuseppe Dessì di Gonnosfanadiga, Vincenza Loddo di Allai e Fabio Cadoni, ventiseienne di Simaxis, trasferitosi da appena un mese in Friuli.
La presenza dei sardi a Udine è molto alta per il gran numero di militari che in passato hanno marcato il territorio, ma anche per le industrie e gli uffici pubblici che hanno richiamato tanti nostri conterranei. Il circolo è sorto nel 1977, inizialmente come associazione regionale con le sue sezioni, poi come circolo indipendente dal 2012.
Oggi vanta 320 soci e tra questi anche tanti friulani che frequentano e amano la nostra isola. I servizi offerti sono gli stessi delle altre zone del Triveneto, dalla bigliettazione per le navi alla vendita di prodotti sardi, dall’organizzazione di eventi culturali all’assistenza a tutti gli emigrati storici e di nuovo arrivo. Il problema più sentito, anche qui, è la difficoltà nei collegamenti con la Sardegna, praticamente inesistenti se non con possibilità di fare scalo a Roma. L’alternativa è un aereo dall’aeroporto veneto di Treviso, che offre un volo a giorni alterni solo per Cagliari.
Tempo fa, un consigliere regionale friulano mi ha raccontato un aneddoto. Quando scendeva a Roma per rappresentare la Regione Autonoma in un incontro in cui erano presenti anche i rappresentanti omologhi delle altre regioni a statuto speciale, per la Sardegna non c’era mai un politico, ma un funzionario – dice Domenico Mannoni di Santa Teresa, presidente uscente e memoria storica del circolo.
Una volta c’era più aggregazione. Tanti militari e pochi svaghi in giro per la città. La sera, finito di lavorare, ci si ritrovava al circolo. I nostri soci più anziani consideravano questo posto il loro consolato – aggiunge l’attuale presidente Paolo Sanna, di Nuoro. Gli abbiamo rivolto alcune domande.
Da quali parti della Sardegna arrivano gli emigrati sardi?Tutta l’isola è rappresentata, ma c’è una preponderanza di campidanesi e nel direttivo ci sono anche giovani che si sono trasferiti qui per lavoro.
I figli dei soci partecipano?Sì, ma questo avviene se dietro c’è stata la volontà dei genitori di trasmettere loro qualcosa. Ai miei ho sempre parlato della Sardegna e li ho portati tante volte in vacanza.
Oltre a essere Regione Autonoma, il Friuli-Venezia Giulia condivide alcuni problemi con la Sardegna, in primis l’aspetto linguistico. Come è visto il circolo dalla comunità friulana?Molto bene. Siamo l’unico circolo regionale presente a Udine. Ci hanno provato campani, siciliani, calabresi, etc, ma noi siamo sempre qua. Interagiamo frequentemente con gli enti locali e le associazioni del territorio. Senza dimenticare che i comuni di Mortegliano e Tavagnaccosono gemellati con Arborea e Serrenti. Abbiamo poi dalla parte opposta Aldo Zuliani, presidente del Fogolar Furlana Cagliari, con cui siamo in ottimi rapporti.
Ci sono state le elezioni. Siete favorevoli all’estensione del voto agli emigrati sardi?Certo, ma a Cagliari non dovrebbero tenerci in considerazione solo sotto elezioni. Siamo fuori dalla Sardegna e tutto quello che stiamo facendo lo portiamo avanti per aiutare la nostra terra senza ricevere nulla in cambio.
Da chi, in Regione, vengono gestiti i rapporti con i circoli?Una volta dall’assessorato alla sanità, un’altra da quello al lavoro, etc, quando tutto dovrebbe essere gestito in modo più organico, magari da un assessorato competente.
Uno dei problemi maggiori sentiti dai “disterrati” è il costo del viaggio per tornare a casa.I nostri politici purtroppo non si sono interessati abbastanza per risolvere il problema. La Corsica, per esempio, ha una continuità territoriale con la Francia. La Sardegna con l’Italia non ha questa agevolazione. Una vera continuità territoriale andrebbe a vantaggio anche del turismo e della economia isolana.
per gentile concessione de https://www.arborense.it/
Ricordo con molto piacere la visita al circolo sardo”Montanaru” in occasione della domenica delle palme dei soci della Pro Loco di Nurachi. Ringrazio e saluto affettuosamente tutti i sardi e in modo particolare Signor Domenico Mannoni per la sua cortese ospitalità.