di DARIO DESSI'
La foto in alto mostra la quantità di mirto raccolto da un alberello in un giardino che si trova a Mogliano Veneto in provincia di Treviso. Quindici anni fa un’ arbusto di Myrthus communis, colto a Pranu e su zippiri, un pianoro su una zona montuosa situata tra Assemini, Uta e Capoterra, fu piantato in terra veneta. La pianta è cresciuta senza particolari accorgimenti, tranne la protezione dal gelo durante le stagioni invernali nel corso dei primi cinque anni. Quest’anno ha raggiunto un altezza di quasi due metri e mezzo e ha prodotto sei chilogrammi di bacche. Questi frutti sono stati messi a macerare in sei litri di Alcool 95 gradi. In seguito, dopo un paio di mesi, si procederà alla spremitura delle bacche per poi creare un liquore distillato assieme ad acqua zuccherata o a miele. Il prodotto più importante della pianta del mirto è costituito infatti dalle bacche, utilizzate per la preparazione del liquore di mirto. Questa pianta arbustiva le cui foglie, i fiori, i rami e le bacche emanano un intenso profumo, viene impiegata nel settore gastronomico, e nella cura della bellezza del corpo e del viso oltre in quella di certe malattie.
Nella tradizione gastronomica dea Sardegna i ramoscelli di mirto sono impiegati per aromatizzare alcune carni: il maialetto arrosto, la gallina bollita senza dimenticare su pilloni de taccula o grivia, un piatto gustoso e raffinato a base di tordi, merli, storni bolliti. Nei forni, dove le donne sarde cuocevano il pane,il fuoco veniva alimentato con fascine di rami di mirto e di lentischio. Questo serviva a dare una particolare fragranza alle focacce di pane, ai dolci e agli altri prodotti da forno.
La pianta era conosciuta ancora ai tempi dell’antica Grecia. Secondo certe fonti mitologiche, pare che una fanciulla greca di nome Myrsine, fosse stata trasformata da Atena in un arboscello di mirto. Peri greci era sacra ad Afrodite, dea dell’amore e della bellezza.. Quando era in auge la civiltà Minoica pare che i Cretesi considerassero il mirto una pianta medicinale ricca di integratori dalle proprietà afrodisiache,inducendo tutte le persone in cerca di amore a raccoglierne un rametto. I Romani la consacravano a Venere, oltre a considerarla simbolo di pace, di trionfo e di vittoria. Nel Foro di Roma un altare era consacrato a Venere Mirtea; questo perché la dea dopo essere emersa dal mare di Cipro, essendosi accorta di essere spiata dallo sguardo concupiscente di un satiro, pare fosse andata a nascondersi dietro un cespuglio di Mirto. Era d’uso coronare poeti ed eroi con ghirlande di ramoscelli di mirto. Tito Livio affermava che Roma fosse sorta proprio dove era cresciuto un arbusto di mirto.