INTERVISTA A ADALBERTO GARIPPA, PRESIDENTE DEL CIRCOLO “AMICIZIA SARDA” DI TREVISO. IL SODALIZIO E’ ATTIVO DAL 1982

Adalberto Garippa nella foto di Alberto Medda Costella

di ALBERTO MEDDA COSTELLA

Sono i giorni in cui il Nordest, in particolar modo la provincia di Belluno dove sto attualmente, è stato pesantemente colpito dal maltempo. Le cronache dei giornali locali descrivono lo scenario apocalittico. Per chi ha potuto vedere con i propri occhi interi boschi rasi al suolo, case scoperchiate, fiumi esondati e strade interrotte, è probabilmente l’aggettivo più azzeccato. Proprio il giorno di allerta massima dichiarata dalla protezione civile, dovevo intervistare Adalberto Garippa, presidente del circolo dei sardi di Treviso dal 2012,  ma per cause di forza maggiore e di buonsenso ho preferito rimandare l’appuntamento.

A distanza di una settimana riesco finalmente a raggiungerlo nella sua città di adozione, dove il circolo è ufficialmente in attività dal 1982. Anche se – mi dice Adalberto – informalmente esisteva già dal 1974. Ci si riuniva in una trattoria gestita da sardi. Io ero ragazzino e come ho saputo che c’era questo gruppo mi sono inserito.

Garippa è nativo di Fordongianus, ma ha radici fonnesi, e dal 1970, con alcune importanti parentesi in altre zone d’Europa (Turchia e Belgio), vive in Veneto. Per volontà di chi è sorto il circolo? Fu per volontà di Antonio Mesina di Urzulei, che oggi ha 87 anni ed è attualmente il nostro socio più anziano e saggio, nonché presidente onorario e decano.

Da quali parti della Sardegna arrivano i soci? Tutte le zone sono rappresentate. Per esempio ne abbiamo da Oristano, Santa Giusta, Riola e Ghilarza. Abbiamo anche soci non sardi. Complessivamente siamo circa 170. Il costo del tesseramento è 20 euro. L’80% dei soci ha oltre 60 anni. Come tanti circoli abbiamo difficoltà nel ricambio.

Quali servizi offrite? Oltre alla bigliettazione per la Sardegna, abbiamo una biblioteca e diamo la possibilità di leggere quotidianamente L’Unione Sarda. Senza dimenticare la promozione della cultura dell’isola, con la presenza di relatori, gruppi musicali e di ballo. Una volta trasmettevamo le partite del Cagliari Calcio e questo avvicinava molte persone. Oggi con la pay-tv e l’utilizzo della tecnologia si sta a casa o si fa altro.

Avete pensato a nuove formule per avvicinare i sardi di recente emigrazione? Cerchiamo di incentivare i giovani all’utilizzo della sede per serate o momenti conviviali visto che disponiamo anche di una cucina.

Il circolo come è inserito nella comunità trevisana? Collaboriamo con alcune associazioni e soprattutto con le amministrazioni comunali. Il circolo dei sardi è ben visto, perché diamo il nostro contributo al territorio che ci ospita.

Siete l’unico circolo di immigrati a Treviso? Sì. Dove ci sono due sardi, dico io, normalmente c’è un circolo. Perché la stessa cosa non avviene tra calabresi, lombardi, abruzzesi, etc, che numericamente ci sono superiori? Penso che i sardi sentano maggiormente la necessità di aggregarsi tra loro.

Ad Arborea esistono due circoli di veneti e il paese è gemellato con Villorba. Situazione rovesciata rispetto alla vostra. A noi può fare solo piacere. Peraltro tra i nostri soci annoveriamo sardi figli di veneti nati ad Arborea. Ogni anno questo legame è rinsaldato con la cena sardo-veneta a Villorba.

La Regione Sardegna è stata la prima in Italia che ha approvato una legge per i suoi emigrati. Qual è il suo ruolo oggi? In passato sosteneva maggiormente l’attività dei circoli. Oggi ti pagano parte delle spese della sede e ti danno qualcosina per le attività culturali. Il punto vendita di prodotti sardi e le tessere dei soci consentono di stare dentro i costi.

Cosa potrebbe ancora fare la Regione Sardegna? Favorire la conoscenza dei circoli tra i nuovi emigrati e creare le condizioni affinché i giovani si avvicinino a noi. Avere una foresteria o disporre di strutture per fare sport sarebbe un grande aiuto per noi e per chi emigra. Inoltre sarebbe auspicabile che i sardi emigrati potessero partecipare alle consultazioni elettorali votando online o per posta.

Ora avete il collegamento diretto per la Sardegna con l’aeroporto di Treviso: è un bello stimolo per tornare a casa… Solo per Cagliari. Peccato che ora non ci sia più il volo per Alghero: grave mancanza dei nostri amministratori che hanno lasciato andar via la compagnia dallo scalo catalano che collegava tutto il Nordest al centro-nord Sardegna.

Politici locali del Veneto e politici sardi che vi hanno fatto visita? Il parlamentare Salvatore Deidda. È rimasto molto colpito per il ruolo che rivestiamo fuori dalla Sardegna in ambito culturale. Mentre più volte è venuto a trovarci il sindaco di Treviso e l’assessore alla cultura del comune. In passato la città ha avuto un prefetto di origine sarda, la dott.ssa Marrosu: anche lei rispondeva sempre ai nostri inviti.

Per concludere. Qual è il rapporto dei vostri figli con la Sardegna? I nostri figli non sentono la nostra stessa appartenenza. Loro sono nati qua e vivono in un contesto diverso. Hanno piacere di avere qualcosa di sardo, ma si sentono veneti.

per gentile concessione de https://www.arborense.it/

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