di MARIA STELLA MALVASO (Università per Stranieri di Siena)
Con questo lavoro su Marianna Sirca di Grazia Deledda, ho voluto evidenziare la figura femminile che è protagonista dell’opera e che in un certo senso riflette anche la modernità dell’autrice.
Grazia Deledda con determinazione lottò per affrancarsi dalle catene che la imprigionavano: la scrittura divenne il grimaldello per ottenere la libertà, opponendosi a quelle che erano le norme sociali dell’epoca, che vedevano la donna in una posizione subordinata nella società patriarcale del tempo.
In Marianna Sirca la protagonista è un personaggio che si ribella alle usanze sociali, andando contro la volontà delle persone che la circondavano. Nella prima parte dell’opera viene descritta la condizione della donna in Marianna, che mette in evidenza un senso di restrizione, obbedienza, imposto alle donne. È immersa in un torpore che sottolinea la dipendenza dall’uomo e la condizione di una vita vissuta in modo passivo: questo riflette il ruolo tradizionale della donna nella società nuorese dell’epoca. Alla morte dello zio prete, avviene una svolta nella vita di Marianna: l’amore per Simone, che si scatena in lei, e che si fa forza della sua nuova indipendenza economica per rivendicare davanti a tutti la sua libertà e volontà di amare un uomo, anche se di un condizione sociale inferiore.
Questo amore, trasformato in passione, porta Marianna a un senso di perdita della propria libertà: si sente un oggetto di lui. Questo rappresenta una minaccia alla sua libertà. Quando Simone rinuncerà all’amore per Marianna, questo evento consentirà a Marianna di riprendere possesso di sé stessa, avvertendo che non amerà più come prima perché adesso si sente liberata dalla passione. La storia d’amore, finita con la morte di lui, conduce Marianna ad un concetto di libertà superiore, di distacco dalle cose che l’avevano fatta soffrire. In questo quadro di maggiore maturità e consapevolezza, Marianna compie nel finale della storia una scelta dinamica. La sua decisione di sposare un altro uomo, i cui occhi ricordano quelli di Simone, riflette il raggiungimento di un giusto compromesso fra le proprie esigenze di autonomia, integrità, e le convenzioni sociali della realtà in cui pur deve vivere.