di DARIO DESSI’
Subito dopo lo sfondamento del fronte tra Plezzo e Tolmino da parte della 14° Armata austro – tedesca, comandata dal Generale Otto Von Bellow, il comando della II Armata nominava la brigata Sassari riserva d’armata con il compito di ostacolare l’avanzata nemica.
I fanti sardi ripiegavano a Talmasson, per poi arrivare a Codroipo dove s’impegnarono in un combattimento contro un reparto austriaco.
30 ottobre 1917 La mattina del 30 a Flambé un tremendo caos di gente in fuga tra cumuli di armi, viveri, salmerie e materiali di vario genere, in abbandono totale.
Il panico derivava dalla notizia, forse diffusa ad arte, dell’imminente arrivo delle truppe tedesche ed austriache.
Finalmente all’alba del 1 novembre i fanti della Brigata Sassari, dopo aver guadato il fiume per non essere coinvolti nell’enorme ingombro di uomini e di mezzi in ressa sul ponte, si sdraiavano stanchi e fradici sulla sponda destra del Tagliamento.
Dopo un breve riposo la Brigata raggiungeva Zoppola in ottima condizione. In quel paese friulano arrivava anche il nuovo comandante della brigata, il colonnello Luciano Ferigo. Il 4 novembre la Brigata abbandonava Zoppola e al mattino del giorno successivo si schierava a protezione della riva sinistra del Livenza. Per poi schierarsi la mattina del 6 novembre sulla sponda del Monticano a Codogné, mentre tutt’attorno gravava opprimente una fitta nebbia. La sua ritirata proseguiva quindi per Brugnera, Vazzola, Formeniga sino ad arrivare a Rua di Feletto in provincia di Treviso, dove veniva assegnata al Corpo d’Armata Speciale comandata dal generale Antonino Di Giorgio, costituito il 27 ottobre con le divisioni 29° e 33°.
Intanto l’ultimo bollettino di guerra firmato da Cadorna, il N. 898, emanato dal Servizio Telegrafico Militare dello Stato Maggiore, aveva annunciato:
“Nella giornata di ieri è proseguito il ripiegamento della nostra linea. Il movimento dei grossi ha potuto compiersi indisturbato. Le truppe di copertura con numerosi combattimenti valorosamente sostenuti tra le colline di Vittorio e la confluenza del Monticano nel Livenza hanno ritardato l’avanzata all’avversario. I nostri aviatori, vincendo l’accanita resistenza degli aerei nemici, rinnovarono i bombardamenti delle truppe avversarie sul Tagliamento. Risultano abbattuti 5 apparecchi nemici”. Generale Cadorna.
Arrivato l’ordine di retrocedere, una volta passato il torrente Cervara, i fanti si attendavano nelle colline di Rua e di San Pietro.
Ma, a seguito di un ordine successivo, un plotone per ogni compagnia dovette ritornare indietro per schierarsi sul Monticano.
Verso le ore 20.00 alcuni plotoni venivano richiamati mentre sei plotoni per reggimento rimanevano sul Monticano con l’ordine tassativo di non retrocedere e di ritardare sino all’ultimo l’avanzata nemica. Il loro destino era segnato; o la morte o la prigionia!
A mezzanotte la brigata riceveva l’ordine di ripiegare a Susegana, con il solo VII battaglione che rimaneva a Rua per proteggerne la ritirata.
Alle 10.30 del 9 novembre si attraversava il ponte della Priula sul fiume Piave. Piave.
“Ponte de Priula l’è un Piave streto i ferma chi vien da Caporetto”
Alle ore 11.00 del 10 novembre la Brigata veniva assegnata alla 33° Divisione comandata dal generale Carlo Sanna, mentre Il Gen. Di Giorgio, Comandante del Corpo d’Armata Speciale, leggeva l’ordine del giorno:
“Ufficiali e soldati del Corpo speciale, dopo 13 giorni di combattimenti, di travagli ininterrotti, il Corpo Speciale ha ripassato, estrema retroguardia, la Piave.
A Monte Ragogna al di là del Tagliamento, il 30 e il 31 ottobre; a Lestants e a Sequals,
al di là del Meduna, il 4 novembre; a Folcenigo, al di là della Livenza, il 7; sul fiume Monticano, al di là del Piave, l’8 il nemico urtandosi contro di voi si urtò contro soldati che seppero tenergli fieramente testa e seppero arrestarlo pel tempo al nostro esercito necessario. Nessuno di voi ripiegò dal posto che gli era stato assegnato, se non dietro ad ordine superiore.
In mezzo alla sciagura che si è abbattuta sulle nostre armi e sulla nostra Patria, in mezzo agli orrori fra i quali abbiamo vissuto lo spettacolo della vostra forza, della vostra disciplina, della vostra fedeltà, esalta l’anima mia e deve esaltare la vostra, e ci deve dare a tutti la fede di una prossima, sicura riscossa.
Ufficiali e soldati del Corpo d’Armata Speciale:
E’ per voi, per il vostro valore, che tanta parte dell’esercito ha potuto compiere il suo ripiegamento, è per voi, per il vostro valore che l’onore delle vostre Brigate Sassari, Bologna, Barletta, Lario, Siracusa, Rovigo, Siena, Parma è stato salvato.
E’ per voi, che ricostituitisi attorno a voi con nuovi elementi, i vostri reggimenti riporteranno le loro bandiere sull’Isonzo e al di là, e voi sarete ricordati come coloro che seppero star fermi al proprio posto, contro il soverchiante nemico, quando tanti sciagurati vostri compagni, dimentichi del dovere e dell’onore, vi abbandonavano nel cimento.
A tutti voi ufficiali e graduati, a tutti voi, soldati del corpo d’Armata Speciale e più ai valorosi comandanti delle tre Divisioni : Generali Sanna, Ponzio e Barco, il mio saluto riconoscente e l’espressione della mia fiducia incrollabile nel valore italiano, nei destini della Patria. “
La ritirata era così completata e l’inarrestabile avanzata austro tedesca era stata fermata, mentre l’esercito italiano si schierava a difesa del nuovo fronte sulla linea Grappa Montello Piave, agli ordini non più di Cadorna, ma di Armando Diaz.
Alla guida del governo, intanto, Paolo Borselli era stato sostituito da Vittorio Emanuele Orlando.