di LUCIA BECCHERE
La mostra dei nuraghi in miniatura di Ignazio Mele allestita nelle “cumbessias” della chiesetta di Santa Lucia nei mesi scorsi all’interno del convegno “Paesaggi e passaggi” che si è tenuto nella località costiera, ha avuto un grande successo di pubblico per il suo valore artistico, didattico-formativo e storico-archeologico.
L’autore di Norbello, educatore di professione, realizza per passione modellini di nuraghi, nove dei quali hanno trovato collocazione in una mostra permanente gestita dalla Paleo Tour nel suo paese. Molto apprezzata la ricostruzione di quello di Santu Antine in un’ipotetica ricostruzione risalente al 1500 a.C.
Ignazio Mele ha ereditato le doti artistiche dal padre, uno dei migliori scalpellini della zona che di mestiere faceva il muratore ma per passione scolpiva basalto e trachite realizzando cappelle, caminetti, macine antiche e perfino un monumento ai caduti donato al paese.
Fin da piccolo Ignazio si sentiva attratto da qualsiasi genere di miniatura in particolare dai nuraghi tanto che a soli dieci anni ne aveva realizzato uno in argilla, da adulto dedicherà tutto il suo tempo libero alla riproduzione di quei monumenti simbolo e traccia importante dell’antica civiltà della Sardegna, arte su cui fino a quel momento nessuno si era cimentato.
Abbiamo chiesto all’artista in che modo li realizzi. «Faccio foto e rilievi perché intendo rispettare anche l’orografia del terreno – spiega –, mi documento sul posto e sui libri. Di preferenza mi reco nei siti incustoditi, prendo misurazioni, conto i ricorsi delle pietre e li ripropongo in numero uguale su scala uno a trenta. L’ultimo che ho realizzato è stato quello di Loelle di Buddusò, in questo momento ho in cantiere il Mulinu di Villanovafranca e l’Alvu di Pozzomaggiore».
Quale materiale utilizza? «Mi servo del materiale che offre il territorio circostante, frantumo le pietre in piccole dimensioni e le assemblo con la malta. Ho sperimentato anche l’impasto d’argilla ma essendo le pietre troppo leggere perché piccole cadevano con facilità vanificando il mio lavoro».
Come realizza il muschio che ricopre le pietre esposte a nord? «Fino a qualche anno fa lo importavo dalla Germania ma oggi arriva da Cagliari. La vegetazione del terreno è fatta di frasche ma a breve conto di sostituirla con l’olivastro invecchiato».
Ignazio Mele espone soprattutto nelle feste paesane e nelle ricorrenze delle Cortes apertas mettendo le sue opere a disposizione dei comuni e delle associazioni che ne fanno richiesta.
«La mostra che si è tenuta ad Alghero è stata visitata da oltre 5000 persone in prevalenza purtroppo molti fra loro ignoravano cosa fosse un nuraghe» – afferma con rammarico l’artista di Norbello.
Fra le opere esposte anche un nuraghe didattico diviso in due sezioni che scorrendo su di un carrellino mostrano l’architettura interna: scale, nicchie, cunicoli e ambienti.
Tutte le sue miniature sono accompagnate da una scheda didattica scritta in sardo e italiano curata da esperti che presto verrà tradotta anche in inglese e in russo a beneficio di un pubblico più vasto. Alle scolaresche ne sono state già distribuite circa 7.000 copie in un solo anno.
Fra i numerosi visitatori un’archeologa eccellente la dottoressa Maria Antonietta Boninu sovrintendente regionale che entusiasta di tanta bellezza ha commentato: «Queste opere vanno valorizzate, meritano di essere esposte all’estero»
per gentile concessione de https://www.ortobene.net/