di BRUNO CULEDDU
Dopo una fortunata tournée tra i teatri italiani e internazionali, tra cui il Teatro Cantiere Florida di Firenze, ritorna in Toscana “Macbettu”, il dramma shakespeariano trasportato da Alessandro Serra in una Sardegna antica e senza tempo. La pièce vincitrice del prestigioso premio UBU 2017 quale miglior spettacolo dell’anno e del Premio ANCT 2017 (Associazione Nazionale dei Critici di Teatro) approda al Teatro Petrarca di Arezzo, sabato 6 ottobre alle 21, nell’ambito della terza edizione del Festival dello Spettatore.
“Macbettu” è uno spettacolo imperdibile.
Il Macbeth è una delle più note e tradotte opere shakespeariane. La trama si avviluppa in una spirale di ambizione, inganni e assassinii. Essa drammatizza i catastrofici effetti fisici e psicologici generati dell’ambizione politica e dalla sete di potere, un tema universale e sempre attuale.
Alessandro Serra riscrive il dramma in limba, sostituendo la Scozia medioevale con una Sardegna ancestrale e iniettandogli la forza antica dell’isola. La messa in scena è inattesa e sorprendente dominata dai suoni e dalle forze della natura primordiale: pietre, terra, ferro e sangue. Gli attori si muovono su spazi grigi per richiamare archetipi atavici ed evocare tradizioni e rituali ispirati ai carnevali barbaricini, ai tetri mascheroni e alle danze dei mamuthones di Mamoiada.
«L’idea nasce nel corso di un reportage fotografico tra i carnevali della Barbagia» svela, infatti, il regista «I suoni cupi prodotti da campanacci e antichi strumenti, le pelli di animali, le corna, il sughero. La potenza dei gesti e della voce, la confidenza con Dioniso e al contempo l’incredibile precisione formale nelle danze e nei canti. Le fosche maschere e poi il sangue, il vino rosso, le forze della natura domate dall’uomo. Ma soprattutto il buio inverno. Sorprendenti le analogie tra il capolavoro shakespeariano e i tipi e le maschere della Sardegna».
La regia, le scene, le luci, i costumi di “Macbettu” sono di Alessandro Serra. Nato a Civitavecchia (primo approdo dell’emigrazione sarda nel Continente) si avvicina giovanissimo al teatro trascrivendo per la scena le opere cinematografiche di Ingmar Bergman e si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo all’Università la Sapienza di Roma con una tesi sulla drammaturgia dell’immagine.
Nel 1999 fonda in San Casciano dei Bagni (Siena) la Compagnia Teatropersona , con la quale comincia a mettere in scena i propri spettacoli che scrive e dirige, creandone le scene, i costumi e le luci. Vive in Toscana.
Come nella più pura tradizione elisabettiana, “Macbettu” è recitato da soli uomini. Fulvio Accogli (tempiese, trapiantato a Bologna), Andrea Bartolomeo (abruzzese), Leonardo Capuano (nato a Cagliari, vive a Firenze), Andrea Carroni (barbaricino purosangue), Giovanni Carroni (nuorese “doc”), Maurizio Giordo (portotorrese), Stefano Mereu (sorgonese), Felice Montervino (cagliaritano) si sono rivelati interpreti straordinari.
La dirompente forza sonora della lingua sarda nella sua variante nuorese esalta il senso del testo shakespeariano. La traduzione e la consulenza linguistica sono curate da Giovanni Carroni. La suggestione e violenza della limba è rafforzata dalla musica ancestrale e straniante delle pietre sonore dell’indimenticato Pinuccio Sciola grazie alle composizioni di Marcellino Garau (Cagliari). I movimenti scenici sono coreografati da Chiara Michelini.
È una produzione Sardegna Teatro | Compagnia Teatropersona con il sostegno di Fondazione Pinuccio Sciola | Cedac Circuito Regionale Sardegna.
“Macbettu” è uno spettacolo vibrante, intenso, di rigoroso e forte impatto emozionale. Da vedere assolutamente.