di LAURA FOIS
L‘European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, è un programma di mobilità studentesca dell’Unione europea, creato negli Anni ottanta e conosciuto con la sigla “Erasmus”. Abbiamo avuto l’occasione di sentire una studentessa ascoltando la sua esperienza di studio e di vita
Ciao, innanzitutto ti puoi presentare? Da dove vieni e cosa studi? Salve, mi chiamo Anna Rusin. Vengo dalla Polonia, da Oświęcim All’inizio il nome non stimola nessuna associazione perché la mia città è nota con il nome “Auschwitz”. Ho preso la laurea triennale in management nella pubblica amministrazione all’Istituto Superiore della mia città e poi ho deciso di finire i miei studi a Cracovia. Volevo fare qualcosa di diverso e per questo motivo ho scelto economia internazionale alla Università Jagiellonica.
Hai scelto tu Sassari come destinazione Erasmus? Sì, ho scelto Sassari in maniera autonoma. Sono studente Erasmus, ma non sono qua per studiare ma per fare tirocinio, una maniera per essere più indipendente. Non ho avuto bisogna di usare le risorse della mia Università. L’offerta di tirocinio all’Università di Sassari l’ho trovata sul sito in Internet, ed eccomi qua.
Che idea ti sei fatta, all’inizio, di cosa fosse l’Erasmus e cosa ha significato dopo per te? Il programma Erasmus era per me opportunità per accrescere le mie competenze durante un’ esperienza all’estero. L’Erasmus consente di fare una prova individuale e di vivere da sola in un altro ambiente con una diversa cultura, una diversa lingua, altre abitudini e sistema educativo e lavorativo diverso da quello polacco.
Credi che l’Erasmus contribuisca a formare una generazione europea, quindi più aperta e attenta alle questioni europee? Sì, sicuramente, senza dubbio. Partecipare al Programma Erasmus contribuisce a formare una mentalità “europea”. Nello stesso ambiente, si possono trovare diverse persone di altre nazionalità e culture diverse. Un’esperienza di questo tipo è una scuola di vita. Gli studenti con mimino di curiosità e il desiderio della scoperta, trovano un modo di comunicare e fare amicizia nonostante la barriera linguistica.
Che impressione hai avuto della vita in Sardegna e in particolare a Sassari? La vita in Sardegna mi piace molto. Il mio Erasmus mi ha aiutato a conoscere la vita sull’isola. Il trasferimento all’estero ha implicato un adattamento in un nuovo contesto e frequentare un nuovo luogo di studio o di lavoro, non è sufficiente per integrarsi. Grazie agli studenti di ESN (Associazione Erasmus Student Network ndr) e altre persone conosciute anche “per caso” posso diversificare il mio tempo e integrarmi nel tessuto sociale e culturale della città. Ho fatto tante amicizie a Sassari e in Sardegna ci sono potenzialmente le condizioni per vivere bene.
D’altronde non si dice che qui avete l’elisìr di lunga vita? Inizialmente non sapevo con certezza quale potesse essere la mia destinazione Erasmus. Poteva essere Sassari o un’altra località sarda. Ho avuto diverse alternative in tutta Italia e ho scelto un posto che potesse fare al caso mio. Ho parlato con dei miei amici italiani e ho chiesto loro dei consigli e molti hanno caldeggiato di scegliere la Sardegna, e, tirando le somme, direi che ho fatto bene! Anche perché documentandomi ho scoperto il prestigio della vostra Università, la più antica in Sardegna e di grande tradizione. L’offerta formativa è molto varia e gli stranieri interessati a fare esperienza qui da voi possono trovare molti aspetti che soddisfino le loro aspettative.
Da quanto tempo sei in città? Sono ormai a Sassari da 9 mesi. Ho scoperto inoltre che per tutti gli stranieri c’è l’opportunità di frequentare il corso di lingua italiana gratuito. In base alla Convenzione sottoscritta con l’Università per Stranieri di Siena, il Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali (DUMAS) dell’Università di Sassari, si può ottenere la CILS – Certificazione di italiano come lingua straniera.
Credi che l’Erasmus ti dia maggiori possibilità di trovare un lavoro? Sì, certamente. Il fatto di affrontare un tirocinio lontano da casa, è una skill che può essere importante nell’ottica di un futuro impiego. Ho infatti imparato una lingua straniera visto che quando sono arrivata, a settembre, il livello del mio italiano era decisamente elementare. Un’esperienza all’estero, oltre a rappresentare una sfida con se stessi, significa, tra le altre cose, quella di non avere paura del cambiamento ed è sinonimo di crescita personale.